Galleria Occupata | Cose che possono succedere #1

Galleria Occupata è fondata e gestita da artisti e pensatori, si propone dialetticamente sulla scena dell’arte contemporanea con poche battute programmatiche:

la ricerca è l’unica opera possibile!
la formalizzazione è un momento della ricerca!
l’artista è un lavoratore!

 

Cinque storie esemplari, riassumono alcuni punti di rottura del sistema:

[Episodi: n.3+ n.4 + n.5 – LINK]

 

 

 

 

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Galleria Occupata
Galleria Occupata nasce e si sviluppa a partire dai desideri e dalle necessità di diverse persone e figure attive sulla scena dell’arte contemporanea siciliana, accomunate dalla volontà di reagire ai meccanismi e alle consuetudini del mercato dell’arte inteso come forma collaudata di una relazione tra artista-gallerista-collezionista basata essenzialmente su logiche dettate dal profitto economico.
Galleria Occupata studia e pratica metodi concreti affinché questa relazione si instauri a partire da presupposti differenti, individuando nella ricerca l’unica opera possibile, nell’opera un momento di formalizzazione, nella pratica artistica un bene culturale, nell’artista un lavoratore.

Galleria Occupata nasce come atto necessario, riferito ad un contesto in cui ha ancora senso costruire un dibattito attorno alle tematiche del riconoscimento dei diritti del lavoro intellettuale.

www.galleriaoccupata.it

 

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«Galleria Occupata rispecchia già nel titolo – forse un poco ironico – un modus operandi e un’atmosfera radicatisi negli ultimi anni anche in Italia: tra spazi culturali occupati, comitati di movimenti e associazioni di lavoratori dell’arte, una corrente piuttosto omogenea e discontinua – sia nella quantità che nella qualità delle azioni – ha contagiato il sistema ufficiale, predicando e praticando una nuova maniera di gestire la cultura come bene comune. In parte pregna di questi umori, l’iniziativa è lanciata da Alessandro Gagliardo, Maria Helene Bertino, Alessandra Cianelli, Enrico Aresu e Alessandro Aiello, Alessandra Ferlito, Emiliano Cinquerrui, Claudio Cocuzza, Giuseppe Lana, Zoltan Fazekas, Elisa Abela. Nucleo affiatato e infaticabile: chi arriva dal successo dell’artist run space BOCS, chi dalla Fondazione Brodbeck, chi dall’esperienza di Malastradafilm, tra cinema indipendente e produzione dal basso, chi dalla storica avventura del collettivo Canecapovolto. Di che si occupa l’inedita Galleria Occupata? Nessuno spazio fisico, intanto. Tutto si svolge in maniera effimera, nomade, dinamica: di occupato, piuttosto, c’è idealmente tutto un sistema da cambiare, scuotere, spronare.»

[Fonte: Helga Marsala, Una Galleria Occupata, a Catania. Virtuale, però, «Artibrune», 18 giugno 2013 – LINK]

 

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Art. 4 (dello scopo o manifesto d’intenti)
L’associazione si propone di operare nel settore dell’arte e della cultura contemporanea promuovendo la pratica artistica come valore culturale collettivo, individuando nella ricerca l’unica opera possibile, nella formalizzazione della stessa un momento della ricerca e nell’artista un lavoratore.
L’associazione riconosce che le attività, i beni e i servizi culturali hanno una doppia natura, economica e culturale, poiché portatori d’identità, di valori e di significato non devono essere trattati come aventi esclusivamente un valore commerciale.
A tal fine l’associazione si fa promotrice di tutte le attività che permettano l’accesso gratuito per fini non commerciali ai beni e servizi culturali proposti.
L’associazione si propone di contribuire al dibattito sulla rivendicazione dei diritti del lavoro intellettuale, riconosce l’importanza della tutela della proprietà intellettuale e sostiene tutti i soggetti che partecipano alla creatività culturale.
L’associazione, nel promuovere e diffondere in ogni sua forma la conoscenza dell’arte e della cultura contemporanea, intende favorire l’elaborazione e la diffusione di tutti gli strumenti atti a garantire e regolare i diritti dei soggetti operanti nel settore, proponendosi di dare un contributo all’elaborazione di leggi, regolamenti, atti di indirizzo e quanto altro necessario con l’obiettivo di creare le condizioni perché la creatività venga promossa e incoraggiata in un contesto normativo chiaro, trasparente e universale.
A tale fine individua nella Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2007 sullo statuto sociale degli artisti le indicazioni normative utili allo scopo.
L’associazione si impegna a promuovere, proteggere e diffondere la diversità delle espressioni culturali e a tale scopo condivide le indicazioni contenute nella Convenzione dell’Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali.
L’associazione potrà attivare ogni forma di collaborazione che non contrasti con lo scopo sociale.
L’associazione dovrà tuttavia mantenere la completa indipendenza nei confronti degli organi di governo, delle aziende pubbliche e private, dei partiti e movimenti politici e delle organizzazioni sindacali.

Art. 5 (dei fini e degli obblighi)
L’associazione non ha fini di lucro e agirà nel rispetto della libertà e dignità degli associati.
Per la realizzazione dei suoi fini l’associazione potrà attivare reti di collaborazioni tra soggetti pubblici, privati e informali e suddivide le sue attività in due macro aree di intervento:

a) servizi di consulenza legale atti a garantire e regolare i diritti dei soggetti operanti nel settore dell’arte e della cultura contemporanea.
b) promozione, intermediazione e vendita di beni e servizi culturali di autori che riconoscano la pratica artistica come valore culturale collettivo.

L’associazione può svolgere qualunque attività patrimoniale, economica e finanziaria nonché stipulare convenzioni con Enti pubblici o privati per il raggiungimento dei suoi fini nel rispetto delle normative di legge vigenti.

[Fonte: Statuto Sociale dell’Associazione “GALLERIA OCCUPATA” – link(pdf)]

 

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Galleria Occupata riconosce che la pratica artistica ha un doppio valore, culturale ed economico, e se la creatività mal sopporta norme e indirizzi allo stesso tempo l’artista, quale lavoratore, è troppo spesso esposto a rapporti regolati esclusivamente da contratti verbali.
In questo contesto proporre l’uso dei modelli di “Contratti degli artisti” elaborati da Vladivostok ci pare un contributo indispensabile affinché si possa compiere un primo passo necessario e urgente ad affermare la dignità professionale di tutti gli artisti.

[Fonte e/o link: galleriaoccupata.it ]

 

 



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