F Tipi Film | episodio Sonsuz Bir Gün (An Endless Day) |
regia di Hüseyin Karabey | Turchia | 2012 | 16′
Le carceri turche di tipo F (F Tipi Yüksek Güvenlikli Kapalı Ceza İnfaz Kurumu, ossia carceri di massima sicurezza chiuse) altro non sono che istituti di pena spacciati al popolo turco come esempi di un passo avanti verso lo standard europeo ma in realtà luoghi dove la detenzione, soprattutto per i condannati per motivi politici, è fatta di isolamento e condizioni di vita alquanto precarie, ben distanti dagli occhi della gente. Oltre ai detenuti per motivi politici, vi si trovano membri di organizzazioni armate e ergastolani che espiano la loro pena dopo l’abolizione della pena di morte avvenuta ufficialmente nel 2004 (ma già dal 1984 non venivano effettuate esecuzioni). La prima di queste strutture, anche se non portava ancora il nome F, risale al 1991 e si trova a Eskişehir. La sua ristrutturazione aveva permesso la sostituzione dei dormitori (che potevano contenere anche 50 persone) con celle singole. In seguito a una visita effettuata da organizzazioni umanitarie, il carcere venne chiuso per essere riaperto quattro anni dopo.
Queste prigioni non hanno mai avuto vita facile: proteste, rivolte e scioperi della fame sono stati messi in atto per accendere l’attenzione su quelli che vengono considerati luoghi di tortura psicologica. Le proteste hanno conosciuto il loro apice nell’ottobre del 2000 quando, per protestare contro la possibilità di essere trasferiti in una delle nuove strutture, i carcerati di Bayrampaşa, Bartın, Çankırı, Çanakkale, Aydın, Bursa, Uşak, Malatya, Niğde, Buca, Ankara, Konya-Ermenek, Nevşehir, Gebze, e Ceyhan iniziarono uno sciopero della fame cui, nel novembre dello stesso anno, si calcola avessero aderito in 816, determinati ad arrivare anche alla morte pur di difendere i loro diritti. Non servì, e nel gennaio del 2001 il ministro della giustizia ammise che quasi 1200 detenuti stavano osservando lo sciopero della fame ad oltranza e che 395 tra loro erano stati sottoposti a un regime di alimentazione forzata.
Il 19 dicembre del 2000, in una ventina di carceri più di 10’000 guardie condussero un’azione contro lo sciopero, usando grande violenza. Il nome in codice dell’operazione era “ritorno alla vita”. Quel giorno, 2 ufficiali e 30 prigionieri persero la vita. 101 prigionieri morirono come conseguenza dello sciopero della fame. Sette si suicidarono, cinque tra loro dandosi fuoco. Quattrocento tra i sopravvissuti soffrirono della sindrome Wernicke-Korsakoff, una perdita di memoria causata da un forte disordine alimentare, sopratutto in caso di alimentazione forzata. I trasferimenti nelle nuove strutture iniziarono immediatamente dopo.
In seguito a questi eventi, le associazioni umanitarie chiesero almeno che ai prigionieri venisse permesso di trascorrere del tempo insieme nel corso della giornata in gruppi di nove persone, come la logistica delle nuove carceri avrebbe permesso. La proposta venne rigettata dall’allora ministro della giustizia Hikmet Sami Türk, che accettò solo che dieci prigionieri potessero riunirsi per 5 ore a settimana.
F Tipi Film parla di questo tema attraverso nove episodi diretti da altrettanti registi. Hüseyin Karabey, che nel 2001, in piena campagna sulle carceri, aveva realizzato Sessiz Ölüm (Silent Death), un film che raccontava l’esistenza di prigionieri mantenuti in isolamento in diverse carceri d’Europa, dirige l’episodio Sonsuz Bir Gün (letteralmente, un giorno senza fine).
L’episodio si apre con la contestualizzazione della situazione attraverso i numeri riportati qui sopra e immediatamente ci ritroviamo nella cella dove è prigioniera la giovane Çiğdem.
La vediamo svegliarsi nella sua cella e precipitarsi a leggere una nota appiccicata all’interno della porta. La nota la invita a non avere paura, le spiega che si trova in carcere e che, addormentandosi, perderà nuovamente la memoria. Le spiega anche che riceverà la visita di un’altra carcerata, Ayşe, che le ripeterà quanto scritto nella nota, che andrà nascosta agli occhi delle guardie. Senza questa, Çiğdem non sarebbe in grado di capire dove si trovi e cosa le stia accadendo.
La ragazza è una tra le molte carcerate vittime della sindrome Wernicke-Korsakoff in seguito allo sciopero della fame e ancor più al conseguente regime di alimentazione forzata.
Hüseyin Karabey sceglie una storia personale per raccontare gli effetti di una prigionia disumana e dell’alimentazione forzata. Con lo stesso, coerente impegno dimostrato nella sua intera filmografia, non nasconde colpevoli e vittime e ne testimonia le condizioni di vita. Utilizza anche scene di repertorio per mostrare quanto accadde nel corso degli incidenti che portarono al trasferimento di molti prigionieri nei nuovi istituti di massima sicurezza. Grazie al montaggio serrato di Baptiste Gacoin, l’angusto spazio in cui la ragazza si muove diventa ancora più soffocante, contribuendo a far vivere allo spettatore lo stesso suo disorientamento. È impossibile non sentirsi catapultati tra quelle quattro mura in cui Çiğdem si muove come una tigre in gabbia, non riuscendo nemmeno a rendersi conto di dove si trovi e perché se non leggendo la nota. Per Çiğdem ogni risveglio è una nuova partenza, un nuovo, angosciante, scombussolamento. E il fatto che il personaggio di Ayşe abbia a ogni sua apparizione un volto diverso – il ruolo è interpretato da quattro attrici – non fa altro che suggerire allo spettatore quanto accade nella testa della protagonista.
Sonsuz Bir Gün è un’ulteriore dimostrazione della rara capacità del regista e sceneggiatore di muoversi in territori minati riuscendo a suscitare la comprensione dello spettatore, a qualunque latitudine si trovi, sul tema delle violazioni sistematiche e accettate dei diritti umani. Come già scritto in occasione dei suoi precedenti Gitmek – “Benim Marlon ve Brandom”, Hiçbir Karanlık Unutturamaz (No Darkness Will Make Us Forget) e il citato Sessiz Ölüm, è uno tra gli autori contemporanei europei più interessanti grazie alla sua capacità di usare in modo personale uno stile fortemente realistico e una scrittura che fa sempre a meno della didascalia aumentando la potenza del risultato.
L’opera collettiva F Tipi Film, che è firmata, oltre che da Hüyseyin Karabey, da Barış Pirhasan, Ezel Akay, Grup Yorum, Mehmet İlker Altınay, Reis Çelik, Sırrı Süreyya Önder, Vedat Özdemir, è uscita nelle sale turche il 7 gennaio e da subito ha incontrato numerose difficoltà e tentativi di censura, tra cui pressioni sulle sale perché non lo proiettassero. La municipalità di Istanbul ha vietato l’affissione sul suo territorio dei manifesti e la distribuzione di volantini con il titolo del film. Il divieto ha scatenato la reazione di molte persone che hanno affisso locandine sulla metropolitana e in vari luoghi della città.
Lo scorso dicembre, il film ha iniziato un tour europeo partendo da Francia, Germania, Austria e Belgio.
Roberto Rippa
I dati sulle carceri turche di tipo F sono tratti dal film e da Wikipedia
F Tipi Film
Episodio: Sonsuz Bir Gün
(titolo internazionale: An Endless Day. Turchia/2012)
Regia, sceneggiatura: Hüseyin Karabey
Fotografia: Meryem Yavuz
Scenografie: Dilek Çolak
Montaggio: Baptiste Gacoin
Costumi: Dilek Altun
Trucco: Özlem Coşkun
Interpreti principali: Gizem Soysaldı (Çiğdem), Ebru Ojen Şahin (Ayşe 1), Derya Durmaz (Ayşe 2), Ezgi Coşkun (Ayşe 3), Burcu Çelik (Ayşe 4)
16′