LES COLLECTIONS NUMÉRISÉES DELLA CINÉMATHÈQUE FRANÇAISE
La Cinémathèque française da qualche tempo sta lavorando alla digitalizzazione delle proprie collezioni, lo fa secondo la logica dell’usura del tempo, privilegiando quei materiali che difficilmente potrebbero essere messi a disposizione per la consultazione nelle proprie biblioteche. Dunque una digitalizzazione finalizzata alla libera circolazione dei saperi, alla condivisione d’un patrimonio collettivo altrimenti confinato nelle splendide biblioteche della leggendaria istituzione francese.
La numérisation – così oltralpe nominano la digitalizzazione – verte su due aspetti fondamentali della storia del cinema, due aspetti di quella preistoria dell’immagine in movimento assai citati ma poco conosciuti: la lanterna magica ed il patrimonio bibliografico.
La Cinémathèque per entrambi ha realizzato degli appositi siti web entro i quali è liberamente accessibile e scaricabile tutto il materiale presente, due miniere dense di prezioso materiale che col tempo non potrà che aumentare, realizzate con il sostegno del Ministero della Cultura e della Comunicazione.
LATERNA MAGICA www.laternamagica.fr
Prima del cinema dei Fratelli Lumiere esisteva un sistema per raccontare storie attraverso immagini proiettate, inizialmente statiche e poi sempre più in movimento, un sistema ‘magico’.
La lanterna magica è una forma di proiezione di immagini dipinte (di solito su vetro) su una parete (o uno schermo appositamente predisposto) in una stanza buia, tramite una scatola chiusa contenente una candela, la cui luce è filtrata da un foro sul quale è applicata una lente. Il procedimento è del tutto analogo nella sostanza a quello dei moderni proiettori di diapositive. Si tratta del dispositivo del precinema più vicino allo spettacolo cinematografico vero e proprio. [fonte: Wikipedia]
La Cinémathèque française possiede una delle più complete ed interessanti collezioni di piatti e dispositivi per lanterna magica, un patrimonio composto da circa 17 mila elementi comprendente pezzi unici provenienti dal XVIII secolo fino agli anni venti del XX dei maggiori paesi produttori: Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti. Tutte le tecniche di pittura e di stampa utilizzate sono rappresentate: dalla pittura ad acqua pasandondo per la chromolitografia fino alla più “moderna” tecnica fotografica, così come molti sono i soggetti presenti: viaggi, scienza, religione, politica, storia, arte, architettura, vita quotidiana, il sesso e la scatologia. La collezione della Cinémathèque si è andata formando a partire dal 1936 e si è accresciuta nel tempo grazie all’infaticabile lavoro di almeno tre generazioni di funzionari e curatori fra cui Wilfried Ernest Day, uno dei primi storici del cinema ed anche grazie ai fondi messi a disposizione della fondazione dell’Electricité de France. Sul sito a cura dell’istituzione transalpina sono dunque disponibili delle scansioni ad alta risoluzione delle preziose e fragili “diapositive”, al momento sono visibili i celebri “Life Models” inglesi ma per l’autunno 2009, in occasione della mostra “Lanterne magique et film peint” (in collaborazione con il Museo nazionale del Cinema di Torino), è previsto un massiccio aumento delle risorse.
BIBLIOTHÈQUE NUMÉRIQUE DU CINÉMA www.bibliotheque-numerique-cinema.fr
Non è difficile immaginare che la biblioteca della Cinémathèque sia fra le più complete ed interessanti del mondo ed è la sua stessa storia ad evidenziarne il prestigio e la lungimiranza operativa. Con questo progetto però si fa un salto incredibile, quasi impensabile fino a non molto tempo fa. La biblioteca digitale mette a disposizione di chiunque l’intero patrimonio storico in formato pdf, un’occasione incredibile per consultare alcuni fra i testi più leggendari della storia dell’immagine (pre)cinematografica. Un catalogo ordinato cronologicamente che si apre con il trattato in lingua latina del 1503 Terentius Comico Carmine di Sebastian Brandt e che si compone fra gli altri dell’Ars magna lucis et umbrae (di Athanase Kircher, 1646) – uno dei primi testi sulla proiezione luminosa del XVII secolo – dell’Oculus artificialis teledioptricus sive telescopium (di Johann Zahn, 1702) fino al più recente (1893) e citatissimo Descriptive zoopraxography, or the science of animal locomotion made popular di Eadweard Muybridge.
Tutte le opere, ottimamente catalogate, sono delle scansioni in alta risoluzione dei testi originali conservati presso la cineteca francese, opere digitali qualitativamente superlative che permettono all’appassionato ed allo studioso di misurarsi direttamente con il pensiero teorico dei secoli passati senza passare attraverso quelle mediazioni (troppo spesso) approssimative alle quali eravamo abituati.