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pa-ra-da

articolo pubblicato su Rapporto Confidenziale numero11, gennaio 2009. All’interno dello spaciale La romania vista dall’Italia.

Pa-ra-da (Italia-Francia-Romania/2008)
di Marco Pontecorvo

Marco Pontecorvo, direttore della fotografia e figlio di Gillo (cui il film è dedicato), racconta la storia vera di Miloud Oukili (che qui ha il volto dell’attore Jalil Lespert) che, giunto in Romania per visitare conoscenti per alcuni giorni, già alla stazione ha modo di notare le miserrime condizioni di vita dei bambini che, scappati dai terribili orfanotrofi, vivono per strada, si stordiscono con i vapori delle vernici e dormono nei canali delle fognature. L’impatto è di quelli che non si dimenticano: una ragazza dodicenne gli chiede il suo panino in cambio di un rapporto orale. È il 1992, il terribile Caeusescu è stato deposto e ucciso appena tre anni prima e il Paese soffre ancora – e ancora oggi – delle ferite inferte da una dittatura cieca e sanguinaria.

La sua decisione di conoscere a fondo il problema seguendoli di giorno e di notte, lo porta a decidere di mettere in piedi uno spettacolo circense che li veda protagonisti. Non sarà un percorso facile, tra le resistenze dei bambini, spesso ridotti a reagire come belve feroci a qualsiaşi interazione al di fuori del loro mondo, la polizia corrotta e le autorità che si nascondono dietro la burocrazia per evitare di esporsi. Non sarà facile nemmeno il rapporto con le altre organizzazioni non governative presenti sul territorio che lo accusano di protagonismo. Tra mille difficoltà, l’intento di Miloud avrà buon fine, e il cartello a fine film ci informa sul numero di bambini che l’associazione da lui creata ha strappato dalla strada.

Difficile commentare un film come questo, il cui intento nobilissimo è quello di portare sullo schermo, in tutta la sua brutalità, la condizione di migliaia di minori che conducono una vita brutale. Il film però soffre di alcuni difetti che, pur riconoscendo la sua forza e il suo ottimo intento, è bene non tralasciare.

La ricostruzione degli eventi che hanno portato alla nascita di Pa ra da, l’associazione che si occupa del recupero dei bambini di strada è necessaria ma porta inevitabilmente in sé un gusto cinematografico, di finzione, che un poco guasta la sua forza. A questo contribuisce non poco il pessimo doppiaggio con voci da fiction italiana che rende spesso improbabili tutti i personaggi del film. Sarebbe stato molto meglio mantenere le voci originali e sottotitolarle.

Alla fine il rischio che questo film si porta dietro è quello di raccontare una storia che pare unica, con un inizio e un lieto fine, quando il lieto fine nella realtà non c’è e mai ci sarà fino a quando ogni persona si renderà conto di dover fare qualcosa nel suo piccolo per avitare sofferenze come quelle che si vedono sullo schermo.

Comunque da vedere. Comunque da proiettare nelle scuole.

La vicenda narrata nel film è testimoniata anche nel libro “Randagi” di Paola Mordiglia, edito da Adnkronos libri e ormai fuori catalogo.

«Il film Pa-ra-da non si può scindere dal progetto reale Parada, non avrebbe senso. Quest’opera era importante, al di là dei suoi meriti artistici, proprio perchè testimonia gli sforzi, le difficoltà e i successi di quindici anni di lavoro. Non abbiamo ancora finito: i bambini di strada non sono solo un problema di Bucarest, ma una realta’ che riguarda tutti i Paesi, dal Brasile alla Francia». Miloud Oukili nel corso della conferenza stampa di presentazione del film alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia, 2008». Fundatia Parada.

Fundatia Parada è nata nel 1994 grazie a Miloud Oukili, clown francese, con lo scopo di lavorare con le centinaia di bambini di strada di Bucarest.
Parada lavora sui bisogni fondamentali dei bambini: la necessità di crescere, di avere una famiglia, di creare, di studiare, di essere accettati, amati e di avere un futuro. Lo fa partendo da un metodo di reinserimento attraverso le arti circensi, con un metodo che prevede l’istruzione attraverso il gioco.
I bambini, emarginati e esclusi dalla società, hanno la possibilità di aprirsi al divertimento e alla disciplina che il circo offre e richiede.
http://www.parada.it


Miloud Oukili
Miloud Oukili nasce a Parigi nel 1972 da madre francese e padre algerino. Diplomatosi alla scuola di arti circensi di Annie Fratellini, decide nel 1992 di andare a lavorare in Romania per l’associazione Handicap International come animatore in orfanotrofi e ospedali.
È proprio a Bucarest che entra in contatto con i bambini che vivono soli per le strade. Dai primi approcci all’inizio di un lavoro con loro passeranno quattro anni. “Il circo è relazione, sorriso ma anche pianto. Come la vita. La vita è un grande circo comico e drammatico, e l’uomo deve essere innanzitutto un bravo clown. Questo è quello che ho cercato di insegnare ai ragazzi di Bucarest in tutti questi anni”. Il lungo lavoro con i “ragazzi dei canali”, come vengono abitualmente definiti, è stato riconosciuto anche attraverso numerosi premi, tra cui, nel 1999, quello attribuitogli dall’Unicef per essersi distinto nella difesa dei diritti dell’infanzia.



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