articolo pubblicato su Rapporto Confidenziale numero21, gennaio 2010, pagg. 14-15
La natura madre-matrigna
di Alessandra Cavisi
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la compagnia “Charlie” dell’esercito americano, sbarca sull’isola di Guadalcanal con l’intento di conquistarla. Ogni soldato, capitano e generale si troverà ad affrontare la crudeltà della guerra in modo personale e particolare.
Uno dei più particolari film di guerra mai girati nella storia del cinema, “La sottile linea rossa” è un vero e proprio capolavoro di estrema e rara finezza espositiva e formale, che soprattutto però non manca di coinvolgere emotivamente e commuovere lo spettatore più sensibile che si ritrova a riflettere e a provare lo stesso disagio dei numerosissimi protagonisti inseriti in un contesto al tempo stesso desolante come quello della guerra e idilliaco come quello della straordinaria natura che assiste inerme e fa da scenario agli orrori del genere umano (è clamoroso il fatto che non abbia vinto nemmeno un Oscar nonostante le 7 candidature, anche se per fortuna a Berlino si resero conto dell’estrema valenza della pellicola preminadola con l’Orso d’Oro). E’ proprio la dicotomia guerra/natura che sta alla base di questa pellicola indimenticabile, tant’è che il regista, quel Terrence Malick che sporadicamente si dedica al cinema, ma che quando lo fa ci regala dei film meravigliosi, sofferma il suo sguardo, quello dei suoi protagonisti e di rimando anche il nostro sui magnifici particolari di quest’isola ricca di alberi, piante, ruscelli, cascate ed altri incantevoli elementi naturali, inframmezzando le azioni crudeli che ivi si svolgono con dei primi piani di animali che osservano attenti e super partes lo scempio che si compie intorno a loro. Tant’è che lo stesso regista che non apologizza né sui buoni, né sui cattivi, visto che alcun combattente né americano né giapponese può essere insignito di nessuno dei due aggettivi. Ma nonostante la guerra sia sinonimo di morte e distruzione (così come siamo chiamati ad assistere nella lunghissima e grandiosa sequenza dell’attacco alla collina in cui sono asserragliati i nemici giapponesi), la natura continua a svolgere il suo corso, creando la vita in quello stesso contesto desolante e apocalittico come dimostra il toccante momento in cui vediamo un soldato morire tra le braccia del suo compagno e un uccellino prendere vita uscendo dal suo guscio. Non il tipico war-movie, quindi, questo “La sottile linea rossa”, tratto dall’omonimo romanzo di James Jones che lo intitolò così rifacendosi ad un verso di Rudyard Kipling: “Tra la lucidità e la follia c’è solo una sottile linea rossa”. Ed è proprio la lucidità e la follia di questi uomini vhe viene raccontata da Terrence Malick tramite la voce interiore di ognuno di loro, espediente che si fa ancora più significativo quando siamo chiamati ad ascoltare i pensieri di un soldato morto e ormai sepolto quasi interamente sotto la pioggia e il fango. Più che altro un film di introspezione che sottolinea approfonditamente e in maniera molto intensa i sentimenti e le emozioni di ciascun personaggio che compare sulla scena, creando una sorta di coralità che accomuna tutti i componenti della compagnia militare nella loro inadeguatezza al contesto bellico e non solo. Non uno solo di essi assurge al ruolo di protagonista più di altri, ognuno di loro compare sullo schermo da solo o con gli altri per raccontarci un pezzo di sé: le sue speranze, le sue illusioni, le sue ancore di salvezza (per uno è il ricordo dell’amatissima moglie, per l’altro è la speranza nell’esistenza di una sorta di Paradiso, già saggiato nella permanenza in una delle Isole Salomone dove si era rifugiato clandestinamente per poi essere ripescato a bordo), ma anche le sue paure, le sue angosce, i suoi rimorsi e i suoi rimpianti (per un altro ancora non c’è speranza alcuna di salvezza, di redenzione o di catarsi). A turno ascolteremo i pensieri di quasi tutti i soldati di questo battaglione, scoprendo le singolarità di ognuno di loro, ma anche il loro valore scaturente dai rapporti interpersonali che li legano. Nonostante siano molti i clichè dei film di guerra ricalcati, soprattutto nelle personalità dei protagonisti (c’è il colonnello duro e spietato che pensa alla sua carriera, il capitano che difenderà la vita dei suoi uomini per poi essere cacciato educatamente dalla compagnia, il caporale fifone e dimesso che poi prenderà forza e coraggio, i soldati che si batteranno per la conquista di qualcosa che a loro non interessa realmente e via di questo passo), “La sottile linea rossa” è un film unico che, grazie ad una regia formidabile, una fotografia e un’ambientazione maestose, una colonna sonora firmata Hans Zimmer davvero toccante e consona alle situazioni narrate e sottolineate dalle note della stessa, e soprattutto un ricchissimo cast di bravissimi attori e caratteristi, alcuni presenti anche per dei piccoli cameo, ma ugualmente graffianti e comunicativi (Sean Penn, James Caviezel, Nick Nolte, Elias Koates, John Travolta, George Clooney, Adrien Brody, John C. Reilly, Ben Chaplin, John Cusack, Woody Harrelson, John Savage e si potrebbe continuare a lungo), rimane indelebilmente impressa negli occhi, nelle menti, nei cuori e nelle ossa degli spettatori, chiamati ad affrontare numerosi quesiti filosofici e metafisici sollevati dai vari protagonisti e dal regista stesso, ma lasciati volutamente irrisolti, un po’ per lasciare libero spazio alla nostra valutazione e un po’ soprattutto perché imponderabili nella loro disarmante e dolorosa indeterminatezza e irrisolvibilità. Rimane un unico rifugio in cui consolarsi e trovare pace, così come dimostra il visivamente maestoso incipit e il significativo fotogramma finale. Trattasi della natura, quella primordiale e incontaminata dalla crudeltà e smania di potere umane. Anche se uno dei protagonisti, e noi con lui, si ritrova a pensare: Cos’è questa guerra stipata nel cuore della natura? Perché la natura lotta contro se stessa? Perché la terra combatte contro il mare? C’è forza vendicativa nella natura”. Ma se la natura ha bisogno di vendicarsi, ci sarà anche un motivo, e il motivo è largamente raccontato in questa magniloquente ed estremamente coinvolgente pellicola che ha per protagonista assoluta, più che i grandi divi hollywoodiani e i personaggi da loro interpretati, l’implacabile e inarrestabile natura.
The Thin Red Line (La sottile linea rossa, USA/1998) Regia, Sceneggiatura: Terrence Malick ~ Soggetto: dal romanzo omonimo di James Jones ~ Fotografia: John Toll ~ Montaggio: Leslie Jones, Saar Klein, Billy Weber ~ Scenografia: Jack Fisk ~ Colonna sonora: Hans Zimmer ~ Interpreti: James Caviezel, Sean Penn, Nick Nolte, Elias Koates, Ben Chaplin, Adrien Brody, John Cusack, Woody Harrelson, John C. Reilly, George Clooney, John Travolta, Jared Leto, John Savage, Miranda Otto, Tim Blake Nelson ~ Produzione: USA ~ Anno: 1998 ~ Durata: 170’.