Varese // Domenica Uncut – John Waters, The Pope of trash

John Waters, a sinistra, con Divine al naturale

DOMENICA UNCUT

presenta

John Waters – The Pope of trash
Domenica 30 ottobre 2011

Presso:
TWIGGY CLUB
Via de Cristoforis n.5 Varese.
PROIEZIONE GRATUITA

Ore 18:30
POLYESTER, 1981.

Ore 20.45
FEMALE TROUBLE , 1974. [VO sott. in italiano]

Ore 20.45
PINK FLAMINGOS, 1972. [VO sott. in italiano]

POLYESTER
“Polyester” non è – come molti hanno evidenziato – lo spartiacque tra il periodo punk e quello più “addomesticato” del grande regista di Baltimora. Waters comprende ormai che gli oltraggi (visivamente) violenti al perbenismo americano rischierebbero di apparire datati ed infantili, rendendo quindi sterile qualsiasi attacco alla contemporanea società moralista, da sempre suo prediletto obiettivo satirico. Il disagio di una realtà sociale zeppa di amare contraddizioni passa attraverso una confezione colorata e familiare, kitsch ma convenzionale, che nasconde al suo interno messaggi ben più profondi e pessimisti dei precedenti titoli: l’adulterio è umiliazione per la persona abbandonata, la scuola è un ritrovo per ragazzi disadattati, il lifting sovrasta gli affetti e probabilmente solo metabolizzare con determinazione le proprie debolezze potrà rimettere in ordine le nostre esistenze. L’happy end non è garantito, ma una sana spruzzata di profumato spray per ambienti non potrà che illuderci di un domani diverso, forse persino migliore.
(Estratto della recensione di Jacopo Coccia da Bizzarro Cinema)

FEMALE TROUBLE
Dawn Davenport (Divine), ragazza scappata dai genitori il giorno di Natale (buttando addosso alla madre l’albero impallinato) e datasi alla malavita per poter tirare a campare. Tra furtarelli e numerose vendite del suo enorme corpo, Dawn sarà anche violentata da un ubriacone violento e lurido (sempre lo stesso Divine nei panni dello sciatto Earl). Finita in uno strano giro dove la violenza diventa una vera e propria forma d’arte e lei ne è la musa ispiratrice, sarà infine rinchiusa in galera e condannata alla pena di morte. Come sempre l’esile trama è solo il pretesto per aprire a Waters le porte di un mondo surreal-porno-kitsch dove far vivere i suoi personaggi contenitori di ogni tipo d’eccesso. Qui la vita criminale diventa quasi un percorso artistico coronato naturalmente dalla condanna a morte vista come il massimo riconoscimento di una vita concessa totalmente al crimine (una sorta di Oscar alla carriera). Costellato come sempre da scene culto al limite dell’accettabile (e spesso questo limite Waters lo supera con la sua straordinaria ironia), “Female trouble” contiene addirittura la prima (e sinora ultima) scena di auto-violenza sessuale.
(Recensione di Matteo Contin pubblicata da Pellicola Scaduta )

PINK FLAMINGOS
“Divine è un’enorme donnone famosa a Baltimora per essere la persona più disgustosa del mondo. Oltre che all’improponibile look, Divine estende il suo essere disgustosa in tutto ciò che fa: si pulisce le terga in pubblico, ha frequenti rapporti orali col figlio, mangia merda di cane, usa un linguaggio non certo all’acqua di rose, insomma, un personaggio che di certo non vorrete incontrare. La sua umile dimora è una roulotte dove convive con la sua famiglia di freaks: la madre (che vive come una neonata all’interno di un box) è innamorata perdutamente dell’uomo delle uova e il figlio si eccita se durante l’amplesso decapita galline sul corpo della ragazza. La vita a Baltimora scorre quindi tranquilla, con il suo solito disgustoso scandire del tempo. I coniugi Marble invece rapiscono ragazze avvenenti e le rinchiudono nello scantinato dopo averle messe incinta. Una volta che le ragazze hanno partorito le uccidono e vendono il bambino a giovani coppie di lesbiche. Naturalmente i Marble hanno un solo pensiero in mente: diventare le persone più disgustose del Pianeta. La lotta tra Divine e i Marble è iniziata. “Fenicotteri rosa” è il punto più elevato della filmografia giovanile di John Waters. Qui vi concentra tutti gli elementi che caratterizzavano i suoi primi film, definendoli soprattutto dal punto di vista della critica sociale. In un mondo dove la bellezza patinata delle riviste fa da padrona, Waters costruisce un vero e proprio elogio alla schifezza, dove il luridume e la spazzatura sembrano essere il solo modo di vivere in un mondo che non fa altro che sfornare rifiuti. E nella tranquillità borghese si muovono maniaci e pervertiti, pronti ad aprire i loro impermeabili davanti a studentesse in apparenza innocenti ma che, nel mondo di Waters, nasconderanno certamente qualche piccola perversione.” “Fenicotteri rosa” non è solo un cult-movie: è un capolavoro del cinema, non quello di nicchia, non quello underground: quello con la C maiuscola.”
(Recensione di Matteo Contin da Pellicola Scaduta )



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