Silverio Corvisieri…contro gli “Ufo Robot”

Mazinga contro gli Ufo Robot e Ufo Robot contro gli invasori spaziali, erano i titoli di due famosi film di montaggio in animazione, usciti proprio durante il successo Rai di Goldrake. Presentiamo in esclusiva su Rapporto Confidenziale – Magazine di Cultura Cinematografica – un omaggio sull’On. Silverio Corvisieri, riproponendo il famoso articolo sulle colonne di Repubblica contro Goldrake, all’epoca di quando il Parlamentare era nella Commissione di Vigilanza Rai, e la difesa su Goldrake della Funzionaria della TV dei Ragazzi Rai Nicoletta Artom su TV Sorrisi e Canzoni; le interviste per il trentennale di Atlas Ufo Robot, sia a Silverio Corvisieri che a Luca Raffaelli nel programma di Rai Due, Pirati; l’intervista esclusiva a Silverio Corvisieri di Mario Verger; e i dubbi sulla famosa “interpellanza parlamentare” dell’epoca, entrata nella leggenda metropolitana di Atlas UFO Robot, la quale non ci sarebbe mai stata ma che ha costituito il più clamoroso falso storico della “Goldrake generation”

di Mario Verger

Un fumetto d’epoca tratto da un vecchio numero de Il Male, con Eugenio Scalfari impersonato da Orazio Cavezza (o viceversa) alle prese con Rattiero Topolieri, ovvero l’allora opinionista de La Repubblica Silverio Corvisieri, eletto nelle liste del defuntissimo PDUP

Il compagno Corvisieri

Introduzione di Luca Raffaelli (1)

Che bello, rieccomi qui. Felice di essere de press. Anche perché questo mese non sarò tanto de press quanto piuttosto radioso. Vi racconto infatti di una trasmissione andata in onda in diretta su Radiotre venerdì 17 aprile ultimo scorso, condotta da Loredana Lipperini, che già abbiamo avuto modo di ascoltare e apprezzare a Cartoombria dopo la proiezione dell’ultimo episodio di ‘Sailor Moon’ in cui Bunny appare senza veli. Si affrontava un tema singolare in quella giornata dalla data apparentemente tanto infausta: il ventennale di ‘Goldrake’, primo cartone giapponese apparso sugli schermi televisivi italiani. Ospiti: Claudia Cangini della Dynamic Italia, i due Kappa Andrea Baricordi e Massimiliano De Giovanni (al telefono) e il sottoscritto, unico in studio. Tutto normale, anche troppo. La sorpresa, vera, stava in un altro ospite al telefono: Silverio Corvisieri. A molti di voi lettori questo nome dice poco, pochissimo, quasi niente. Per me, invece, che ero troppo piccolo per fare il ’68, dice qualcosa di più. Perché ero giusto all’ultimo anno di scuola nel ‘tt. E in quegli anni caldi, dove la lotta politica aveva – checché se ne dica – un grande valore formativo, qualcuno dei nostri riuscì ad entrare in parlamento. Uno di questi era lui, Silverio Corvisieri, deputato del PDUP. E un giorno del ’79 il compagno Corvisieri scrisse un’interpellanza parlamentare e un articolo su “Repubblica” contro. Allora erano tempi diversi da questi: chi si appassionava agli “anime” (allora non si chiamavano così) era troppo piccolo per replicare e far sentire le proprie ragioni. Vent’anni dopo, invece, no. Ebbene, vent’anni dopo, quel Corvisieri è stato ospite al telefono della trasmissione di cui sopra. Interessantissima. Di cui in parte cerco di rendervi partecipi. Introdotto dalla Lipperini, Corvisieri così esordisce: «L’interpellanza parlamentare, come spesso accade, non ebbe alcuna eco. L’articolo su ‘Repubblica’ si`. Ne nacque una discussione più vivace di quanto pensassi: i miei gemelli – avevano allora sette o otto anni – vennero un giorno a casa da scuola chiedendo: ‘Ma che hai scritto? Ma che hai fatto? I compagni ci hanno chiesto se sei matto (hanno usato anche espressioni più colorite)! Adesso ci toglieranno…’
Insomma videro, come dire, una mania di censura. Io non sono un esperto di fumetti (anche se non li snobbo affatto, ho anche collaborato a ‘Linus’ a metà degli anni ’70), ma ero impressionato a quel periodo da come ‘Goldrake’ e questi cartoni giapponesi catturassero l’attenzione proprio dei miei figli, con un messaggio (molto diverso da quello che io cercavo di trasmettere loro) per cui l’altro, il diverso, è sempre un nemico minacciosissimo; i problemi si risolvono sempre con le armi, con la violenza. E con la violenza dell’eroe, del supereroe, del superuomo (in questo caso il super-robot). Insomma, una figura che non chiamava gli altri a collaborare, a decidere insieme. Quindi era antidemocratico e violentissimo. Mi sembrò giusto richiamare l’attenzione su questo fenomeno che, proprio per la sua elaborazione tecnica molto efficace, catturava fortemente l’attenzione dei ragazzi: mi sembrava che andassero protetti. Perlomeno, che se ne discutesse». «E oggi – interviene Loredana Lipperini – ha cambiato idea?». Risponde Corvisieri: «Beh, adesso, devo dire, il mondo è molto cambiato, e anche la televisione. Non c’è più quella situazione nella quale si poteva pensare anche a dare un indirizzo univoco… E` cambiata molto in peggio: di violenza e di altre cose orrende ne vediamo dappertutto, a tutte le ore, anche i ragazzi le vedono… Del resto, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, e sono abbastanza negativi, dal mio punto di vista. Quindi, non ho cambiato idea su quel tipo di fumetti… Di cartoni animati, ma devo dire che c’è ben di peggio attualmente».
E poi: «Io penso che i minori, i bambini, abbiano diritto a una certa tutela da parte dei genitori, perché altrimenti possiamo trasmettere di tutto a tutte le ore. Non andiamo poi a lamentarci quando vengono fuori i discorsi sulla pedofilia, eccetera eccetera. In sostanza, non è vero che il bambino sia in grado di scegliere autonomamente tutto».
Mi devo fermare qui. La prossima volta vi racconterò quali sono state le repliche degli altri ospiti. Nel frattempo, mi chiederò che diavolo c’entra quell’accenno alla pedofilia. E se davvero sia cresciuto il tasso di violenza nelle vicende umane da quando è nata la televisione. La stessa, intendiamoci, che Berlusconi vieta di vedere ai suoi figli.

Luca Raffaelli

L’Onorevole Silverio Corvisieri

L’articolo di Silverio Corvisieri su «Repubblica»

Un ministero per Goldrake

di Silverio Corvisieri

Milioni e milioni di bambini italiani in queste settimane sono letteralmente rapiti dall’entusiasmo per Goldrake, il grande protagonista televisivo della fantascienza giapponese che è insieme uomo, moderno samurai e ultrapotente macchina di guerra spaziale.
La popolarità dell’inno scelto per la presentazione del programma è enorme: lo conoscono e lo cantano, spesso in coro nelle aule scolastiche, tutti o quasi tutti i bambini dai 4 ai 10 anni. Ho visto un ragazzino cantarlo con grande fierezza e quasi con le lacrime agli occhi: “Si trasforma in un alto missile/ con circuiti di 1000 valvole/ tra le stelle sprinta e va / Mangia libri di cibernetica / e insalate di matematica / a giuocar su Marte va / Lui respira dell’aria atomica / è un miracolo di elettronica / ma un cuore umano ha / Quando schiaccia un pulsante magico / lui diventa un intergalattico / lotta per l’umanità”.
Goldrake deve sempre affrontare qualche nemico spaziale estremamente malvagio, che vuole invadere o distruggere la terra e l’umana civiltà orrendamente tecnologizzata. È a lui che gli uomini si affidano come si faceva un tempo in Giappone coi valorosi samurai. Questo superuomo-supermacchina può tutto e, per nostra fortuna, “un cuore umano ha”. In ogni caso si celebra dai teleschermi, con molta efficacia spettacolare, l’orgia della violenza annientatrice, il culto della delega al grande combattente, la religione delle macchine elettroniche, il rifiuto viscerale del “diverso” (chi viene da altri pianeti è sempre un nemico odioso…).
La tecnica è quella vecchia e collaudata dell’arrivano i nostri o dell’intervento in extremis del giustiziere. Quali effetti hanno programmi come questo sui fratellini minori dei ragazzi del “cioè”? Voglio dire, cantare in coro canzoni piene di parole per loro incomprensibili come “cibernetica” li aiuterà ad avere un linguaggio e una struttura di pensiero più ricchi e maturi? Questa propaganda straordinariamente efficace di tutte le vecchie idee del vecchio mondo quali segni lascerà? In quale modo un genitore può fronteggiare con i poveri mezzi delle sue parole la furia di Goldrake?
Mi sono posto queste domande come padre, oltre che come parlamentare della Commissione di indirizzo e di vigilanza sulla Rai. E mai come in questa occasione ho potuto constatare l’enorme distanza tra l’attività che la Commissione svolge e i problemi più seri che la televisione pone.
I temi che dominano i lavori della Commissione sono in teoria quelli giusti, ma vengono trattati in un modo ultra-astratto. Basta riflettere sulle ore e ore di discussione per arrivare a definire i concetti di pluralismo e di completezza dell’informazione, o le vivaci lotte per la suddivisione delle tribune politiche, senza mai avere il tempo o la volontà o i mezzi per un confronto serio sul messaggio che la televisione trasmette nelle nostre case, giorno dopo giorno, con Furia, Zorro, Goldrake, o Portobello, Scommettiamo o Domenica In.
Quando ci si renderà conto, soprattutto a sinistra, che i pezzetti di tribuna politica, peraltro necessari, e i polivalenti documenti sugli “indirizzi generali” non scalfiscono minimamente la realtà della Rai?
La questione è molto seria e investe un nodo decisivo della legge di riforma del 1975. Il Parlamento volle, allora, togliere dalle mani del potere esecutivo la vigilanza sulla Rai per trasferirla alle assemblee elettive e, per questa via, garantire una forma di controllo democratico e basato sulla partecipazione anche delle opposizioni. A che punto siamo? Sono da tempo convinto che, nonostante la buona volontà di pochi, né la Commissione parlamentare né il consiglio aziendale riescono a far fronte ai compiti fissati dalla legge.
Torniamo un momento a Goldrake. A parte il fatto che proporre in commissione un dibattito su questo ciclo di trasmissioni parrebbe a molti una stranezza, c’è da dire onestamente che, nella situazione attuale, una riflessione collettiva, (e anche, come forse sarebbe necessario, uno scontro) sui programmi per i bambini risulterebbe molto difficile e stentata.
Come può, infatti, una commissione composta da quaranta parlamentari, peraltro numerosi altri impegni, indirizzare e controllare un colosso come la Rai che ogni giorno sforna ore e ore di trasmissioni? Per far fronte a questi compiti sarebbe necessario disporre di centri organizzati di organizzatori intelligenti, esperti nelle comunicazioni di massa, pedagoghi, giornalisti, storici, filosofi, critici cinematografici o teatrali: insomma un vero e proprio ministero.
È una conclusione amara, anche perché sappiamo come i grossi apparati, almeno in Italia, finiscono sempre con l’appesantirsi in modo penoso e poi dimenticare le funzioni per le quali erano stati formati. D’altra parte, è possibile delegare alla Rai, che poi provvede rivolgendosi alle multinazionali americane e giapponesi, l’educazione dei nostri figli?
Non voglio esagerare l’influenza della televisione sui nostri comportamenti quotidiani, ma mi sembra ancora più eccessivo far finta di nulla, come oggi accade.(2)

Silverio Corvisieri

Goldrake

La difesa di Nicoletta Artom su «TV Sorrisi e Canzoni»

Chi ha paura di Goldrake cattivo?

di Nicoletta Artom

Artom scrive:
«Ammirato, elogiato, amato, da una parte; imputato, condannato, sottoposto a dure critiche dall’altra, Goldrake è tornato da poco sui teleschermi della Rai-TV.
Molte discussioni, e anche tante polemiche. Perché? Per che cosa, o su che cosa?
Silverio Corvisieri, parlamentare e già membro della commissione di indirizzo e vigilanza della Rai, ha sollevato il caso «Goldrake», in un articolo uscito qualche tempo fa sul quotidiano «La Repubblica», dove diceva testualmente: «I temi che dominano i lavori della Commissione parlamentare di vigilanza, sono, in teoria, quelli giusti, ma vengono spesso trattati in un modo ultra-astratto. Basta riflettere sulle ore e ore di discussione per arrivare a definire concetti di pluralismo e completezza dell’informazione». Poi così conclude l’articolo: «Senza mai avere i mezzi per un confronto serio sul messaggio che la televisione trasmette nelle nostre case; ad esempio Goldrake…».
In un’altra parte dell’articolo poi parla di «orgia della violenza annientatrice» che sarebbe contenuta in questi cartoni animati.
Dov’è l’orgia? Dov’è la violenza? Orge, di qualsiasi tipo non ce ne sono. I cartoni. Commissione o no, non sarebbero stati trasmessi. Orge violente neppure. Annientate poi a distanza, e senza orge, vengono solo macchine, missili e robot spaziali. E’ molto violento vedere distruggere macchine fantastiche, inventate?
Goldrake poi non è un invasore, non sbarca da nessuna parte, non attacca mai nessuno. Se attaccato, si difende come può, come farebbe chiunque nella realtà. Vince e vince sempre a puntate. In tutto ciò che male c’è?
C’è da domandarsi se Silverio Corvisieri e gli altri dopo di lui, colpiti, da antipatia acuta nei confronti di Goldrake, abbiano trascurato di informarsi, o abbiano evitato di analizzare da vicino altri eroi, quelli classici dei cartoni animati, quelli osannati, come Topolino, Tom e Jerry, Silvestro, il terribile Bunny (il coniglio) o Twitty (il canarino). Bene, questi cartoni sono molto più pericolosi, molto, molto più violenti.
Tom e Jerry, ma anche gli altri, vivono tra pareti domestiche, usano costantemente oggetti che si trovano in casa, adorano infilare code nelle prese elettriche, chiudere nemici nel frigorifero, usare ferri da stiro come martelli. Queste e altre situazioni che effetto fanno sul piccolo spettatore? Se al gatto viene infilata la coda nella corrente elettrica, i danni, nella fantasia, sono pochi, ma per i bambini è semplice dedurne: «Non succederà niente, nemmeno al mio fratellino minore».
La violenza, come si vede, c’è in questi cartoni ed è pericolosa, perché può essere imitata. Nulla di quanto detto appare in Ufo Robot. Non è facile trovare un «Maglio rotante» o un «Tuono spaziale» o delle «Rotelle perforanti». Se vi è da parte dei bambini ripetizione di questi termini è un gioco di fantasia e tale resta.
Di questa opinione è anche qualcuno che i cartoni animati li conosce molto bene, molto a fondo, Bruno Bozzetto, autore di «West and Soda», «Sig. Rossi» e di «Allegro, non troppo». «Io sono molto scettico su questa battaglia contro il cartone animato, sono allarmato piuttosto per il “dal vero”. E’ lì che i bambini si identificano trovandosi davanti alla realtà di tutti i giorni… Non parliamo poi di spettacoli tipo western, gialli…».
«Queste sono cose che “restano” dentro il bambino… In ogni caso Ufo Robot è un cartone così folle, cos’ inimmaginabile che non riesco a capire come un bambino possa identificarvisi».
Il dibattito non finisce qui. Chiamiamo in causa altri che i cartoni animati li conoscono bene. Isa Barzizza (direttore di doppiaggio di tantissimi cartoni). Isa dice: «Goldrake sì, forse è violento, ma non è più violento di Remì. Non è quella di Remì una violenza disperante? Si costringe i bambini a piangere per 26 puntate, e su fatti che li toccano da vicino, la perdita della mamma e del papà, la tristezza di sentirsi soli».
Sergio Trinchero, esperto di cartoni animati e fumetti: «Goldrake non è violento, non c’è violenza ripetitiva… Quanto poi al fatto che il buono vince sempre…; e allora Topolino, che ci portavano a vedere “felici” i nostri genitori, allora Topolino non vinceva, anzi non vince sempre?… E poi perché deve vincere il cattivo? Se il buono perdesse – dice poi – ci sarebbe una sola puntata…! Io non so immaginare un bambino che ami un eroe perdente, a parer mio sarebbe un bambino un po’ strano; un bambino masochista».
In realtà i bambini tutti questi problemi non se li pongono. Loro accettano o rifiutano i programmi secondi i loro gusti, a volte dimostrandosi più adulti e più «ragionevoli» di coloro che vogliono o possono amministrare i loro spettacoli.
Una volta un direttore della Rai-Tv ha detto che il pubblico italiano era «formato da 40 milioni di teste di c…», di conseguenza sempre per quel direttore, i 40 milioni di teste di c… ne dovrebbero aver generate altrettanti milioni.
Non c’è forse, in questo genere di concetti, una logica di comportarsi da tutori o da censori? Fiducia nei bambini, invece. Sono intelligenti!».(3)

Nicoletta Artom

Silverio Corvisieri, intervistato a Pirati, Rai Due

Luca Raffaelli, intervistato a Pirati, Rai Due

I trent’anni di Goldrake

Per i trent’anni di Goldrake, Raidue ha mandato uno di quei brevi reportage come si usavano una volta all’interno del programma Pirati, intervistando a più riprese: Luca Raffaelli di Repubblica, l’On. Silverio Corvisieri, Francesco Specchia di Libero, e gli autori della musica italiana, Luigi Albertelli e Vince Tempera.
L’attore Marco Cocci, che presenta il programma, introduce il servizio così: «Goldrake andò in onda esattamente trent’anni fa proprio su Rai 2. Appena arrivato ne dissero di tutti i colori. La tesi più gettonata era: Goldrake è troppo violento e fa male ai bambini. Ma li avete visti i cartoni animati di oggi? Io non so…».
Mostrano l’articolo di Repubblica del ’79 scritto da Corvisieri. L’intervistatrice, Francesca Chiarantano, esordisce dicendo: «Qui abita colui che trent’anni fa sosteneva che Goldrake era diseducativo e pericoloso per i bambini…».
Silverio Corvisieri risponde: «Per me è stato un articolo di un interesse molto momentaneo, dovuto tra l’altro al fatto che avevo due gemelli, ce l’ho ancora adesso ma allora avevano 7 anni… Un giorno mi son convinto a guardare con loro il programma [Goldrake] e, allora, ho fatto un salto nella sedia… e loro erano ‘impazziti’ per quel programma!».
Un breve stacco con uno sketch di repertorio con Maria Giovanna Elmi che dice: «Se non l’avete capito, gli UFO Robot sono cartoni animati giapponesi».
Luca Raffaelli, commenta le polemiche dell’epoca, ricordando: «Un tempo si diceva: non si può leggere Flash Gordon, poi non si può leggere Tex, poi non si può leggere Diabolik, Satanik, e poi sono arrivati i cartoni animati giapponesi…».
E Corvisieri prosegue: «…Il supereroe era visto male perché in realtà dovevamo essere tutti attivi, tutti eroi in qualche modo, quindi nessun eroe… E Goldrake è il contrario, no?, Quello che ci libera dal male, lui solo… Poi il ‘male’ sono gli ‘esterni’, gli extraterrestri, cioè tutti i ‘diversi’ sono il ‘male’…».(4)

Da Pirati, RaiDue, 5 giugno 2008

Goldrake

Silverio Corvisieri e «l’affaire Goldrake»
di Mario Verger

Facciamo un po’ di storia dell’Anime televisivo giapponese in Italia. In realtà, Heidi (Alps no Shojo Heidi) e Atlas UFO Robot (UFO Robot Grendizer) non furono i primi Anime sbarcati in Italia, come quasi sempre si scrive.
Lo stesso Luca Raffaelli ne Le anime disegnate (5), parte da Heidi e Goldrake quasi per segnare una sorta di “identificazione” dei cartoon del Sol Levante.
Soltanto in pochi ricordano che la prima serie giapponese Vicky il Vickingo (Chiisana Viking Vikke) (6), già dal lontano 1976 aveva avuto in Italia un notevole successo.
Ma in realtà non fu nemmeno Vicky il primo cartoon uscito sui teleschermi italiani bensì nel 1975 Barbapapà (Barbapapa), con la famosa canzone cantata da Roberto Vecchioni col coro di Mitzi Amoroso e le Mele Verdi, serie che riscosse notevoli apprezzamenti presso il pubblico infantile di quegli anni.
Durante l’incredibile successo su Rai 1 degli inizi del ’78 della pastorella svizzera Heidi, pochi mesi dopo si affacciò a sorpresa anche una nuova serie su Rai 2, dal tratto più adulto, intitolata Atlas Ufo Robot; entrambi caratterizzati dagli occhi grandi ed espressivi, passando nell’autunno di quello stesso anno per la serie domenicale di Rai 2, Fiabe e leggende giapponesi (Manga Nihon Mukashi Banashi) e Zum, il delfino bianco (Iruka to Shônen) (7).
Pensare che i giapponesi, prima di Heidi e Goldrake, non fossero stati ancora «schedati» a motivo che trattavasi di coproduzioni tedesche o francesi è senz’altro errato, visto che anche la pastorella svizzera, creata dalla fantasia di Johanna Spyri e prodotta dalla Zuiyo (che poi divenne Nippon Animation), si avvaleva della regia di Isao Takahata, di Yoichi Otabe come character designer, dell’animazione diretta da Yasuji Mori, e dei layout di Hayao Miyazaki, attualmente il regista più occidentalizzato e “accettato” in Occidente.
Heidi era una coproduzione nippo-tedesca realizzata come gli altri in Giappone, adattata iconograficamente, psicologicamente e perfino religiosamente ai caratteri occidentali ma, evidentemente, nei primi mesi poco prima di Atlas Ufo Robot questa piccola “extracomunitaria” era sfuggita!
Bisogna anche aggiungere che oltre ai suindicati Anime trasmessi dalla Rai, contemporaneamente le neonate TV private mandarono in onda ripetutamente diversi lungometraggi animati della medesima casa cinematografica giapponese Toei Animation, realizzati, la maggior parte dei quali, negli anni ‘60 e sbarcati nei nostri cinema ai primi del ’70.
I titoli erano: Le tredici fatiche di Ercolino; Leo, il re della giungla; Alì Babà e i 40 ladroni; Robin e i due moschettieri e mezzo; Senza Famiglia; Il gatto con gli stivali; Simbad il marinaio; La storia di Alice… fanciulla infelice; La grande avventura del piccolo principe Valiant; Gli allegri pirati dell’isola del tesoro; Ventimila leghe sotto i mari; Orsetto Panda e gli amici della foresta; Heidi diventa principessa; Le meravigliose favole di Andersen; Continuavano a chiamarlo il gatto con gli stivali; Il gatto con gli stivali in giro per il mondo.
Film che il più delle volte sbarcarono in Italia coi nomi dei registi e animatori cambiati da quelli originali giapponesi, occidentalizzati o perfino malamente americanizzati…
Troverete inoltre in questo sito altri miei studi sugli Anime giapponesi fra i quali, l’analisi di uno dei primissimi reportage Rai a seguito del successo di Goldrake & Co.; l’Opera del grande Maestro Kazuo Nakamura; il Principe del Doppiaggio italiano Romano Malaspina; e, sempre in internet, I Segreti degli Anime, sul linguaggio dell’animazione del Sol Levante.
Goldrake irruppe nei teleschermi italiani proprio nel mezzo del Rapimento Moro durante il Governo Andreotti.
Ha ricordato giustamente l’allievo di Alberto Abruzzese, il sociologo Marco Pellitteri, inquadrando il periodo in cui questi Anime giapponesi sbarcarono in Italia nell’annesso, difficile, periodo storico:
«Arrivati in un periodo di terrificante crisi nazionale (lo scontro generazionale, i servizi segreti deviati, il terrorismo interno e l’uccisione di Moro) (8), gli anime provocarono un corto-circuito interpretativo, sfociato in un sentimento autodifensivo della classe politica di sinistra. Erano insomma arrivati altri “film” di fantascienza, per di più destinati ai fanciulli e diffusi da un medium molto più pervasivo del cinema, in cui gli invasori erano di nuovo brutti e spietati. L’antico collegamento “invasore=comunista”, divenuto automatico a causa di decenni di cinema statunitense antisovietico, si era riavviato. E’ molto probabile che Corvisieri e altri politici comunisti vi avessero scorto quel “rifiuto viscerale del diverso” non solo, a livello cosciente, in chiave destrorsa (cfr. supra, punto 3), ma anche perché a livello subcosciente potrebbero avere visto negli alieni invasori una metafora analoga a quella che aveva trasformato gli alieni dei b-movie americani nei russi comunisti e bolscevichi. E adesso quei politici, senza accorgersene, volevano probabilmente evitare ai loro figli e nipoti un’altra, possibile, decodificazione subliminale a detrimento della propria provenienza ideologica (9)».
La funzionaria Rai per i programmi dei ragazzi dell’epoca, Nicoletta Artom, fu ufficialmente la scopritrice di Goldrake.
Un aneddoto su come avvenne la scoperta che rivoluzionò i programmi per ragazzi della Rai TV è riportato in un libro, oggi introvabile, di Sergio Trinchero, aneddoto riportato sia nel libro di Raffaelli sia nel successivo saggio di Pellitteri.
Ne riporto anch’io uno stralcio:
Ecco le parole della funzionaria Rai Nicoletta Artom, la quale introdusse in Italia la serie nipponica Goldrake, dichiarazioni tratte da Vita col fumetto di Sergio Trinchero:
«Sergio, ho visto dei cartoni animati giapponesi… incredibili… una cosa nuovissima… mai vista… non si può dire nemmeno che siano di fantascienza! E’ un mondo di robot, pilotati da esseri umani. Che si trasformano. Volano. Uomini che diventano macchine… si dividono in due… […] Mi mostra in moviola un episodio di questi Atlas Ufo-Robot e devo dire che resto impressionato dalla suspense che i giapponesi riescono a suscitare con mezzi tutto sommato modesti: truka, montaggio e animazione parziale […] Una pagina nuova del cartoon di consumo. Do senz’altro la mia approvazione ad inserirli nel nuovo ciclo di “Buonasera con”. I funzionari [RAI] invece restano ancora scettici. Non sanno che fatturato li aspetta con Mazinga & Co.»(10).
Così ci viene raccontata dalle memorie di Sergio Trinchero la scoperta di Goldrake da parte di Nicoletta Artom (11), entrambi capi struttura Rai dei programmi per ragazzi, al mercato di Cannes.
Reduce dalla Francia col nome di Goldorak, Artom e Trinchero importano il primo robot del Sol Levante che va in onda il 4 aprile 1978 in Buonasera con… Superman, con la fatina Maria Giovanna Elmi che lo introduce. Nell’aprile di quell’anno nasce a tutti gli effetti il fenomeno dei cartoni animati giapponesi in Italia.
E’ interessante ricordare che Nicoletta Artom, insieme a Sergio Trinchero e a Gianni Rondolino, prima della scoperta degli Anime giapponesi, avevano già portato al successo il programma Gli eroi di cartone, andato in onda su Rai 2 fra il ’70 e il ’73.
La trasmissione si sviluppò in tre stagioni televisive, con un conduttore diverso per ognuna: Lucio Dalla dal ‘70 al ‘71; Francesco Mulè dal ‘71 al ’72; e Roberto Galve dal ‘72 al ‘73.
Ma cosa accadde in quegli anni in Rai? Silverio Corvisieri era un politico di un partito abbastanza nuovo e piccolo e godeva allora di una certa stima e quasi, diremo, di popolarità. Non a caso si interessava – come lui stesso ha ricordato – anche di cinema e televisione. Sempre in quel periodo il parlamentare faceva parte dell’allora Commissione di Vigilanza Rai (12).
«La «violenza» di GOLDRAKE & Co scatenò in brevissimo tempo le «proteste» non solo dei genitori più apprensivi ma anche dei politici. Andrea Borri, presidente democristiano della Commissione parlamentare di vigilanza, asserì a proposito della violenza in TV:
E noi infatti vogliamo intervenire al più presto perché tutto questo lo consideriamo un abuso e uno scandalo. Come pure riteniamo fuori luogo quei cartoni giapponesi in cui si predica solo e soltanto la violenza. Siamo per l’abolizione e quanto prima ne parleremo con Manca e Agnes per trovare un accordo immediato. [Cfr. A. Borri, citato in Scripta Manent, «Yamato», n. 1, cit.]», ricorda Marco Pellitteri alla pag. 255 del suo primo straordinario saggio Mazinga nostalgia (13).
Nicoletta Artom pubblica due articoli sul settimanale TV Sorrisi e Canzoni, di cui uno sulle polemiche di Corvisieri, a distanza di pochi giorni (14) uno dall’altro ma, dell’interpellanza parlamentare, non vi è cenno! Ed essa se c’era stata doveva esser senz’altro avvenuta, essendo i due articoli pubblicati quasi agli inizi del 1980! La Artom l’ha ignorata volutamente riferendosi esclusivamente all’articolo su Repubblica di quasi un anno prima, oppure l’interpellanza passata alla storia in realtà non sarebbe mai avvenuta?
Copie degli articoli sono pubblicarti nel sito Enciclorobopedia. L’opera più completa riguardo i robot giapponesi degli anni ’70, nella sezione ‘emeroteca’, dove, nell’articolo suindicato della difesa della Artom su Corviseri, senza nominarne il promotore si accenna alla vicenda:
«Non fatevi trarre in inganno dal titolo: questo è un articolo di Nicoletta Artom (responsabile dell’epoca della programmazione di Goldrake sul palinsesto RAI), apparso sempre sulla rivista TV Sorrisi e Canzoni in difesa del cartone animato fin da subito criticato.
A quell’epoca si contestò molto la violenza presente nei cartoni animati giapponesi e si arrivò al punto di portare la polemica a livello parlamentare. La Artom sottolinea come la violenza in Goldrake non sia mai gratuita evidenziando la positività dell’eroe e sottolineando che non è l’unico spettacolo a mostrare certe scene» (14).
Raffaelli è un esperto di cinema di animazione di levatura internazionale, forse il più importante o fra i pochi che si contano sulle punta delle dita a livello planetario; Pellitteri, più specializzato sull’animazione giapponese fa ormai conferenze in tutto il mondo ma… come l’affondamento del Titanic, passato alla leggenda, sarebbe una catastrofe mai avvenuta, tanto da farne ugualmente un mito…
Silverio Corvisieri è una persona schietta e diretta…
«Lei lo ha letto il mio articolo?» – Mi chiede a freddo Corvisieri.
«Certo» – lo rassicuro subito che almeno su questo non parlo a vanvera.
Lui in questo articolo ci credeva veramente! Per lui gli “invasori spaziali” di Goldrake erano stati raffigurati come pericolosi dagli autori del Sol Levante in quanto “diversi”, e andavano combattuti più o meno al pari di come venivano e vengono visti i “nostri” stranieri…
Corvisieri mi racconta che alla fine degli anni ’90 era andato a vivere a Ponza con la moglie, e gli telefona la Lipperini per un’intervista alla Radio su Goldrake vent’anni dopo, e lui prima di intervenire telefonicamente si era scritto tutta una scaletta. Da seguire..
Tempo dopo, revisionando le carte che aveva, ritrovò una scaletta redatta venti anni prima e, con sua sorpresa, essa era più o meno la stessa nei punti da seguire!
Idee troppo radicate o che c’aveva visto giusto…
Mi spiega che alla Commissione di Vigilanza Rai la polemica su Goldrake rappresentava un discorso più vasto, di forza, dopo il sessantotto.
Gli dico che anch’io, allora, frequentavo la “Regina Elena”, la stessa scuola dei figli, i gemelli Francesco e Valentino, proprio all’epoca di Goldrake; una scuola della borghesia di Sinistra vicina al Liceo Tasso, la quale, in altre epoche ebbe come alunni anche Vittorio Gassman e Raimondo Vianello. All’epoca nostra, ricordo, c’erano anche i figli dell’On. Massimo Cacciari, per la prima volta parlamentare a Roma.
E visto che, proprio in relazione a Goldrake, dei figli ne ha parlato più volte, anche nell’intervista Rai del trentennale, gli aggiungo simpaticamente che perfino all’asilo Montessori, sempre alla “Regina Elena”, nel 1975, ricordavo uno dei due figli, Francesco, riccioluto e paffuto e un po’ somigliante al padre, il quale venne nella mia classe ad anno già inoltrato; l’altro gemello, Valentino, più magro e moro, stava in un’altra aula…
Caso strano, nel 1980 fu proprio un intellettuale di sinistra, il celebre scrittore per l’infanzia Gianni Rodari a «schierarsi» dalla parte di Atlas UFO Robot, pubblicando su Rinascita un articolo vedendo in Goldrake una versione moderna fra i miti e gli eroi di tutti i tempi.
Purtroppo non si può sapere altro in merito perché quando fu pubblicato l’articolo Rodari, egli era morto qualche mese prima per un collasso cardiaco.
Gianni Rodari nell’articolo pubblicato nell’ottobre ‘80 su Rinascita intitolato Dalla parte di Goldrake, scrisse:
«Bisognerebbe vedere oggettivamente, liberandoci dai nostri pregiudizi personali, che cos’è per un bambino l’esperienza di Goldrake. Bisognerebbe chiedersi il perché del loro successo, studiare un sistema di domande da rivolgere ai bambini per sapere le loro opinioni vere, non per suggerire loro delle opinioni, dato che noi spesso facciamo delle inchieste per suggerire ai bambini le nostre risposte. Invece di polemizzare con Goldrake, cerchiamo di far parlare i bambini di Goldrake, questa specie di Ercole moderno. Il vecchio Ercole era metà uomo e metà Dio, questo in pratica è metà uomo e metà macchina spaziale, ma è lo stesso, ogni volta ha una grande impresa da affrontare, l’affronta e la supera. Cosa c’è di moralmente degenere rispetto ai miti di Ercole?» (16).
Accennandogli anche che nel 1980 venne proprio Gianni Rodari a far visita alla scuola “Regina Elena”…
Silverio Corvisieri mi racconta anche che spesso lo fermano per strada, visto che ha scritto una decina di libri, ma ancora riguardo Goldrake! Bisogna veramente riconoscere, a prescindere se si è d’accordo o meno, che l’On. Corvisieri fu il primo a rompere il ghiaccio su quello che era comunque considerato un prodotto per bambini, e a smuovere interpretazioni sociologiche al fenomeno Goldrake.
Silverio Corvisieri: un politico, un giornalista, uno scrittore.. Un sociologo ante-litteram…
Mi dice della televisione italiana che offre un messaggio, oggi accettato dall’italiano medio, del miliardario di Dallas… A cui io aggiungo il miliardario di Arcore e le sue feste del bunga-bunga sono diventati dei “valori” per la collettività italiana! Programmi quali il “Grande Fratello” contrastati da pochi altri seri come Ballarò, Anno Zero e Report…
Accenna all’intervista di Loredana Lipperini, coi i quattro Kappa Boys, i quali conobbi 15 anni fa prima del ventennale di Goldrake agli incontri della Fattoria degli Animati organizzati da Luca Raffaelli…
Mi sono capitate qui le pagine della versione inglese del nuovo e interessantissimo saggio di Marco Pellitteri, il quale, avendo ricevuto dalla Japan Foundation la sovvenzione per la traduzione in inglese e per la distribuzione internazionale, nella nota 9 della seconda parte del libro, egli fa riferimento agli incartamenti di allora riguardo agli atti parlamentari dell’epoca… Lo studioso palermitano riporta nientemeno un’e-mail relativa ai discorsi dell’On. Corvisieri riguardanti la VII Legislatura che riferisce essergli stata spedita da l’esecutivo della Camera dei Deputati Roberto Dallari.
Pellitteri infatti scrive:
«The text of this enquiry is not available, but it is reasonable that it was put forward in the autumn of 1978. Two speeches of Corvisieri, about broadcasting, in fact, date back to this time (November 21 and 22) as confirmed to me by Dr Roberto Dallari, executive at the Chamber of Deputies and in charge of the transfer of the minutes of the Acts of Parliament to the internet in PDF format. Dallari has told me that “for a technical reason related to the acquisition of search engines, these speeches do not appear in the records of activity of Hon. Corvisieri published on the internet site for the VII Legislatura” (from an e-mail sent to me on the 22 of June 2007). Anyway, the polemics blew up in those months, and the article in la Repubblica that followed (Cf. the following Note) dates back to the beginning of January 1979» (17).
Avete capito? Per le ragioni suindicate non appaiono al presente registrati gli atti, fra i quali probabilmente l’interpellanza in Parlamento che a noi interessa “conservare” dell’On. Corvisieri.
Più misteri in merito dei misteri e segreti di Stato degli anni di piombo sembra…
Dell’interrogazione parlamentare però se ne parlò molto, già molto prima del libro di Raffaelli che quasi 20 anni fa, alla pag. 142 del best seller della Castelvecchi, Le anime disegnate, ricordò, «Scriveva il 7 gennaio ’79 Silverio Corvisieri (autore di una nota interpellanza parlamentare in merito)»; situazione riproposta con l’aggiunta nella parentesi di «deputato di Democrazia Proletaria» stavolta alla pag. 227 della nuova e più nutrita edizione del decennio dopo, edita dalla minimum fax (18).
Citazione su Corvisieri a cui il giornalista di Repubblica Raffaelli contrappose le seguenti parole: «Sembra proprio che non ci sia altro modo che non annientare Goldrake: il diverso, appunto. Si tenga conto che Goldrake combatte contro Vega, un tiranno spaziale. E contro i tiranni anche a scuola si esaltano, per fortuna, la lotta e la resistenza» (19).
E lo ricorda peraltro anche nel ventennale di Goldrake, 1998, nella suindicata nostra introduzione presa da un’altra fonte: «E un giorno del ’79 il compagno Corvisieri scrisse un’interpellanza parlamentare e un articolo su “Repubblica” contro».
E sentite invece cosa dice Pellitteri in proposito alla pag. 298 di Mazinga nostalgia:
«Il dibattito sulla violenza si aprì già nel 1978 nel primo apparire di Atlas Ufo Robot. Silverio Corvisieri, autore di un’interpellanza parlamentare in merito alla presunta violenza degli anime, scriveva:
Goldrake deve sempre affrontare qualche nemico spaziale estremamente malvagio […]. Si celebra dai teleschermi, con molta efficacia spettacolare, l’orgia della violenza annientatrice, il culto della delega al grande combattente, la religione delle macchine elettroniche, il rifiuto viscerale del ‘diverso’ […]. In qualche modo un genitore può fronteggiare con i poveri mezzi delle sue parole la furia di Goldrake? [Cfr. S. Corvisieri «Corriere della sera», 7 gennaio 1979]» (20).
Incredibile!…
E, se pur non gravi nel contenuto, essi sono veri e propri, divertenti, «strafalcioni all’italiana»…
Entrambi gli studiosi parlano dell’“Interpellanza parlamentare”; per uno l’articolo è sul Corriere della Sera, per l’altro, altrove, l’autore di essa lo chiama “Stefano” Corvisieri!…
E così Pellitteri continua sull’iniziativa di Corvisieri: «Ci sentiamo solo di commentare che il «rifiuto viscerale del ‘diverso’ lo celebra Corvisieri stesso, che (scommettiamo) non ha osservato con attenzione la serie animata, e dunque non solo non può sapere che GOLDRAKE e compagni combattono solo perché mossi da un puro istinto di sopravvivenza e da un senso di responsabilità, ma con la sua insofferenza preventiva, come si suol dire, «predica bene e razzola male», dimostrando di detestare a priori un fenomeno culturale prevalentemente perché proviene da chissà dove» (21).
Ma quando sarebbe avvenuta, quindi, questa interpellanza parlamentare di Corvisieri? Poco prima del suo articolo su Repubblica, del gennaio 1979 o poco dopo?
Fatto sta che la funzionaria Rai Nicoletta Artom quando tenta disperatamente di difendere la sua creatura degli attacchi dell’On. Corvisieri nientemeno che sul settimanale per “famiglie” TV Sorrisi e Canzoni alla fine del ’79 quasi agli inizi del ’80, parla sì dell’articolo scritto dal politico della Commissione di Vigilanza Rai ma della famosa interpellanza parlamentare passata alla storia, ella non ne fa alcun cenno!
Notate!…
E allora, questa misteriosa interpellanza quando sarebbe avvenuta, se agli inizi del 1980 era in onda l’ultima bordata della serie che concludeva in Italia gli episodi, intitolata SuperGoldrake?
Di interpellanze parlamentari quindi nel periodico in questione non esiste traccia e già doveva essere avvenuta. La Artom alla fine del ’79, a distanza cioè di quasi un anno, fa riferimento esclusivamente all’articolo su Repubblica e mai all’interpellanza, quale, invece, avrebbe dovuto essere ad esso antecedente!
Resta l’ipotesi che fosse solo scritta…
Ma allora questa benedetta interpellanza esiste o no? Molti appassionati e esperti, se non tutti, giurano di si!
A dar man forte contro la teoria del deputato Corvisieri la funzionaria Rai la Artom, sulle colonne del TV Sorrisi e Canzoni in difesa chiama a parlare il Walt Disney italiano Bruno Bozzetto, l’attrice e direttrice di doppiaggio per bambini Isa Barzizza e l’esperto Rai Sergio Trinchero!
Anche Romano Malaspina (22), storico doppiatore di Actarus pur non ricordando il nome dell’onorevole che la promosse parlò a più riprese dell’interpellanza in questione, sia nelle interviste scritte sia anche in una recente intervista radiofonica (23):
«In quel periodo, 1978, tutto era impegno; non voglio parlare di politica, però tutto era impegno: Brigate Rosse, morte di Moro, l’epoca delle battaglie civili, dello scontro cruento politico, difatti io sono vivo per miracolo perché non sono certo un uomo di sinistra, insomma… Quindi, la critica dell’epoca puntò il dito contro Goldrake, la sua violenza, a giudicare dai fiorellini e dalle poesie che ricevevo la violenza secondo me non c’era… […] Si disse che era fascista… sai quanta gente che ha fatto carriera con l’antifascismo… […] Ci fu addirittura un’interpellanza alla Camera per difendere i nostri ragazzi, ma ve ne rendete conto?!… E invece la televisione di oggi fa schifo totalmente e di quello non dicono nulla…».
Si è parlato anche, in rete, di una lunga intervista 20 anni dopo al parlamentare a cura dei Kappa Boys. Anche se, scartabellando in internet, si è trovato in cosa consistesse codesta lunga intervista un sul periodico Kappa Magazine: pare invece che essa non esista, se non un breve commento di Luca Raffaelli nella rubrica che il giornalista curava all’interno, relativamente a un’intervista radiofonica condotta dalla collega Loredana Lipperini (24) cui il parlamentare partecipò!
Ma nell’intervista che segue, concessaci dall’On. Corvisieri, egli stesso dichiara: «Devo dirle innanzitutto che io non ho memoria di una mia interpellanza (o interrogazione) parlamentare su tale argomento». Quindi smentita dalla parte in causa la vicenda degli anni ’70 dell’Interpellanza, sembrerebbe una ‘bufala mediatica’… Ma oggi di anni ne sono passati più di trenta da allora; mentre sarebbe lo stesso Corvisieri che secondo il post di Raffaelli avrebbe esordito al dibattito radiofonico Rai vent’anni dopo, con le seguenti parole: «L’interpellanza parlamentare, come spesso accade, non ebbe alcuna eco. L’articolo su ‘Repubblica’ sì»…
Cosa pensare? Che forse le notizie si perdono via via che i decenni trascorrono… o forse non è autentica la dichiarazione letta nel Kappa Magazine… In fondo Raffaelli che accennò per primo in Le anime disegnate al noto parlamentare… ma egli parla in seguito di un certo «Stefano Corvisieri, deputato del PDUP. E un giorno del ’79 il compagno Corvisieri scrisse un’interpellanza parlamentare e un articolo su Repubblica contro».
Ne esisteva un altro di Corvisieri, che di nome faceva Stefano, anch’egli deputato del PDUP che scrisse un articolo su Repubblica, il quale, a differenza di Silverio, promosse “anche” un’ un’interpellanza parlamentare?…
Francamente, mi rifiuto di rompergli nuovamente gli zebedei, specie col caldo estivo, visto che Corvisieri sta a Ponza con la moglie… Meglio lasciare il “mistero” così com’è e stimolare la curiosità in Raffaelli e Pellitteri, rivitalizzando la storia di Goldrake e del suo fenomeno di costume adesso o per le generazioni successive, chiedendoglielo subito o i prossimi trent’anni!…

Mario Verger

Palmarola 1984 – la famiglia Corvisieri

Intervista esclusiva di Mario Verger all’Onorevole Silverio Corvisieri su «Goldrake» 30 anni dopo

Mario Verger: On. Silverio Corvisieri. Sono passati ormai tantissimi anni. Come le venne in mente di muovere addirittura un’“Interpellanza Parlamentare” riguardo Goldrake? In fondo si trattava pur sempre di un cartone animato…

Silverio Corvisieri: Mi dispiace deluderla ma le mie risposte saranno brevi e in alcuni casi laconiche. E ciò non per mia mancanza di tempo o di generosità, ma a causa delle domande che pur essendo basate su vaste conoscenze nel settore dei cartoni animati, risentono di una molto minore conoscenza del mio itinerario politico-culturale e del contesto storico in cui può essere collocato l’episodio Corvisieri-Goldrake. Devo dirle innanzitutto che io non ho memoria di una mia interpellanza (o interrogazione) parlamentare su tale argomento. Ho controllato gli stenografici stampati dalla Camera dei deputati (a proposito non sono stato mai senatore) e da essi non risulta alcunché. Vero è che la Camera ha provveduto a stampare soltanto le interrogazioni e le interpellanze che ebbero risposta da parte dei ministri competenti. Se invece interpellanza ci fu, essa cadde nell’indifferenza generale. Pubblicai invece su Repubblica (7-8 gennaio 1979) un articolo che fece molto discutere e che ancora oggi, di tanto in tanto, offre spunti di riflessione e dibattiti. In tale articolo sollevavo interrogativi, formulavo critiche, usavo toni volutamente provocatori ma non proponevo alcuna censura o proibizione. D’altra parte l’accostamento che lei fa tra il mio intervento e le attuali interferenze del potere politico (di quello governativo più che di quello parlamentare) su certe trasmissioni televisive, è veramente fuori luogo. Nel 1979 io non ero un uomo di potere ma uno dei rarissimi deputati che si opponevano al governo e al potere. Nel gennaio del 1979 il governo-Andreotti godeva di una larghissima maggioranza che andava dal partito liberale al partito comunista italiano. La pattuglia intrepida di cui facevo parte era composta da soli 6 deputati (ai quali si univano, in certi casi, i 4 radicali di Pannella). In altri termini ci voleva molto coraggio per battersi in condizione di così estrema emarginazione. Andare controcorrente non è mai stato facile. Il potere ce l’avevano quelli che comandavano la RAI e ci propinavano Goldrake.

Mario Verger: Lei faceva parte della Commissione di Vigilanza Rai. A parte Lei, cosa si pensava in codesta Commissione di questa serie che aveva così “invaso” la mente di tanti bambini e non solo, e più generalmente in Rai proprio riguardo la programmazione di Ufo Robot Goldrake?

Silverio Corvisieri: Colloco quel mio articolo nel capitolo della lotta per le idee o, se preferisce, nella gramsciana battaglia per l’egemonia culturale. Gramsci a suo tempo sollecitò il movimento operaio e rivoluzionario a occuparsi con estrema serietà di tutte le attività che contribuiscono alla formazione culturale, intesa nel senso più largo, delle “masse popolari”. Per Gramsci anche i “romanzi d’appendice”, ai suoi tempi molto letti dalle “massaie di Voghera”, dovevano diventare terreno di scontro tra il modo di pensare di chi operava per la conservazione e quello di chi si batteva per la rivoluzione. Ebbene nel 1979 io pensavo (e lo penso ancora oggi nel 2011) che Goldrake e prodotti simili sono ispirati a concezioni che detesto: superomismo; passività delle masse e conseguente svalutazione del protagonismo collettivo; demonizzazione del “diverso” e dello straniero; esaltazione della violenza armata e annientatrice. Lei mi fa notare che i nemici di Goldrake sono “realmente odiosi”. Ma proprio qui sta il punto. Come mai? Come mai gli extraterrestri devono necessariamente essere dei mostri desiderosi di distruggere l’umanità e il pianeta Terra? La xenofobia e il razzismo, oggi molto diffusi, hanno come presupposto la raffigurazione del “clandestino” e dell’ “extracomunitario” come di un personaggio che inevitabilmente minaccia la vita e la serenità dei veri umani, i meravigliosi “comunitari”. Lo fanno in tutti i modi, anche semplicemente sottolineando, nei titoli dei giornali, che il tale rapinatore è un “extracomunitario” e omettendo invece che il tal altro rapinatore è un italiano. Mi sono spiegato? Pensi, ad esempio, a come venivano rappresentati i “pellerossa” nei film americani fino a metà degli anni Settanta: erano sempre brutti, sporchi, cattivi, odiosissimi, con la parziale eccezione di qualche tribù o di qualche individuo che si era sottomesso al dominio dell’ “uomo bianco”.

Mario Verger: Quanti eravate in Commissione e chi c’era che lei ricorda?

Silverio Corvisieri: La Commissione di Vigilanza non era affatto interessata alle idee e alla cultura. Si animava soltanto in occasione delle lottizzazioni e degli incarichi. Di me e dei miei compagni pensava che si trattasse di poveri ingenui da ignorare sia pure con le buone maniere e una parvenza di galateo istituzionale. Di Goldrake se ne fregava nel modo più assoluto. Il mio articolo e la mia ipotetica interpellanza (di cui, ripeto, non ho memoria) dovettero apparire come atti stravaganti. Non ricordo i loro nomi; trattandosi di una commissione mista (deputati e senatori) probabilmente era composta da 40 membri. Non ebbi mai occasione di conoscere i responsabili dei programmi RAI per i bambini.

Mario Verger: Lei ha parlato più di una volta dei suoi figli, i due gemelli, all’epoca alle elementari.
Loro, rispetto al loro papà, cosa pensavano di Goldrake e come presero la sua iniziativa?

Silverio Corvisieri: I miei due figli maschi, Francesco e Valentino, non furono molto contenti della pubblicazione di quell’articolo. Tornarono da scuola piuttosto mortificati perché parlandone con i loro compagni, si erano convinti di essere in presenza dell’annuncio di una imminente cancellazione di Goldrake dagli schermi televisivi. E tutto per colpa di papà. Avevano 8 anni e pensavano che il loro papà avesse più poteri di Goldrake. Non fu difficile rassicurarli; del resto, pur ribadendo fino alla noia le mie valutazioni critiche, non mi sognai mai di vietar loro di continuare ad entusiasmarsi, davanti al televisore, per l’eroe preferito.

P.S. Complimenti per la sua prodigiosa memoria. Francesco ricorda solo pinoli e ghiaia…..

Ringraziamo il senatore Corvisieri della sua immensa disponibilità e… a risentirci fra trent’anni…

Mario Verger

L’Onorevole Silverio Corvisieri

Goldrake

Mario Verger ringrazia:

l’On. Silverio Corvisieri, al quale dedica l’articolo

Luca Raffaelli

Mattia Bulgarelli

Paolo D’Alessandro dell’Associazione Culturale 3dproduction
www.3dproduction.it

Rosario Scollo

Bibliografia essenziale:

Luca Raffaelli, Le anime disegnate. Il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre, Castelvecchi, 1995; Minimum Fax, 2005

Marco Pellitteri, Mazinga nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation 1978-1999, Prefazione di Alberto Abruzzese, Castelvecchi, 1999

Marco Pellitteri, Il drago e la saetta. Modelli, strategie e identità dell’immaginario giapponese, Tunué, 2008

Marco Pellitteri, The Dragon and the Dazzle. Models, strategies, and Identities of Japanese Imagination. A European perspective, Preface by Kiyomitzu Yui. With an essay by Jean-Marie Bouissou, Tunué, 2010

Sergio Trinchero, Vita col Fumetto, L’Oasi Editoriale, 1983

Note:

1) Luca Raffaelli, De press, Kappa Magazine n. 72.
Raffaelli nell’articolo su Kappa Magazine si è stranamente sbagliato: ha scritto ‘Stefano Corvisieri’ anziché ‘Silverio Corvisieri’. E’ stata nostra premura, dietro consenso del giornalista, ritoccare questa piccola e ripetuta svista. Chissà perché, dal momento che egli ne conosceva benissimo il nome, citandolo in entrambi i libri da lui scritti prima e dopo il ventennale di Goldrake. Troverete quindi il nome dell’ex parlamentare modificato e corretto nel cappellotto introduttivo, con l’annessa nota con diverse e curiose considerazioni lasciate invariate relative ad alcuni post nei quali si discute di questo curiosissimo deputato ‘Stefano Corvisieri’, protagonista anche, rimanendo nel campo del fumetto, di diverse vignette proprio della fine degli anni 70. Parte dell’articolo viene riportato nel post del sito di Luca Boschi Cartoonist Globale, nella notizia pubblicata il 23 luglio 2009, UN CORSO DI SATIRA A FRIGOLANDIA (http://lucaboschi.nova100.ilsole24or…igolandia.html) nella quale una visitatrice, ‘Anna Bandiera’, che posta il commento in data stessa del 23/LUG/09, in coda ad esso, con ironia verso il lapsus raffaelliano, aggiunge:
«Questo si chiama Stefano, quello Silverio. Ma è sempre lui?
Ciao!
Anna Band».
A cui si aggiunge un altro di ‘orlando furioso’ del 24/LUG/09 che dice: «Sì sì, mi sa che hanno sbagliato il nome… Era Silverio Corvisieri il deputato che presentò la famosa interrogazione parlamentare “contro Goldrake”, non “Stefano”.
saluti
Orlando».
A questo se ne aggiunge un altro ancora di un tale, ‘mordente’, in data 25/LUG/09, che dice:
«Il buon Raffaelli confonde il nome, che è Silverio non Stefano Corvisieri, autore dell’interpellanza con cui è passato alla storia più che per la sua militanza nel PCI e in Avanguardia Operaia. Corvisieri fu oggetto degli strali di Vincino in diverse vignette: qualcuno ricorda quella nonsense in cui il politico passa dalla lettura del Quotidiano dei Lavoratori (“Corvisieri”) a quella del Manifesto (“Corvisoggi”) fino a Repubblica (“Corvisdomani”)?
Già, perchè pure se lo ha inserito nei tag Luca ha dimenticato di dire che la vignetta è principalmente opera di Vincino, col suo originale stile prima che iniziasse a disegnare nei bus romani nell’ora di punta…».
E a conclusione del tutto sbuca fuori un certo ‘Luca’, cioè proprio Luca Boschi, che in data 26/LUG/09 spiega:
«Ho fatto tardi!
Grazie, Michele della precisazione!
Questa tavola l’avevo messa da parte per inserirla in “Irripetibili”, ma poi è rimasta fuori (se non sbaglio), come tante altre.
Dunque, in quel periodo al “Male” lavoravano in tanti e alcuni in gruppo. Il trio Angese-Perini-Sferra à famoso anche per i cartoons realizzati in TV per il “Mixer” di Bruno e Minoli (con il logo “Figura Cinematografica”).
Poi, Sferra si è dato ai cartoons, alle sigle… lo trovai in azione a Roma, in un famoso studio di produzione a occuparsi di questo, quando se n’erano perse un po’ le tracce sul “cartaceo”.
Ma chi abbia disegnato questo “Rattiero” non è facile da dirsi. Sicuramente Vincino (anche come idea, suppongo), ma il colore non è suo. Non dovrebbe esserci la mano dei frigidairiani, diversamente da quanto è accaduto altrimenti. Opterei per una sua collaborazione appunto con Sferra o (al limite, ma è improbabile) con Roberto Perini…
Esegeti della satira italica, fatevi vivi!
Luca
PS: A proposito, com’è andato il concorso del “Foglio”?».
L’articolo De Press su Corvisieri è ancora citato completo in:
http://www.oocities.org/tokyo/temple/8529/anime/archivio/km_72.txt

2) Silverio Corvisieri, La Repubblica, 7-8/1/1979. Articolo pubblicato nella sezione “Commenti”, pagina 6

3) Nicoletta Artom, Attenti a Atlas Ufo Robot. Chi ha paura di Goldrake cattivo?, in TV Sorrisi e Canzoni, n. 50, dal 16 al 22 dicembre 1979, pp. 42-43 e 45

4) Interviste a Luca Raffaelli, Silverio Corvisieri, Luigi Albertelli e Vince Tempera per il programma Pirati di Raidue, 5 giugno 2008

(5) Ibidem

(6) L’amico doppiatore Fabrizio Mazzotta ne ricorda una precedente, uscita sulla Rai fra il ‘68 e il ‘70, che si chiamava Vikke il vickingo, doppiata da Massimo Rossi ed era in bianco e nero rispetto alla successiva con la voce di Rosalinda Galli, da cui se ne trasse una versione a fumetti sul Corriere dei Piccoli.

(7) Serie ideata in Francia col titolo Oum le dauphin blanc, da cui è venuto l’italianizzazione in Zum, diretta da René Borg, che dirigerà molte serie in coproduzione col Giappone. Nella serie vi sono diversi personaggi rielaborati secondo i consueti clichés nipponici: il ragazzino Gianni, doppiato da Fabio Boccanera, e la sorella Marina, doppiata come Heidi sempre da una giovanissima Francesca Guadagno; lo Zio Pietro (o Zio Patrick), doppiato da Sergio Fiorentini, un vecchio marinaio con la pipa un po’ simile al nonno della pastorella svizzera anche per la medesima voce; e il corvo parlante Seneca doppiato dal compianto Roberto Del Giudice.

(8) Aldo Moro, allora presidente del partito Democrazia Cristiana, il 16 marzo di quell’anno fu rapito dalle sedicenti Brigate Rosse e ucciso, il 9 maggio, dopo essere stato tenuto a lungo come ostaggio. Il fatto generò la più grossa crisi politica dell’Italia repubblicana e il cosiddetto governo di unità nazionale per far fronte alla situazione. L’inquietudine per il rapimento e l’uccisione di Moro era acuita da uno scenario politico di estrema gravità, nel quale non erano – e ancora oggi non sono – chiare le connessioni e connivenze fra i poteri istituzionali e la criminalità organizzata con scopi sovversivi.

(9) L’articolo di Corvisieri comunque non verteva solo su Goldrake ma, partendo dai disegni animati giapponesi visti come forieri di messaggi ritenuti ambigui, spostava il discorso a temi politici più concreti, interenti all’operato della Commissione di vigilanza sulla Rai e alla realizzazione di un reale pluralismo televisivo, come annotato anche in Oldani, 2005: 45-46

(10) Sergio Trinchero, Vita col Fumetto, cit. in: Luca Raffaelli, Le anime disegnate, 148-49; Marco Pellitteri, Mazinga nostalgia e Il drago e la saetta

(11) Nella sigla del programma compare come: testi di Nicostra Artoni e Sergio Trinchero

(12) Da Wikipedia, l’enciclopedia libera:
La Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, meglio nota come Commissione di Vigilanza Rai, o più semplicemente come Vigilanza Rai, è una commissione parlamentare bicamerale, istituita nel 1975 (con la legge 14 aprile 1975, n. 103) che ha lo scopo di sorvegliare l’attività del servizio televisivo e radiofonico nazionale e pubblico italiano. La Commissione si riunisce a Roma a Palazzo San Macuto.
Il Parlamento approvò l’azione legislativa che istituì la Commissione di Vigilanza RAI in seguito alle sollecitazioni della Corte Costituzionale che nel 1974, ribadendo le stesse decisioni del 1960 in favore di un monopolio pubblico televisivo piuttosto che un monopolio privato (dove la libertà di tutti avrebbe potuto facilmente fare posto al privilegio di pochissimi), stabiliva la necessità di una modifica della legislazione, per permettere al servizio fornito dallo Stato maggiori garanzie di pluralismo informativo.
Con le modifiche introdotte e tuttora in vigore, non è più prerogativa del Governo il controllo e l’indirizzo della RAI e quindi dei partiti che potevano farne parte, ma dell’intero Parlamento, dei senatori e dei deputati dei gruppi parlamentari, che possono eleggere i loro rappresentanti. Quindi il controllo del servizio pubblico si è aperto anche ad una rappresentanza dell’opposizione oltreché della maggioranza, ma rimane comunque sotto il controllo esclusivo dei politici, e quindi strutturalmente non assicura una informazione indipendente e libera da essi.
Il fatto che la RAI sia sotto il completo controllo politico è stato spesso evidenziato per denunciare una mancanza di pluralismo dell’informazione, le censure di professionisti meritevoli ma scomodi per i politici e la “lottizzazione” della RAI da parte di persone raccomandate dai politici e asservite ad essi. Nell’ottica della moderna separazione dei poteri inoltre l’informazione è vista come un quarto potere che va reso indipendente dai politici (potere legislativo e potere esecutivo).
La proposta principale che viene spesso posta come alternativa alla commissione di vigilanza parlamentare è quella di lasciare la RAI totalmente in mano a professionisti del settore e di effettuare le nomine attraverso un concorso, il mezzo che anche la Costituzione vede come garanzia di indipendenza nel caso ad esempio della magistratura.
Su un altro versante si osserva che, mentre esiste un sistema di controllo del contenuto e delle regole da osservare nell’ambito della rete di trasmissione mediatica pubblica, non esiste qualcosa di equivalente per i privati, con particolare riguardo per quelle situazioni in cui vengono impiegate elevate risorse economiche, disponibili presso pochi gruppi finanziari. Succede che, nonostante i soggetti utilizzino per trasmettere uno spazio pubblico, dietro concessione a pagamento dello Stato, sostengano che, in quanto privati, sia loro legittimo realizzare qualsiasi scelta editoriale che desiderano. I limiti ad esse imposti sarebbero soltanto legati alla quantità di pubblicità trasmessa, la cui osservanza spetterebbe all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

(13) Marco Pellitteri, Mazinga nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation 1978-1999, Prefazione di Alberto Abruzzese, Castelvecchi, 1999

(14) Nicoletta Artom, Torna Goldrake, in TV Sorrisi e Canzoni, n. 49, dal 9 al 15 dicembre 1979, 09/12/1979, pp. 36-39; Nicoletta Artom, Attenti a Atlas Ufo Robot. Chi ha paura di Goldrake cattivo?, in TV Sorrisi e Canzoni, n. 50, dal 16 al 22 dicembre 1979, pp. 42-43 e 45

(15) http://www.encirobot.com/5emero/art04.asp

(16) Gianni Rodari, Dalla parte di GoldrakeRinascita, n. 41, 17 ottobre 1980

(17) Notes 9, Part II – Chapter II in Marco Pellitteri, The Dragon and the Dazzle. Models, strategies, and Identities of Japanese Imagination. A European perspective, Preface by Kiyomitzu Yui. With an essay by Jean-Marie Bouissou, Tunué, 2010

(18) Luca Raffaelli, Le anime disegnate. Il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre, Castelvecchi, 1995; Minimum Fax, 2005

(19) Ibidem

(20) Ibidem

(21) Ibidem

(22) Mario Verger, Romano Malaspina, l’Imperatore del Doppiaggio Italiano, in Rapporto Confidenziale – Rivista Digitale di Cultura Cinematografica di Alessio Galbiati & Roberto Rippa, 2011
www.rapportoconfidenziale.org/?p=13039

(23) Intervista a Romano Malaspina dell’8 marzo 2006 su Radio Cuore Tricolore

(24) Loredana Lipperini, Lampi di Primavera, Radio Tre, 17 aprile 1998. Dibattito con la partecipazione di Andrea Baricordi, Claudia Cangini, Silverio Corvisieri, Paola De Benedetti, Massimiliano De Giovanni, Luca Raffaelli, Marco Rho

Leggi anche Tg1 Tam Tam: «Heidi, Goldrake, Harlock and Co.» – 5/Aprile/1979 di Mario Verger in Rapporto Confidenziale



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Ci sono 3 commenti...

  1. Fumetti…. Con Francesca Cappelli – Maria Cristina Buoso

    […] Nel 1978 arrivano i robottoni sul piccolo schermo italiano. Serie come Goldrake sono qualcosa di diverso da quello che si è visto fino a ora, per quanto riguarda l’animazione. Non è una cosa “da bambini” (e nel nostro paese l’idea che tutto ciò che è disegnato sia da bambini è dura a morire), si tratta di una storia seria, drammatica, dove si parla di guerra, di coraggio e sacrificio. Che messaggi manda ai bambini? È così che nel ’79 un onorevole lancia l’allarme, con un’interpellanza parlamentare e un articolo su un quotidiano, per richiamare l’attenzione su queste cose pericolose e violente arrivate a passare messaggi devianti ai nostri figli (molto interessante è questo articolo che entra nel dettaglio, e che contiene anche un’intervista al politico alcuni decenni dopo: https://www.rapportoconfidenziale.org/?p=24833) […]

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