Figari Film Fest… il cinema è divertimento
a cura di Claudio Casazza
Il Figari Film Fest (30 giugno – 5 luglio 2015, Golfo Aranci / Olbia-Tempio) si sta ogni anno di più confermando un punto di riferimento per il cortometraggio internazionale. Per l’edizione 2015 sono stati selezionati e proiettati 30 corti che hanno sorpreso per professionalità e originalità. 6 giorni di incontri e proiezioni con ospiti italiani ed internazionali che hanno affollato spiagge della Gallura e la piazza di Golfo Aranci.
I premi della giuria composta dal regista sardo Bonifacio Angius, dal presidente del Centro Nazionale del Cortometraggio Jacopo Chessa, dal produttore Paolo Spina e dal regista e musicista Emiliano Pepe, sono assolutamente condivisibili. Ecco qui qualche parola sui lavori che hanno colpito sia addetti ai lavori che pubblico.
Il premio di migliore film è andato meritatamente a Nameless di Jean Decrè, corto francese senza dialoghi che racconta una storia di guerra all’interno di una trincea, grandissimo lavoro su audio e messa in scena che riesce a restituire atmosfere realistiche per nulla facili in un genere difficile come quello bellico.
Il miglior film italiano che avrebbe potuto competere tranquillamente con i lavori internazionali è andato a Child K di Vito Palumbo e Roberto De Feo, un cortometraggio di due giovani registi che con rigore superlativo riescono a raccontare una storia vera ambientata nella campagna tedesca, una storia che è arrivata sulla scrivania di Hitler e che forse ha cambiato il mondo. Il produttore di Shindler’s List si è accorto del film e ne ha comprato i diritti per gli USA, un esempio di come il cinema italiano può avere grande respiro internazionale.
Uscendo per un attimo dai premi, la mia folgorazione è stata per Alles wird gut (Tutto andrà bene), un corto tedesco di Patrick Vollrath che racconta in modo strepitoso la storia di un padre divorziato che rapisce la piccola figlioletta. Un film che sembra quasi un thriller che ti fa vivere il dolore di una persona costretta a fare un gesto simile. Attori magnifici, da segnare in agenda il nome del regista.
Un altro corto tedesco è stato il magnifico Pflegestufe (Livello di cura) di Julia Peters che ha vinto il premio per le due migliori attrici: madre e figlia aspettano e ricevono la visita di un’assistente sanitaria che deve decidere il tipo di assistenza da dare all’anziana. La donna anziana tra sofferenza e orgoglio finge di stare bene mentre la figlia sembra non reggere più la situazione.
Passando agli altri film, notevole anche il film francese Le petit Cyrano di Thibault Mombellet che ha visto vincere il premio di miglior attore a Hugo Dillon e che racconta come teatro e cinema si possano mischiare con la vita reale.
Safari, film spagnolo che ha vinto il premio di migliore regia, sta spopolando in molti festival ed è un ottimo esercizio di stile nel raccontare con grande tensione drammatica una strage all’interno di un campus universitario. Segnalo anche il miglior film “made in Sardinia” Del perduto orizzonte di Tommaso Mannoni che riesce a raccontare una storia di immigrazione senza retorica e con una bella suspense. Brava Nadia Kibout nel ruolo dell’immigrata.
Premio miglior animazione è andato a Ritornello d’amore, prodotto nato dal CSC che con tocchi poetici riesce a raccontare l’amore uscendo da luoghi comuni e riportandoci agli albori del cinema.
Altri corti da da ricercare: Bahar in wonderland di Behrooz Karamizade, vincitore per la migliore sceneggiatura, che racconta anch’esso una piccola storia di migrazione con tocchi poetici e originali; un altro corto tedesco, Bruder, un bel lavoro sul genere di Jarek Duda che non ha niente da invidiare a prodotti lunghi girati con mezzi notevolmente superiori; tra gli italiani è geniale Thriller di Giuseppe Marco Albano che narra di come un un piccolo sosia di Micheal Jackson si possa mischiare alle lotte operaie di Taranto, molto classico e affascinante Nuvola di Giulio Mastramauro su una storia di un vecchio professore che forse cambia la sua esistenza incontrando un bambino. Con qualche riserva sono però da segnalare il futuribile Lothar, altro film tedesco, e i surreali Solo Rex di Francois Bierry e Deus in machina di Nicola Piovesan.
Oltre al buon livello delle proiezioni la particolarità del Figari Film Festival, diretto con mano sicura da dall’attore e regista sardo Matteo Pianezzi, è un’altra che marca una profonda differenza rispetto agli altri festival: registi, produttori, organizzatori, attori, distributori stanno insieme dalla mattina alla sera, discutono di cinema, si divertono in mare e mettono le basi per progetti futuri. Così sono nati alcuni film e così ne nasceranno altri.
Giunto ormai alla quinta edizione la filosofia del FFF è la stessa di molti registi: il cinema è vita, vale la pena di farlo anche con pochi mezzi, qualcuno si può accorgere di te e bisogna soprattutto provare a farlo.
Elenco dei premi e motivazioni della giuria:
MIGLIOR FILM STRANIERO: Nameless
Per l’intelligenza della messa in scena a fronte di un tema bellico, normalmente costoso e complesso dal punto di vista produttivo, nel centenario della grande guerra.
MIGLIOR FILM ITALIANO: Child K
Per l’ambizione, lo sforzo produttivo e la resa visiva. Un film italiano di respiro internazionale.
MIGLIOR FOTOGRAFIA: Safari
Per la maestria nella gestione della luce negli esterni e interni che contribuisce a creare la tensione drammatica dell’opera.
MIGLIOR SCENEGGIATURA: Bahar
Per la capacità di affrontare un tema contemporaneo di forte drammaticità con un tono poetico non comune.
MIGLIOR ANIMAZIONE: Ritornello d’amore
Per l’ottima padronanza di una tecnica che ci porta agli albori del cinema.
MIGLIOR REGIA: Safari
Per la dimostrazione di mezzi registici e controllo del set pronti per produzioni internazionali di alto livello.
MIGLIOR ATTORE: Le Petit Cyrano
Per la duttilità nell’affrontare diversi registri recitativi, dal letterario al naturalistico, interpretando un classico della letteratura europea.
MIGLIOR ATTRICE: Pflegestufe
Per il forte realismo e per l’intensità dell’interpretazione.
MIGLIOR FILM SARDO: Dal prossimo Orizzonte
Per l’asciuttezza nell’affrontare un tema di attualità e per l’urgenza comunicativa.
MIGLIOR WEB SERIE: Esami
Per la libera ironia, la semplicità ed efficacia della messa in scena e la bravura degli attori.