Intervista a Panos H. Koutras, regista di Xenia (Pazza idea)

Pazza idea, il film sugli apolidi con testimonial Patty Pravo
Intervista al regista Panos H. Koutras

a cura di Chiara Zanini

Dopo l’anteprima a Cannes, in concorso nella sezione Un Certain Regard, il regista greco Panos H. Koutras è stato in giugno al Festival Mix di Milano, occasione durante la quale ci ha concesso questa piacevole chiacchierata. Il suo bel film, storia di un riscatto sociale oltre lo ‘ius soli’, sarà nelle sale italiane dal 28 agosto, distribuito da Officine UBU.

 

Chiara Zanini: Pazza idea è la storia di due fratelli, la cui madre era albanese e il padre, greco, è vivo ma non si fa rintracciare. Per raccontarla Lei ha voluto attori non professionisti scelti dopo un anno e mezzo di casting. È così difficile trovare adolescenti di seconda generazione disposti ad apparire in un film a tematica LGBT?

Panos H. Koutras: Volevo anche che fossero di talento e credibili come sedicenni, non come in certi film americani. Per questo il casting è durato così tanto.

CZ: Uno dei due protagonisti, Dany, deve affrontare dei bulli. Ma alla fine potrà dire di averli vinti.

PHK: Sì, vince e afferma le sue due identità di gay e migrante. È minoranza nella minoranza. Mi piace molto il suo personaggio perché ha il coraggio di reagire, di ribellarsi, di vestirsi come gli pare.

 

 

CZ: Ha dichiarato che uno dei motivi per cui ha girato Pazza idea è il desiderio di ripensare alla propria adolescenza. Con il film sente anche di aver aperto una possibilità di dialogo tra generazioni?

PHK: Dobbiamo saper ascoltare cos’hanno da dire i giovani, ma anche ascoltare noi stessi. Ho cinquant’anni e a volte dimentico com’era essere giovane. Questo film mi ha aiutato a ricordare.

CZ: Spesso pensiamo a paesi che ancora oggi considerano l’omosessualità un reato (Uganda) come altro da noi, come se in Occidente non si stessero rischiando passi indietro. Da greco, non pensa che si stiano sottovalutando movimenti estremisti come Alba Dorata?

PHK: Tutto il mondo è omofobo e razzista, da sempre. Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) in avanti dovremmo aver realizzato ormai che le differenze sono importanti. L’Uganda ma anche l’Italia e la Grecia sono paesi omofobi. Anche quando avremo conquistato maggiori diritti dovremo continuare a lottare.

CZ: Le riprese hanno incontrato diversi problemi, anche finanziari, come quando l’emittente televisiva ERT ha chiuso per decisione del governo greco, congelando i finanziamenti. Il fatto che la tematica LGBT sia presente nel film può aver influito?

PHK: ERT ha chiuso a causa della crisi, come se in Italia chiudesse RAI 3. Niente a che fare con le tematiche trattate. Ma altre volte mi son sentito dire: «Perché tratti questioni LGBT? In tempo di crisi non sono priorità!». Ed io rispondo che non mi sta bene, perché i nostri governi non si occupano nemmeno di altre priorità.

CZ: Cannes è un festival sensibile alle opere che raccontano le contraddizioni della contemporaneità, ma essere inseriti in Un Certain Regard non è facile.

PHK: La fortuna conta molto nel lavoro di un cineasta. Dopo aver fatto un buon film serve un po’ di aiuto dagli dei, come si sarebbe detto nell’antica Grecia.

 

 

CZ: Gianni Amelio nel fare coming out si è detto anche convinto che le lesbiche rischino meno discriminazioni dei gay. Che ne pensa?

PHK: È importante il coming out, anche da adulti. Ma per le lesbiche è più difficile, come lo è sempre per le donne. Fine della discussione! Su due donne stanno insieme si scatenano più fantasie. Ma è più difficile, rispetto agli uomini, che abbiano visibilità in questo mondo maschilista, e chiaramente vale anche per le lesbiche. Perciò ci vuole più coraggio nel dichiararsi come lesbica. È difficile per tutti, comunque.

CZ: Come Lei, Dany e Ody sono grandi fan di Patty Pravo, che ha sostenuto il film alla prima italiana al Mix. C’è ancora bisogno di straight allies?

PHK: Abbiamo bisogno di essere uniti nella lotta, etero e LGBT, non è così importante l’orientamento. Per le persone transessuali è addirittura più difficile ottenere diritti e accettazione: con la transizione l’aspetto esteriore cambia e questo per molti è difficile da accettare.

CZ: Anche le persone omosessuali possono rivelare transfobia.

PHK: Sì, eccome.

CZ: Parlando con una ragazza ucraina, uno dei protagonisti (Ody, il fratello di Dany) riflette sullo ius soli: «Ovunque ci sentiremo stranieri». La ragazza ribatte: «Oppure ci sentiremo a casa ovunque». Ci sono diversi passaggi nel film che contribuiscono a costituire una sorta di appello, come una richiesta di maggiore attenzione sul tema dell’apolidia e delle migrazioni.

PHK: Non amo lanciare messaggi, ma riconosco che tutto il film risulta esserlo. Ogni persona deve poter esprimere se stessa, la propria sessualità, il proprio orientamento, e vivere dove decide che sarà casa sua. Mica solo in Uganda, come dicevamo prima, le persone fuggono dalla morte o dalla prigionia. Anche sulle coste italiane e greche. Sono stato un attivista LGBT, sia in Grecia che in Francia e ora come ora il tema più importante mi sembra il trattamento ricevuto dai migranti. È una tragedia. I migranti oggi sono i lebbrosi di un tempo. Sono come gli zombie. Ci sono persone che fingono di non vederli e temono addirittura il contatto fisico. Molti di loro sono giovanissimi e cercano una vita migliore: è pura crudeltà negarla loro.

 

 

Xenia
Titolo italiano: Pazza idea

Regia: Panos H. Koutras
Sceneggiatura: Panos H. Koutras, Panagiotis Evangelidis
Fotografia: Hélène Louvart, Simos Sarketzis
Montaggio: Yorgos Lamprinos
Musiche: Delaney Blue
Casting: Christina Akzoti, Alex Kelly, Maria Laina, Elias Moustakis
Scenografie: Pinelopi Valti
Costumi: Vassilios Barbarigos
Trucco: Bénédicte Trouvé
Acconciature: Chronis Tzimos
Production manager: Stavros Chrysogiannis
Assistenti alla regia: Evdokia Kalamitsi, Konstantinos Samaras
Suono: Fabrice Osinski
Titoli di testa: Isabelle Chassagne
Operatori: Giorgos Maniatis, Panagiotis Vasilakis
Produttori: Alexandra Boussiou, Eleni Kossyfidou, Panos H. Koutras
Coproduttori: Rémi Burah, Sébastien Delloye, Diana Elbaum, Juliette Lepoutre, Marie-Pierre Macia,
Interpreti: Kostas Nikouli (Danny), Nikos Gelia (Odysseas/Ody), Yannis Stankoglou (Lefteris Christopoulos), Marissa Triandafyllidou (Vassiliki Christopoulos/Vivi), Aggelos Papadimitriou (Tassos Peris), Romanna Lobats (Maria-Sonia), Patty Pravo (se stessa), Electra Leda Koutra (Antigone), Dinos Psychogios (il bullo), Dimitris Rakos (Poliziotto)
Produzione: 100% Synthetic Films, Wrong Men
Coproduzione: Movie Partners In Motion Film, Entre Chien et Loup
Supporto alla produzione: CNC, Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Eurimages, Greek Film Center, Media, ARTE France Cinéma
Distribuzione italiana: Officine UBU
Suono: Dolby Digital
Rapporto: 1.85:1
Camera: Arri Alexa
Negativo: Codex ARRIRAW
Lingue: greco, albanese
Paese: Grecia, Francia, Belgio
Anno: 2014
Durata: 128′

 

Sinossi: I fratelli Dany e Odysseus dopo la morte della madre, vanno alla ricerca del loro padre, greco, per costringerlo a riconoscerli come figli. Stranieri nella propria patria, partono per un viaggio pieno di imprevisti.

 



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