Plan B > Marco Berger

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Il presente articolo è stato pubblicato su Rapporto Confidenziale numero29 (novembre 2010), pagg. 32-33

 

Bruno viene lasciato da Laura, la sua ragazza.
Lei lo incontra ancora per alcuni fugaci momenti di intimità ma ha un nuovo compagno, Pablo. Bruno escogita quindi un piano che prevede il diventare amico di Pablo e fargli conoscere altre ragazze, favorendo la rottura del suo rapporto con Laura e lasciandogli di conseguenza campo libero per la riconquista. Saputo in seguito che in passato Pablo ha avuto un’esperienza con un uomo, Bruno medita un piano b, che metterà però in discussione la sua stessa sessualità.

 

Accolto con sufficienza, quando non addirittura stroncato, quasi all’unanimità al momento della sua presentazione alla Festa del cinema di Roma del 2009 (basta fare un giro in rete per rendersene conto), Plan B è in realtà un film che sfrutta uno spunto interessante quanto rischioso usandolo per una pellicola che tratta di sessualità e affettività concedendosi spazio per il dramma e l’ironia in un equilibrio non comune né tantomeno facile.
Nato quasi per caso da un ‘idea di Marco Berger, fino ad allora autore di un paio di interessanti cortometraggi (tra cui l’ultimo, “Una última voluntad” del 2008, presenta come interpreti i due protagonisti di “Plan B”), che racconta una traccia della trama all’attrice Mercedes Quinteros, qui inconsapevole protagonista del triangolo amoroso, che lo incoraggia a scriverlo. L’urgenza di realizzarlo porta il regista a decidere di girare un’opera totalmente indipendente, priva di alcun sostegno o finanziamento pubblico.
Il punto di vista iniziale dello spettatore è quello di Bruno, stratega disposto a tutto pur di vendicarsi per l’abbandono da parte di Laura. Una questione di ego ferito, pare, più che di sentimento non più corrisposto. Il suo progetto, subito fissato nella premessa, prevede di insinuarsi nell’inconsapevole coppia diventando amico di Pablo, nuovo compagno di lei, per fargli conoscere altre donne e portandolo alla rottura con Laura.

 

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Nel corso del suo tentativo, si insinua una seconda possibilità, una sorta di “piano b” che però prenderà una direzione diversa da quella prevista. Una direzione che porterà i due uomini a interrogarsi sui loro sentimenti e sulla loro sessualità.
Se l’impianto del soggetto è ben congegnato, attraverso una trattazione seria del racconto, sono le atmosfere a fare davvero il film. Stilisticamente vicino a molto del nuovo cinema argentino, con le sue storie raccontate anche attraverso il sottinteso più che l’esplicitazione, “Plan B” non trascura di prendere a prestito molti elementi della sofisticata commedia sentimentale classica americana.
I due personaggi principali devono ingaggiare alcune sfide, non ultima tra le quali quella contro la loro stessa immaturità e contro le loro granitiche certezze.
Mentre Buenos Aires – o, meglio, la sua periferia – è mostrata prevalentemente attraverso gli alti palazzi che, ripresi dal basso, sembrano sfiorare il cielo, molta parte della storia si svolge tra quattro mura, quelle della camera da letto di Pablo, quelle dello spogliatoio della palestra che entrambi frequentano.
Con un tono mai solenne, spesso comprensivo e sempre giocoso, asciutto e privo di ammiccamenti o malizia – è facile immaginare quanto facilmente la storia avrebbe potuto scivolare nella farsa – Marco Berger, qui al suo primo lungometraggio, racconta dell’amore non come reazione chimica ma come sentimento condizionato dall’educazione e dal contesto culturale e realizza un’opera autentica, interessante, coinvolgente e divertente che se non porta alla messa in discussione del concetto di sessualità nella sua forma più incrollabile, invita comunque, entrando nell’intimità di due persone con delicatezza e rispetto, a pensare a quanto questa possa essere condizionata da fattori esterni.
Malgrado il film opti spesso per l’assenza di dialogo, quando questi ci sono, sono credibili, asciutti, goffi come la situazione impone, e mai verbosi.
L’apporto estremamente naturale dei due protagonisti, Manuel Vignau e Lucas Ferraro, è fondamentale nella costruzione dei rispettivi personaggi, delle loro incertezze e dei loro pudori.
L’urgenza nel raccontare, la sincerità e l’ottimo uso dello spazio e del tempo (l’incertezza e l’insicurezza hanno i propri ritmi narrativi, qui rispettati), fanno di “Plan B” un film da non perdere. L’esordio nel lungometraggio di un regista da seguire.

 

Roberto Rippa

 

 

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IL REGISTA | Marco Berger

 

Nato in Argentina da padre norvegese, Marco Berger studia teatro nel suo Paese prima di trasferirsi in Norvegia in cui si ferma per tre anni e ottiene una borsa di studio per tornare a studiare cinema presso la Univesidad del Cine di Buenos Aires.
Nel 2008 gira il suo primo cortometraggio “El reloj” risale al 2008. Nello stesso anno, il corto “Una última voluntad” racconta di un uomo che come ultima volontà prima della sua esecuzione chiede un bacio e ha come interpreti Lucas Ferraro e Manuel Vignau, protagonisti di “Plan B”. Dopo “Plan B” del 2009, ha girato un episodio del film corale “Cinco”.

L’idea di creare una commedia romantica trae origine dall’avere notato, come spettatore, l’assenza di una storia come questa, in cui un ragazzo seduce un altro ragazzo. Generalmente, le commedie romantiche si basano sul loro aspetto divertente. Il mio film, invece, gioca un tiro mancino allo spettatore che inizialmente crede di assistere a una commedia romantica e sprofonda comodamente nella poltrona. Improvvisamente, però, proprio mentre, inconsapevole, affonda la mano nei popcorn, si ritrova intrappolato in un dramma che ha a che fare con il concetto di giocare con l’amore.
A dire il vero, nessuno sa cosa sia l’amore, soprattutto quanto l’oggetto del proprio sentimento appartiene allo stesso sesso e il contesto socio-culturale non favorisce il suo sviluppo.
Bruno scivola nella sua stessa trappola. Il suo piano, iniziato come un gioco, deraglia e si insinua nei meandri più inesplorati e oscuri del suo stesso cuore.
Attraverso la storia di Pablo e Bruno, possiamo vedere il riflesso della nostra idea di libertà e desiderio in generale. Il piano originale di ognuno di noi tende a conformarsi ai desideri del contesto storico e sociale.

– Marco Berger –

 

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Plan B
regia, sceneggiatura, montaggio: Marco Berger; fotografia: Tomas Pérez Silva; musiche: Pedro Irusta; interpreti principali: Manuel Vignau (Bruno), Lucas Ferraro (Pablo), Damián Canducci (Victor), Mercedes Quinteros (Laura); formato: 35mm; paese: Argentina; durata: 103’

 



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