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Les neiges du Kilimandjaro
di Robert Guédiguian
Francia / 2011 / colore / francese / 107’ / 35mm

Nonostante la recente perdita del lavoro, Michel vive felicemente, circondato dall’affetto degli amici, dei figli e dei nipoti, insieme alla moglie Claire con la quale ha condiviso trent’anni di matrimonio e di impegno politico. Le loro coscienze sono immacolate tanto quanto la loro visione della vita. Questa armonia viene spezzata il giorno in cui due sconosciuti armati entrano nella loro casa derubandoli dei loro risparmi e lasciandoli sotto shock. Lo shock è ancora più forte quando scoprono che l’aggressione è opera di un giovane operaio licenziato insieme a Michel. Quella violenza è opera di uno di loro. L’interrogativo è amaro: per chi e per cosa abbiamo lottato?

L’anno scorso ce lo aveva voluto ricordare Aki Kaurismäki, con la sua favola alla Frank Capra “Le Havre“, che in fondo non siamo cattivi e che nel momento del bisogno sappiamo scongelare il cuore dalla paura.
“Les neiges du Kilimandjaro” lo ribadisce, partendo da uno spunto diverso (la poesia di Victor Hugo “Les pauvres gens“) e mettendolo al servizio di temi mai così di attualità come la lotta di classe (dove la classe in lotta è una sola, in quanto l’altra è ormai irraggiungibile), la precarietà e una generazione suo malgrado adattabile ma nonostante questo priva di prospettive lavorative.
Michel perde, per solidarietà con alcuni colleghi, un lavoro in un cantiere navale di Marsiglia. Nella sua vita privata, le cose vanno meglio: il suo matrimonio con Marie-Claire è felice e si avvicina al trentesimo anniversario da festeggiare con figli, nipoti e amici.
La sera della festa, ricevono in regalo due biglietti aerei per l’Africa e qualche migliaio di euro raccolto grazie a una colletta. Saranno gli stessi soldi di cui qualche sera dopo verranno rapinati in casa da due giovani mascherati. Michel scopre per un caso fortuito che uno dei due giovani è un collega, licenziato insieme a lui qualche giorno prima.
In seguito alla denuncia, il ragazzo viene arrestato e Michel scopre che si occupava dei due fratelli molto più piccoli di lui in assenza della madre, impegnata a lavorare come precaria sulle navi, e di un padre che forse non è mai nemmeno esistito.
Guédiguian mette a confronto due generazioni distanti per condizione sociale, malgrado appartengano in teoria alla stessa: Michel e Marie-Claire sono due lavoratori (lei assiste alcuni anziani a domicilio), hanno una casa propria e riescono a godere dei frutti del loro lavoro. Christophe, invece, un lavoro non ce l’ha ed è troppo giovane per poter avere da parte qualcosa che gli permetta di tirare il fiato anche solo per qualche giorno. Michel e Marie-Claire hanno di fronte a sé una vita magari non agiata ma dignitosa. Christophe davanti a sé non ha nulla. Prova ne sia che il frutto della rapina vada a coprire gli affitti arretrati e un barattolo di Nutella per i fratelli.
Il regista e sceneggiatore lavora di semplificazione (visivamente a tratti eccessiva): la storia mette al proprio centro la lotta di classe, la crisi, il nuovo concetto di borghesia, visti dall’interno di una famiglia che si sente dalla parte giusta, sempre che una parte giusta esista, ma che vede vacillare il suo ruolo al primo confronto con una generazione per cui anche la speranza costituisce un lusso.
Anche la solidità della coppia a un certo punto vacillerà di fronte alla nuova situazione e alle menzogne che i due coniugi iniziano a raccontarsi. Ma non durerà e, alla fine, il bene (un bene molto relativo) avrà la meglio.
Aiutato dalla sempre stupenda Arianne Ascaride e da Jean-Pierre Darroussin, che nel film di Kaurismäki interpretava il commissario Monet, Robert Guédiguian dipinge un ritratto semplice, come tutte le cose importanti, e capace di leggerezza che ci ricorda come nel momento del bisogno siano sempre coloro che si trovano ai primi gradini della scala sociale a ricordarsi di avere un cuore e a condividere.
La lotta è in pieno svolgimento ma Guédiguian sembra dirci che c’è ancora speranza.

Roberto Rippa

Les neiges du Kilimandjaro
(tit. italiano: “Le nevi del Kilimangiaro” / Francia / 2011)
Regia: Robert Guédiguian
Sceneggiatura: Jean-Louis Milesi, Robert Guédiguian (liberamente ispirata al poema “Les pauvres gens” di Victor Hugo)
Fotografia: Pierre Milon
Montaggio: Bernard Sasia
Scenografia: Michel Vandestien
Costumi: Juliette Chanaud
Interpreti principali: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Marilyne Canto, Grégoire Leprince-Ringuet, Anaïs Demoustier, Adrien Jolivet, Robinson Stévenin, Karole Rocher
107′



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