Durak (The Fool) > Yury Bykov

 

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67. Festival internazionale del film, Locarno. Concorso internazionale

 

È la madre del protagonista a chiarire il senso del titolo quando accusa il figlio di essere pazzo (nei sottotitoli, più direttamente e fedelmente al titolo originale, un idiota. E menzionare Dostoevskij potrebbe non essere fuori luogo), accomunandolo nell’insulto al padre, ex operaio oggi malato, persona onesta, per nulla incline a cedere a un andazzo fatto di corruzione attiva e passiva e soprattutto costante, e per questo povero mentre lei, da par suo, è costretta a pulire i locali dove aveva operato prima come medico, per integrare una misera pensione.
In una Russia mai così vicina a noi come in questo caso, Dima, il figlio, pare avere ereditato l’integrità morale del padre e per questo, oltre a lavorare come idraulico, continua a studiare per diventare ingegnere edile, un lavoro che, senza conoscenze e senza i mezzi per corrompere i burocrati locali, difficilmente potrà mai esercitare, come non smette di ricordargli la moglie, che completa con il piccolo Anton l’affollata economia domestica.
È proprio nelle vesti di idraulico che viene chiamato una notte a effettuare, in sostituzione di un collega, una verifica urgente in un fatiscente palazzo-dormitorio della sua città, dove vivono in una situazione di estremo degrado più di 800 persone.
Giunto sul posto, non tarda a notare come il palazzo – simbolo dello stato di un intero Paese, con i politici e i burocrati locali che si sono spartiti negli anni il denaro destinato alla sua ristrutturazione e alla manutenzione – soffra di un gravissimo degrado strutturale, peggiorato dalle perdite dalle tubature, che lo condannerà a un sicuro crollo nello spazio di poche ore.
Tra il chiudere gli occhi, come gli consiglia caldamente la madre, condannando così gli inquilini, o l’avvisare gli amministratori della città dell’imminente tragedia, Dima non ha dubbi. Raggiunta la rappresentante della città alla sua festa di compleanno, dove lei e i suoi assessori sono già visibilmente ubriachi, espone la situazione, portando così più che alla creazione di una cellula di crisi, all’avvio di un balletto di accuse e controaccuse in un prendere tempo per capire come uscirne senza rischiare il carcere.
L’esito sarà imprevedibile ma non felice.

 

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Il trentatreenne Yury Bykov, qui al suo terzo lungometraggio, usa il linguaggio del thriller per mettere in scena una storia che – è lui stesso a raccontarlo – nasce dall’avere notato come la sua relativamente giovane città fosse piena di palazzi già fatiscenti, evidente simbolo di un degrado politico e amministrativo. Fa un uso mirabile dei suoni e della tensione in una sceneggiatura praticamente perfetta scritta da lui stesso, non mancando di concedersi anche due principali colpi di scena che giungono come un pugno nello stomaco. Ma il suo film si inserisce più congruamente nella scia del cinema politico nella sua accezione più nobile (quella di Costa-Gavras e del nostro Francesco Rosi, per fare giusto due nomi) in una storia che lascia un forte amaro in bocca anche a ore di distanza dalla sua visione. Nota di merito per l’attore protagonista Artem Bystrov.

 

Infine, mostra che se il potere è marcio, anche il popolo o è troppo assuefatto o non è neppure lui troppo sano.

 

Un grande film, un autentico colpo di fulmine.

Roberto Rippa

 

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Durak
(titolo internazionale: The Fool. Russia, 2014)
Regia, sceneggiatura, montaggio e musiche: Yury Bykov
Fotografia: Kirill Klepalov
Scenografie: Stanislav Novak
Suono: Arkady Noskov
Produttori: Alexey Uchitel, Kira Saksaganskaya
Produzione: Rock Films, New Projects, con il supporto del Ministero della cultura della Federazione russa.
Interpreti: Artem Bystrov, Nataliya Surkova, Boris Nevzorov, Kirill Polukhin,
Darya Moroz, Yury Tsurilo, Irina Nizina, Alexander Korshunov, Maxim Pinsker,
Sergey Artsibashev, Olga Samoshina, Elena Panova, Ilya Isaev, Dmitry
Kulitchkov, Lubov Rudenko, Gordey Kobzev, Pyotr Barancheev
116′

Durak Photocall - 67th Locarno Film Festival

 

Nato nel 1981 in Russia, Yury Bykow si è diplomato in recitazione nel 2005 presso l’Università statale di cinematografia a Mosca.
Nel 2010, ha realizzato il suo primo lungometraggio, Live!, seguito nel 2013 da The Mayor, presentato alla Semaine de la critique a Cannes.



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