Il presente articolo è stato pubblicato su Rapporto Confidenziale, numero29 (novembre 2010), p.47
The One-Line Review
Guida concisa alle arti cinematografica e televisivanovembre 2010
di Iain Stott [traduzione di RR]
www.1linereview.blogspot.com
This is England ’86
giudizio: 4/5 |
Regia: Tom Harper, Shane Meadows | Sceneggiatura: Shane Meadows, Jack Thorne | Fotografia: Danny Cohen | Musiche: Ludovico Einaudi | Interpreti principali: Thomas Turgoose, Vicky McClure, Joseph Gilgun, Andrew Shim, Rosamund Hanson, Chanel Cresswell, Danielle Watson, Andrew Ellis, Michael Socha, Perry Benson, George Newton, Stephen Graham, Katherine Dow Blyton, Kriss Dosanjh, Hannah Walters. MINISERIE PER LA TELEVISIONE |
Sebbene il suo umorismo sia a tratti troppo rustico, soprattutto nelle prime due parti, il seguito che Meadows ha realizzato del suo «This Is England» del 2006 – ambientato tre anni dopo, con Shaun che lascia la scuola per affrontare un futuro incerto – non è mai meno che divertente ma è anche anche decisamente devastante, man mano che si avvicina al suo finale tumultuoso e dolorosamente viscerale. |
This is England
giudizio: 4.5/5 |
Regia, sceneggiatura: Shane Meadows | Fotografia: Danny Cohen | Musiche: Ludovico Einaudi | Interpreti principali: Thomas Turgoose, Stephen Graham, Jo Hartley, Andrew Shim, Vicky McClure, Joe Gilgun, Rosamund Hanson, Andrew Ellis, Perry Benson. |
Un dodicenne solitario e perseguitato, il cui padre è recentemente morto nella guerra delle Falkland, si unisce a una compagnia di skinhead che sembra cadere a pezzi al momento del rilascio dal carcere di un ex membro, fresco di indottrinamento con opinioni fasciste. Il film parzialmente autobiografico di Meadows è divertente, toccante, devastantemente potente e gode di una sorprendente interpretazione di un mai così bravo Stephen Graham. |
Please Give
giudizio: 4.5/5 |
Regia: Nicole Holofcener | Fotografia: Yaron Orbach | Musiche: Marcelo Zarvos | Interpreti principali: Catherine Keener, Oliver Platt, Rebecca Hall, Amanda Peet, Sarah Steele, Ann Guilbert, Lois Smith, Thomas Ian Nicholas. |
Quella di Rebecca Hall rappresenta il picco di un insieme di interpretazioni eccellenti in questo dramma di Holofcener, un emozionante, perspicace e ottimamente scritto spaccato di vita che segue le interazioni di due famiglie di New York esaminando gli effetti che il denaro, la morte, la colpa e il desiderio hanno su di loro mentre tentano l’apparentemente impossibile compito di vivere le loro vite in modo felice ed al contempo etico. |
Excluded
giudizio: 4/5
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Regia: Misha Manson-Smith | Sceneggiatura: Ben Bickerton, Brian Fillis | Fotografia: Ashley Rowe | Interpreti principali: Bryan Dick, George Whitehead, Craig Parkinson, Monica Dolan, Nicholas Sidi, Juliet Cowan, Perry Benson. |
Dopo avere lasciato un lavoro ben retribuito ma insoddisfacente, Ian Batheley, insegnante idealista, inizia ad insegnare matematica in una scuola media unificata della periferia il cui preside sta tentando di portare al livello accademico. Qui Batheley si ribella ad un indisciplinato studente che riuscirà infine a domare, un risultato apparentemente al di fuori delle proprie capacità quando il ragazzo viene minacciato di essere espulso dalla scuola. Un coinvolgente, ben recitato e sempre credibile dramma prodotto dalla BBC. |
Me and Orson Welles
giudizio: 3.5/5 |
Regia: Richard Linklater | Sceneggiatura: Holly Gent Palmo, Vincent Palmo Jr., Robert Kaplow | Fotografia: Dick Pope | Musiche: Michael J. McEvoy | Interpreti principali: Zac Efron, Claire Danes, Christian McKay, Ben Chaplin, Zoe Kazan, Eddie Marsan, Kelly Reilly, James Tupper. |
Un aspirante attore diciassettenne con la passione per l’arte, riesce ad estorcere una parte nella produzione teatrale di Orson Welles del 1937 del Giulio Cesare di Shakespeare. Un film divertente e nostalgico, realizzato amorevolmente da Linklater. Un adattamento della versione romanzata di Kaplow della famosa produzione teatrale. |
Sorry, Thanks
giudizio: 4/5 |
Regia: Dia Sokol | Sceneggiatura: Dia Sokol, Lauren Veloski | Fotografia: Matthias Grunsky | Interpreti principali: Wiley Wiggins, Kenya Miles, Andrew Bujalski, Donovan Baddley, Ia Hernandez, Jonathon Wallace. |
Il promettente debutto nella regia della produttrice di film “mumblecore” Dia Sokol segue per alcuni giorni una coppia di San Francisco che ha vissuto una storia di una notte, costruendo lentamente un quadro delle loro vite, seguendo con partecipazione le conseguenze delle loro rotture amorose e delle loro infedeltà senza fare ricorso ai toni drammatici poco realistici di tante opere dal tema simile. |
The One-Line Review
È possibile catturare l’essenza di un’opera d’arte in una frase? Forse. Però, anche se fosse possibile, ci si dovrebbe davvero provare? La vita non è molto più complessa? Si tratta di pigrizia da parte di chi scrive, ma anche da parte del lettore, se il mio piccolo blog esiste?
Di nuovo, forse. Ma non intendo scusarmi per le mie brevi (concise fino al punto di essere irrispettose?) critiche. Ma poi, è proprio “critica” il giusto termine?
Certamente giungo a un giudizio critico, ma non si tratta davvero di critica. I miei sforzi non sono tesi a migliorare la conoscenza di un’opera da parte del lettore. Nemmeno voglio influenzare la capacità critica di coloro che hanno già sperimentato ciò di cui scrivo. Anticipazione potrebbe essere un termine migliore? Sarebbe meglio che le mie critiche venissero lette da coloro che ancora devono vedere, leggere e sperimentare il lavoro di cui scrivo?
Questo mi porta a pormi la domanda: Chi sono io per giudicare il valore di qualunque cosa?
Se vogliamo restringere per un momento il discorso ai film, alla critica cinematografica, al giornalismo cinematografico, qual è il suo scopo? Ne abbiamo bisogno? Beh, per me la critica cinematografica ha due funzioni:
1. aiutare le persone a decidere come spendere il loro sudato denaro e il loro prezioso tempo;
2. aiutare le persone a meglio comprendere i film che già hanno visto.
Ora, se prendiamo il punto 1, il più rilevante per il mio blog, siamo costretti a chiederci: “Chi è qualificato al punto di assumersi questo incarico?”. La risposta è semplice: chiunque. È un fatto incontrovertibile – o almeno dovrebbe esserlo – che l’apprezzamento dell’arte è soggettiva. Nessun punto di vista su un film è giusto e nessuno è sbagliato.
Quindi, tenendo ben presente quanto sopra, l’onere di trovare il critico/recensore/anticipatore con cui condivide il gusto, e dei cui giudizi si possa fidare, passa al lettore.
Questo giustifica, spero, il mio scribacchiare. Addirittura giustifica le note entusiaste su Michael Bay e quelle di scorno rivolte al genio di Ingmar Bergman.
– Iain Stott – www.1linereview.blogspot.com