articolo pubblicato su Rapporto confidenziale- numerouno, gennaio 2008 (pagg. 32-33)
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Trama
Dopo un lungo viaggio alla ricerca dell’amata Madeline, Philip giunge a casa Usher. Al suo arrivo non tarda a scoprire che Madeline e suo fratello Roderick soffrono di una malattia misteriosa che attribuisce a uno sensi estremamente acuti e all’altra uno stato di permanente catatonia.
La sera stessa, Roderick racconta all’ospite la storia di una maledizione che avrebbe colpito la famiglia e che farebbe sì che ogni volta che nasce più di un figlio, i fratelli sarebbero impazziti e in seguito sarebbero morti di morti orribili.
All’avvicinarsi dell’alba, gli effetti della maledizione paiono rivelarsi in tutto il loro orrore…
Commento
Portare sullo schermo il classico racconto di Edgar Allan Poe, fu per Corman un’impresa non facile: il racconto era stato adattato per lo schermo in tre occasioni precedenti – e almeno cinque volte in seguito – ma, a dispetto delle difficoltà nell’adattamento, nessuna di queste trasposizioni si può dire sia riuscita come questa di Corman.
Il motivo della difficoltà, malgrado si tratti di un racconto popolarissimo, consiste nel fatto che lo stile narrativo è quello tipico dell’inizio del XIX secolo: piuttosto verboso e con una forza narrativa che risiede in gran parte nella descrizione e nelle atmosfere. In più la storia si basa su soli tre personaggi e l’azione vera e propria giunge solo alla fine della vicenda.
Questi sono i motivi per cui vennero apportate alcune significative modifiche a trama e personaggi al fine di ottenere una versione efficace per lo schermo.
Si tratta questa della produzione più costosa di Corman fino ad allora, con ben 100’000 dollari di budget, ma l’investimento venne decisamente ripagato. Basti pensare che House of Usher si trova entro i primi cinque posti della classifica dei film più visti del 1960 e diede anche il via a una mezza dozzina di film di Corman tratti da Allan Poe.
Il film venne scritto dal noto scrittore e sceneggiatore Richard Matheson (1), il cui contributo al successo del film è certamente determinante.
La stella del film è Vincent Price, certamente non nuovo al cinema dell’orrore in quel tempo essendo stato protagonista di molti film del genere negli anni ‘50 (The House of Wax – La maschera di cera, 1953, The Fly – L’esperimento del dottor K, 1958, giusto per citarne due tra i più noti), che divenne da qui protagonista della serie di film di Corman tratti da Edgar Allan Poe negli anni ’60 (2).
In House of Usher, Price interpreta il ruolo di Roderick Usher, uno dei due sopravvissuti membri della corrotta famiglia vissuta da generazioni nella stessa, ormai fatiscente, casa. I suoi sensi sono estremamente acuti, tanto che persino i passi su un tappeto possono procurargli un insopportabile dolore alle orecchie. La sua teoria è che i 3/4 della famiglia è scivolata nella pazzia, acquisendo questa sensibilità nel processo di deterioramento mentale.
Roderick vive con la sua giovane sorella Madeline e il maggiordomo Bristol. Le loro vite proseguirebbero tranquillamente in questo stato di apatica follia se Madeline non iniziasse una relazione amorosa con un giovane normale di nome Philip Winthrop. Come una donna che vive in quelle condizioni possa conoscere un uomo e intrecciare con lui una relazione è un elemento che né Poe né Corman si preoccupano di spiegare, ma è chiaro che non possa essere che un elemento esterno a dare la stura alla follia che i personaggi vivono placidamente all’interno di una situazione chiusa come la casa.
Philip giunge un giorno con l’intento di portare via con sé la sua amata ma Roderick non glielo permette e gli dice: “devi lasciare questa casa ora, non è un posto salutare per te” e certo non sta mentendo visto che in quello stesso istante un candelabro che cade rischia di dare fine ai giorni del povero Philip.
Considerando il budget molto contenuto, scenografie e scene sono stupende e rendono perfettamente il crescendo del tono depresso della storia. La casa rischia di cadere a pezzi, esattamente come la famiglia stessa, e vive di continui scricchiolii e tremori che contribuiscono ad alzare la tensione nello spettatore.
House of Usher non è un film graficamente esplicito, ma presenta un tono disturbante e di desolazione di grande efficacia, che ha inizio quando si vede Philip cavalcare – in apertura del film – attraverso una foresta nei pressi della casa.
Non essendoci che pochissimi effetti speciali, il film si regge principalmente su una fotografia efficace, su ambienti claustrofobici, sulle musiche spiritate di Les Baxter e, soprattutto, sulla minacciosa incombenza di Vincent Price, presente in quasi ogni scena. Una tra le migliori versioni cinematografiche di Allan Poe, uno tra i migliori film di Corman.
Roberto Rippa
Curiosità
Roger Corman, per girare le scene finali del film e il rogo di casa Usher, convinse il proprietario di un capanno di grandi dimensioni a lasciarglielo bruciare dietro compenso di 50 dollari.
Il titolo originale del film, House of Usher, differisce da quello del racconto di Edgar Allan Poe “The Fall of the House of Usher” (“La caduta di casa Usher”). Ciò nonostante, il film è stato reintitolato per l’home video utilizzando proprio il titolo del racconto.
Note
(1)
Richard Matheson è l’autore di I Am Legend da cui verrà tratto L’ultimo uomo della terra di Ubaldo Ragona, 1964, The Omega Man di Boris Sagal, 1971, I Am Legend, 2007, di Francis Lawrence e il cortometraggio Yo soy leyenda di Mario Gómez Martín (1967). Dopo House of Usher, lavora ancora in più occasioni con Corman. Nel 1962 lavora per Alfred Hitchcock alla sceneggiatura di The Birds (Gli uccelli), tratto da un racconto di Daphne Du Maurier, ma i regista gli preferirà Evan Hunter.
Suo il racconto da cui Spielberg ha tratto Duel (1971), sceneggiato da Matheson stesso.
(2)
Tra questi, The Pit and the Pendulum (Il pozzo e il pendolo, 1961, The Raven (I maghi del terrore, 1963), The Masque of the Red Death (La maschera della morte rossa, 1964) e The Tomb of Ligeia (La tomba di Ligea, 1965).
House of Usher (I vivi e i morti, USA, 1960)
Regia: Roger Corman / Soggetto: Edgar Allan Poe (da “The Fall of the House of Usher”) / Sceneggiatura: Richard Matheson / Musiche originali: Les Baxter / Fotografia: Floyd Crosby / Montaggio: Anthony Carras / Interpreti principali: Vincent Price, Mark Damon, Myrna Fahey, Harry Ellerbe / 79′