Lo chiamavano Zecchinetta > Nicola Palmeri


Il presente articolo è stato pubblicato su Rapporto Confidenziale, numero33 (giugno 2011), pagg. 76-78

LO CHIAMAVANO ZECCHINETTA
UN DOCUMENTARIO DI NICOLA PALMERI RICORDA LA FIGURA DI TANO CIMAROSA, UNO TRA I VOLTI PIU’ POPOLARI DEL CINEMA ITALIANO

Nel novero dei caratteristi del cinema italiano – presenze che spesso hanno avuto un ruolo tutt’altro che marginale nella costruzione e rappresentazione di storie sul grande schermo – Tano Cimarosa, già puparo nella natìa Sicilia, rappresenta un’eccezione, essendo tra i pochissimi che sono riusciti ad associare il loro volto al loro nome presso il grande pubblico, sia per l’incisività di alcuni suoi ruoli, sia per la lunga carriera che spesso gli ha permesso di valicare gli angusti spazi della caratterizzazione pura e semplice.
E Tano Cimarosa ha attraversato 45 anni di cinema passando tra le mani di registi come, tra i tanti, Fulci, Zampa, Risi (padre e figlio), Lenzi, Loy e Tornatore, quest’ultimo in più occasioni.
Nicola Palmeri gli ha dedicato un documentario – puntuale nel restituirgli il ruolo avuto nel cinema italiano – che nasce dall’incontro tra il giovane regista e l’attore nel 2006. Accantonato il progetto iniziale di realizzare un cortometraggio con Cimarosa come interprete, Palmeri opta per una testimonianza filmata che infine non è solo un excursus nella carriera di una figura indelebile del cinema italiano ma anche un pezzo importante di storia dello stesso.
“Lo chiamavano Zecchinetta” (il nome del personaggio interpretato in “Il giorno della civetta” di Damiano Damiani, film che gli ha permesso di mettersi in luce agli inizi della carriera) è un agile documentario che alterna riprese fatte a casa di Cimarosa (un vero e proprio museo della memoria del cinema) e per strade e mercati di Roma alle preziose testimonianze dello scomparso giornalista e critico Gregorio Napoli (lo si può vedere, nei panni di sé stesso, anche in “Come inguaiammo il cinema italiano” e “Il ritorno di Cagliostro” di Ciprì e Maresco e in “Sud Side Stori” di Roberta Torre), di Giuliano Gemma, Nino Frassica, Steve Della Casa, Franco Nero ed altri.
Potete vedere il documentario nella sua forma breve della durata di 10 minuti all’indirizzo
www.nicolapalmeri.it/produzioni/tanocimarosa, dove troverete anche informazioni sul DVD che comprende, oltre al documentario, scene e interviste che non sono entrate a fare parte del montaggio definitivo.
◆ Roberto Rippa

INTERVISTA A NICOLA PALMERI

RR: Qual è stata la spinta che ti ha portato a realizzare il documentario?
NP: Tutto è nato nel 2006 quando conobbi Tano al festival cinematografico Jalari in Corto a Barcellona Pozzo Di Gotto. All’inizio volevo fare un corto con lui. Avevo un soggetto che poteva essere interessante, ma non c’erano i presupposti per realizzare un buon lavoro sia perché non c’erano i soldi sia perché lui stava già poco bene di salute. Non mi andava di farlo solo per poter dire che avevo fatto un corto col mitico Cimarosa.
Pensai semplicemente di intervistarlo per confezionare un video, un omaggio. Ma appena lo vidi davanti alla mia videocamera rimasi colpito da quel suo volto visto e rivisto nei tanti film. Rimasi colpito dalla sua personalità. Decisi allora di andare a Roma per continuare il progetto. Grazie all’aiuto di un’amica che avevamo in comune riuscii ad intervistarlo nel suo appartamento romano. Era una casa piccola, tapezzata da tantissime sue foto. C’era tutta la sua vita. E c’erano tantissimi pupi costruiti da lui. Un appartamento davvero particolare. Devo dire che in Sicilia mi è capitato spesso di incontrare personaggi che come Tano hanno fatto della loro abitazione una sorta di museo con i cimeli della loro vita. Ma quella di Cimarosa era interessante, perché non era solo la sua storia ad essere appesa alle pareti ma era per certi versi anche la storia del cinema italiano, o meglio di quel tipo di cinema che aveva fatto lui.

RR: Come ha reagito Tano Cimarosa alla tua proposta?
NP: Era felicissimo, entusiasta che si stesse facendo un lavoro su di lui. Mi continuava a chiedere se avevo bisogno di qualcosa, se volevo altre informazioni.
Conservo poi con affetto la registrazione di una delle tante interviste dove Tano, rivolgendosi con una persona che era presente durante le riprese, parlando di me diceva: “Ha ripreso tutto a casa mia, le foto, i pupi, i quadri, per fino i chiodi dei quadri. Sta facendo un grosso lavoro sulla mia vita. – rivolgendosi a me – Se ti serve qualsiasi cosa dimmelo eh!”. E’ stato molto simpatico e affettuoso.

RR: Come si è svolto il lavoro? Per quanto?
NP: Il lavoro purtroppo è stato svolto un po’ a singhiozzo sia perché non c’è mai stato un produttore alle spalle sia perché parallelamente badavo ad altri progetti. L’ultima intervista, prima di chiudere il montaggio, l’ho fatta dopo due anni dal primo incontro con Tano. Il documentario è stato poi presentato nella prima versione a dicembre del 2010. A Roma l’ho seguito in diversi posti, e quando mi capitava di passare da Piazza Indipendenza ci scappava sempre una chiacchierata filmata ovviamente, gli ho fatto tantissime interviste.
Le conservo con affetto e mi è dispiaciuto il fatto di averne scartate parecchie.
Oggi ho davvero tantissimo materiale su Tano.

RR: Avevi già in chiaro come procedere o ti sei lasciato trascinare da Cimarosa?
NP: Avevo già chiaro il sapore che volevo dare al film. Scrissi subito il testo per il caro critico cinematografico
Gregorio Napoli che avevo scelto per dare un certo taglio al documentario.
Quando gli dissi che avevo pensato a lui per una sorta di voce narrante, al fianco degli altri personaggi noti, lui felicissimo mi disse: “Palmeri, sono liquefatto!”.

RR: Come hai scelto i testimoni che appaiono nel documentario?
NP: E come hanno risposto alla tua richiesta di partecipare?
La parte più difficile di tutto il lavoro è stata proprio quella di trovare e di riuscire ad intervistare i personaggi che avevano avuto a che fare con Tano. Alcuni li ho contattati personalmente e ho concordato con loro un momento per fare l’intervista. Altri invece mi è capitato di vederli in varie manifestazioni cinematografiche dove ero ospite per altri motivi.
Devo dire che tutti ma proprio tutti sono stati molto disponibili e felici di ricordare Tano in questo documentario, anche quelli che non ho potuto inserire per ragioni di spazio o di narrazione e con i quali mi scuso.
E’ doveroso ringraziare anche Michele Segretario, tastierista della band Cordepazze, che ha realizzato una colonna sonora a dir poco eccezionale appositamente per il documentario e che veste a mio avviso in modo perfetto le mie immagini. Nel frattempo ho girato altre interviste che inserirò in una prossima versione.

RR: Hai cercato nel corso di tempo un finanziatore, un produttore?
NP: L’ho cercato ma senza costanza, lo sto cercando ancora adesso. Mi piacerebbe dare la giusta visibilità a Tano e al suo film. Spero che qualcuno si faccia avanti, magari leggendo proprio questa intervista.

RR: Che tipo di distribuzione ha avuto il documentario?
NP: In questo momento è scaricabile in una versione breve ma ne esiste una versione più lunga pubblicata in DVD, com’è possibile ottenerlo?
Purtroppo l’unica distribuzione attualmente possibile è quella della versione short scaricabile dal mio sito (www.nicolapalmeri.it). La versione completa, cioè il DVD multimediale con extra e scene tagliate, non è in distribuzione, abbiamo fatto solo una piccola tiratura per giornalisti e amici.
Fortunatamente sta girando nei vari festival e in rassegne cinematografiche. Attendo fiducioso in un produttore/distributore serio che prenda a cuore l’iniziativa.
Come ultima possibiltà non mi dispiacerebbe che qualcuno mi chieda la versione breve per inserirla come EXTRA in qualche DVD in distribuzione…

RR: Quali sono state le reazioni al tuo lavoro?
NP: Direi che sono state abbastanza positive.
Mi scrivono in tanti chiedendomi anche altre curiosità sul personaggio. Sono soprattutto appassionati del genere e cinefili di tutta Italia. Altri mi hanno fatto i complimenti per la pervicacia e la pazienza con cui ho portato avanti il lavoro, comprendendo quindi che non è stata una facile operazione. Nella prima versione, a differenza della seconda, c’erano pochi film inseriti in cui si vedeva Tano e questa mancanza era stata oggetto di quanlche critica e anche di una mia autocritica, nel senso che nel documentario stesso lo faccio dire ironicamente a Gregorio Napoli nel tentativo di arginare il problema. Altri invece hanno apprezzato il fatto di aver dato tanto spazio alla storia di Tano Cimarosa uomo, con con i suoi pupi, con le sue foto, con i suoi ricordi. Alcuni mi hanno fatto notare l’eterogeneità della qualità delle riprese, a volte realizzate con telecamera professionale, a volte girate con mezzi di fortuna. In effetti mi sarebbe piaciuto girare tutto in alta definizione ma, come spiego sopra, alcune interviste anche se pensate prima venivano fatte all’improvviso e non c’era il tempo di organizzarsi. Siamo sempre là, ci voleva un produttore fin dall’inizio.

RR: Stai lavorando a altri progetti in questo momento? Se si, a cosa?
NP: Speriamo nei contributi per un grosso progetto e ho appena finito di scrivere a due mani la sceneggiatura di un corto. Spero di potere girare al più presto, compatibilmente con altri impegni lavorativi e con la seconda mia passione che è l’informatica. Ultimamente sto anche realizzando delle applicazioni per iPhone.

LO CHIAMAVANO ZECCHINETTA
Regia: Nicola Palmeri / Musiche originali: Michele Segretario / Produzione Mizzica Film / Con la partecipazione di: Giuliano Gemma, Gregorio Napoli, Leo Gullotta, Nino Privitera, Gilberto Idonea, Tony Sperandeo, Tiziana Lodato, Anne Riitta Ciccone, Damiano Damiani, Franco nero, Mario Fusco, Fabrizio Catalano, Manolo Bolognini, Steve Della Casa e altri.

www.nicolapalmeri.it
www.mizzica.net

GUARDA IL FILM IN STREAMING
www.nicolapalmeri.it/produzioni/tanocimarosa



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