RaiTre // Fuori Orario 25.12 – 31.12.2011


Fuori Orario: dal 25 al 31 dicembre 2011

Ecco il programma per la settimana va che da Natale a San Silvestro, con un sacco di cose che troverete – speriamo – imperdibili!
Su tutte: due documentari d’arte in primavisione TV di Luciano Emmer e la riproposta di “Satantango” di Béla Tarr (quasi otto ore!) per la notte di San Silvestro!
Auguri a tutti da Fuori Orario

RAITRE
Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi, Baglivi, Di Pace, Esposito, Francia, Fumarola, Giorgini, Melani, Turigliatto e Bendoni

“Satantango”, Béla Tarr, 2003

Domenica 25 dicembre 2011
dalle 01.50 – 6.00
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Francia Fumarola Giorgini Melani Turigliatto e Bendoni

con i film

O SOMMA LUCE
(“La soufrière – Warten auf eine unausweichliche katastrophe”, Germania, 1977, col., 30’, v.o.sott.it.)
(Francia-Italia, 2010, col., 18’)
Regia: Jean-Marie Straub
Testo. Dante Alighieri, La Divina Commedia (XXXIII canto del Paradiso)
Con: Giorgio Passeroni

“O somma luce che tanto ti levi / da’ concetti mortali, a la mia mente / ripresta un poco di quel che parevi, / e fa la lingua mia tanto possente, / ch’una favilla sol de la tua gloria / possa lasciare a la futura gente; / ché, per tornare alquanto a mia memoria / e per sonare un poco in questi versi, / più si conceperà di tua vittoria”. (Dante, Paradiso Canto XXXIII)
“La fine del paradiso terrestre” (Jean-Marie Straub)
prima visione TV

LA DIVINA COMMEDIA
(A Divina Comédia, Portogallo-Francia, 1991, col., 136’, v.o. sottotitoli italiani)
Regia e sceneggiatura: Manoel de Oliveira
Soggetto: da estratti della Bibbia, di Fëdor M. Dostoevskij, José Régio e Friedrich Nietzsche
Con: Maria de Medeiros (Sonia), Luís Miguel Cintra (il Profeta), Miguel Guilherme (Raskolnikov), Mário Veigas (il Filosofo), Maria João Pires, Leonor Silveira, Júlia Buisel, Diogo Dória, José Wallenstein, Ruy Furtado, Luís Lima Barreto, Paulo Matos, Manoel de Oliveira.

In una clinica, alcuni malati di mente credono di essere Gesù, Lazzaro, Marta, Maria, Adamo, Eva, Sonia, Raskolnikov, Aljosa e Ivan Karamazov, un Filosofo, un Profeta, un Fariseo, Santa Teresa d’Avila e recitano la «divina commedia». «Non c’è una vera e propria storia, si tratta piuttosto di un racconto che tratta nello stesso tempo del peccato originale e della punizione, della lussuria e della santità, della sincerità e dell’ipocrisia, della ostinazione del Potere e della sottomissione, e che mette in conflitto i valori, non-valori e contro-valori che reggono la nostra cultura occidentale giudaico-cristiana, in cui tutto si conclude nella questione fondamentale dell’esistenza o della non esistenza della Resurrezione» (Manoel de Oliveira).
prima visione TV

DIARIO DI SAN PIETROBURGO: MOZART REQUIEM
(Mozart Requiem, Russia, 2004, col. 71’)
Regia: Aleksandr Sokurov
Con: Soliste del teatro Mariinskij (Olga Kondina, Zlata Bulycheva, Jevgenij Akimov, Gennadij Bezubenkov), coro da camera Rossika (direttore Valentina Kopylova-Panchenko), Valentin Nesterov

Aleksandr Sokurov ha ripreso con cinque telecamere la messa in scena del Requiem di Mozart realizzata dallo stesso regista nella sala Piccola della Filarmonica di San Pietroburgo il 3 febbraio 2004. «La caratteristica principale dell’interpretazione è che il coro non è fermo, ma si sposta sulla scena. Gli spostamenti non sono dettati dalla partitura; le coriste si muovono in maniera caotica, si riuniscono sul proscenio, si posizionano al fondo del palcoscenico. Allo stesso modo, i solisti si muovono liberamente. Grazie al lavoro d’illuminazione, questi spostamenti creano giochi di chiaroscuro. Il montaggio del film non è tradizionale. Non abbiamo cercato di rispettare la successione abituale dei valori dell’inquadratura, né di seguire i solisti, né di sostenere il ritmo dell’opera musicale attraverso il montaggio. Il ritmo del film è mutevole, non coincide sempre con quello della musica. Lo spettatore segue i cambiamenti della luce, i movimenti degli interpreti, i loro volti, le loro emozioni. I pietroburghesi venuti ad assistere allo spettacolo sono anche i personaggi del film» (A. Sokurov).

Lunedì 26 dicembre 2011
dalla 1.00 alle 3.00
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Francia Fumarola Giorgini Melani Turigliatto e Bendoni
a cura di  Roberto Turigliatto

con il film

MON CAS
(Id., Francia-Portogallo, 1986, col., 87’34”, v.o. sottotitoli italiani)
Regia e sceneggiatura: Manoel de Oliveira.
Soggetto: da “O meu caso di Jose Régio”, estratti di Pour en finir et autres foirades di Samuel Beckett e dal Libro di Giobbe.
Con: Bulle Ogier (attrice n.1/la moglie di Giobbe), Luís Miguel Cintra (lo sconosciuto/Giobbe), Axel Bougousslavsky (l’impiegato/Elifaz di Teman), Fred Personne (l’autore/ Bildad di Shuka), Héloïse Mignot, Wladimir Ivanovsky, Grégoire Œstermann e la voce di Henri Serre.

Poco prima che cominci una rappresentazione teatrale, uno sconosciuto sale sulla scena per esporre il «proprio caso». Gli viene impedito prima da un impiegato del teatro, poi da un’attrice, dall’autore e alla fine da tutta la compagnia. Ognuno di essi parla del «proprio caso» e la discussione degenera. Per altre due volte si alza e si abbassa il sipario. Il quarto atto vede Giobbe dialogare con Dio. Una commedia portoghese degli anni ’50, un testo di Samuel Beckett, il Libro di Giobbe: questi testi si richiamano e si sovrappongono in un gioco di specchi tra cinema, teatro, cinema e televisione.

Martedì 27 dicembre 2011
dalle 1.55 alle 2.00
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi, Baglivi, Di Pace, Esposito, Francia, Fumarola, Giorgini, Melani, Turigliatto e Bendoni

presenta
EVELINE

Mercoledì 28 dicembre 2011
dalle 1.25 alle 2.00
VENT’ANNI PRIMA
E DUE DOCUMENTARI DI LUCIANO EMMER

di Ciro Giorgini

IL MIRACOLO DI SAN GENNARO
(Italia 1948, colore, 10′)
di Luciano Emmer

“Un documentario che sembrava perduto, “II miracolo di San Gennaro”, di Luciano Emmer, realizzato nel 1948, su commissione di una società cattolica, (…)oggi visibile grazie al restauro della Cineteca Comunale di Bologna. (…) Emmer, milanese incuriosito da questa tribale forma di religiosità, costruisce un pregnante quanto involontario documento antropologico della Napoli del dopoguerra”. (Mario Franco)

IL DRAMMA DI CRISTO
(Italia 1992, colore, 15′)
di Luciano Emmer, Enrico Gras

“Nel 1992 ho realizzato un terzo Giotto che si intitola Il dramma di Cristo. L’idea centrale era questa: se Giotto avesse avuto la macchina da presa 600 anni fa avrebbe anticipato Rossellini, Pasolini e tutti gli altri, senza bisogno dei pennelli. Nello stesso tempo ho scoperto una maggiore profondità del racconto cinematografico rispetto a Racconto da un affresco. Giotto aveva voluto raccontare la storia commovente tra una madre e un figlio. Il rapporto tra il bambino nelle mani più che nelle braccia di Maria nella natività e l’uomo morto nelle braccia di Maria alla fine della sua vita era la chiave di questo racconto che diventava un film” (L. Emmer).

Giovedì 29 dicembre 2011
dalle 1.55 alle 2.00
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi, Baglivi, Di Pace, Esposito, Francia, Fumarola, Giorgini, Melani, Turigliatto e Bendoni

Venerdì 30 dicembre 2011
dalle 1.30 alle 7.15
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Francia Fumarola Giorgini Melani Turigliatto e Bendoni
presenta
CINEMA SUL FONDO
Scritti da Steno e Monicelli

a cura di Ciro Giorgini
con i film

IL CAVALIERE MISTERIOSO
(Italia, 1948, 91’08”)
Regia Riccardo Freda, scritto da Freda con Steno e Monicelli

Con Vittorio Gassman, Maria Mercader, Yvonne Sanson, Gianna Maria Canale, Elli Parvo, Antonio Centa, Tino Buazzelli

Per salvare il fratello, ingiustamente accusato del furto di una lettera compromettente, l’esiliato Giacomo Casanova torna a Venezia di nascosto. Scritto da R. Freda con Steno e Mario Monicelli, funziona come una macchina dal punto di vista narrativo e del ritmo.
Una delle opere migliori della filmografia di Freda. Un giovanissimo Gassman nei panni di un Giacomo Casanova scatenato. Un film come un merletto,  l’avventura , la maestrìa del nostro artigianato nazionale.

I MISERABILI (CACCIA ALL’UOMO e TEMPESTA SU PARIGI)
(Italia, 1947, 86’ 51”+ 93’ 25”)
Regia Riccardo Freda, da Victor Hugo, scritto da Freda con Steno e Monicelli  e Vittorio Novarese
Con Gino Cervi, Valentina Cortese, Hans Hinrich, Aldo Nicodemi, Luigi Pavese, Andreina Pagnani, Marcello Mastroianni, Gabriele Ferzetti, Cosetta  Greco

Prodotto da Carlo Ponti per la Lux e sceneggiato, col regista, da Monicelli, Steno e V.N. Novarese, è una versione agile, scattante, non priva di saettanti invenzioni, con un certo gusto da romanzo d’appendice e un credibile Valjean in cui Cervi inietta bolognese bonomia. S’intravedono in due particine Marcello Mastroianni e Cosetta Greco. Presentato in due episodi, è la versione cinematografica più monumentale, maniacale  e definita del capolavoro di Hugo

(Italia, 1941, b/n)
di Francesco De Robertis Con Felga Lauri, Marichetta Stoppa, Diego Pozzetto e gli Ufficiali, i sottufficiali e l’ equipaggio di un sommergibile italiano
Un sottomarino italiano, durante una manovra, urta con una nave da carico e affonda. Il comandante e gli uomini dell’equipaggio si prodigano, in collegamento con le unità di superficie, per cercare di salvare l’imbarcazione. Ma l’incidente è piuttosto grave. Grande forza registica di De Robertis che qui anticipa la scrittura del Neorealismo. Inserito per il suo splendore e perché dà il titolo alla rassegna.

Sabato 31 dicembre 2011
dalle 0.30 alle 8.00
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Francia Fumarola Giorgini Melani Turigliatto e Bendoni

presenta

SATANTANGO
(Id., Ungheria, 1993,b/n, v.o. sott.it., 7 ore e 30′)
Regia: Béla Tarr
Interpreti: Miklos B. Szekely, Janos Derzsi, Putyi Horvath, Mihaly Vig

Dal romanzo omonimo dello scrittore ungherese László Krasznahorkai, lo stesso autore di Kharozat (1988), Sátántangó è la storia del collasso di una fattoria collettiva al tramonto del comunismo gelido sovietico, del desiderio di abbandonare quel luogo e la propria condizione, dell’attesa di un futuro migliore. La danza di questa umanità disperata si avvita intorno alla figura di Irimias, figuro sparito da due anni il cui ritorno, all’inizio solo vociferato, segna il ripetersi degli inganni e dello sfruttamento ai danni della comunità.

RaiTre – Fuori Orario



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