Monsieur Lazhar > Philippe Falardeau

articolo pubblicato in Rapporto Confidenziale numero35 – Speciale Locarno 64. Pagg. 20-21

Monsieur Lazhar

Philippe Falardeau

Canada – 2011 – HD Red – francese – colore – 94’
64. Festival internazionale del film Locarno | Piazza Grande
Prima mondiale

Bachir Lazar, immigrato algerino, viene assunto come insegnante elementare in sostituzione di una collega che si è impiccata nell’aula in cui insegnava. Mentre la classe avvia un lungo processo di elaborazione del lutto, nessuno sospetta quale doloroso passato gravi su Bachir che, in qualsiasi momento, rischia l’espulsione dal Paese.

Adattato dalla quasi omonima pièce teatrale della prolifica autrice canadese Évelyne de la Chenelière (il cui protagonista si chiama Bashir e non Bachir), “Bachir Lazar” pone più temi al centro della storia tentando un’interazione: la scuola (canadese) moderna, l’immigrazione, la perdita, l’infanzia.
Lo fa inserendoli in una vicenda dallo spunto tragico: a una classe elementare che ha subito una perdita traumatica – la maestra che si è impiccata in classe, a vedere il cadavere due soli allievi – viene di fatto proibito, apparentemente in buona fede, di parlare di quanto accaduto, impedendo un’elaborazione del lutto nella speranza che il silenzio e il trascorrere del tempo siano sufficienti ad allontanare dalla memoria dei bambini il colpo subìto.
Non è della stessa idea il nuovo maestro Bachir Lazar, assunto dopo essersi spontaneamente candidato, che con la morte, come ci verrà raccontato attraverso alcune scene in retrospettiva, ha un tragico rapporto.
Falardeau, già autore di “Congorama” (2006) e “C’est pas moi, je le jure!” (2008, altro ritratto di infanzia), dimostra una non comune capacità nel gestire il punto di vista dei bambini. Meno efficace lo è nel ritratto del protagonista, immigrato algerino sotto costante rischio di espulsione dal Paese, e nel congiungere i vari elementi della storia.
Le interazioni con la classe offrono alcuni momenti di commedia e più frequenti spunti di riflessione, ma i numerosi e complessi temi di cui la trama si fa carico diventano talvolta oggetto di facili vie d’uscita narrative, e anche la figura del protagonista appare non di rado vittima di una costruzione troppo semplice che non rende giustizia a un personaggio interessante e potenzialmente più articolato di quanto appaia. In effetti, l’esperienza personale dell’insegnante messa a confronto con quella collettiva della classe stentano a fondersi in l’armonia come – si intuisce – la sceneggiatura vorrebbe.
Di conseguenza, lo squilibrio nell’intreccio di temi trasforma presto il film in una favola morale che offre a tratti (troppo) facile conforto e buoni sentimenti ma che banalizza soprattutto il tema dell’immigrazione che, pur essendo centrale nella storia, appare non di rado marginale.
Lodevole nelle intenzioni, meno nel risultato, “Bachir Lazar” presenta buoni momenti ma il suo ritratto è troppo banale per convincere pienamente, non aiutato in questo nel suo aspetto visivo, con una fotografia che ricorda troppi prodotti televisivi.
Prodotto da micro_scope, già responsabile del molto più riuscito “Incendies” (“La donna che canta”, Denis Villeneuve, 2010), altro film canadese che faceva un uso molto più interessante e coraggioso del suo spunto teatrale.

“Monsier Lazhar”, che a Locarno era presente con il titolo “Bachir Lazar”, ha ottenuto il premio del pubblico. Nella sezione dove era presente “Drive” di Winding Refn e “Le Havre” di Kaurismäki. Mah…
“Bachir Lazar” è il candidato canadese per la sezione migliore film straniero agli Academy Awards 2012.

Roberto Rippa

Monsieur Lazhar
Regia, sceneggiatura: Philippe Falardeau • Soggetto: Évelyne de la Chenelière (dalla sua pièce teatrale Bashir Lazar) • Fotografia: Ronald Plante • Montaggio: Stéphane Lafleur • Musiche: Martin Léon • Suono: Mathieu Beaudin, Sylvain Bellemare, Pierre Bertrand, Bernard Gariépy Strobl • Costumi: Francesca Chamberland • Scenografie: Emmanuel Fréchette • Interpreti principali: Fellag, Sophie Nélisse, Emilien Néron, Danielle Proulx, Brigitte Poupart, Louis Champagne, Jules Philip • Produttori: Luc Déry, Kim McCraw • Casa di produzione: micro_scope • Distributore: Films Distribution • Lingua: francese
• Paese: Canada • Anno: 2011 • Durata: 94’

Nato in Québec, Philippe Falardeau studia scienze politiche e lavora come regista televisivo. Successivamente realizza il suo primo lungometraggio, “La moitié gauche du frigo” (2000), che gli vale il premio come migliore opera prima al Toronto International Film Festival. Il suo secondo lungometraggio “Congorama”, viene invitato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes e viene premiato in Canada con un Jutra per la migliore regia. “C’est pas moi, je le jure!” (2008) ha vinto l’Orso di cristallo e il Gran premio della Deutsches Kinderhilfswerk alla Berlinale. “Bachir Lazar” è il suo quarto lungometraggio.



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