Nils, (John Stellan Skarsgård) cittadino dell’anno, e signore incontrastato delle nevi, non riesce a credere che suo figlio sia morto di overdose, anche se il corpo è stato ritrovato senza vita nella gelida stazione di una livida Norvegia contemporanea.
Quando un collega di suo figlio gli svela che il ragazzo non si drogava, Nils scopre che un giro di droga e spartizione del territorio governa le strade innevate che conducono alla capitale. Con tono divertente e a tratti grottesco la missione di Nils diventerà quella di, letteralmente, “spazzare” via tutti gli uomini immischiati con la morte di suo figlio.
I genitori dei giovani norvegesi, tornano spesso a farsi vendetta, ci racconta uno di loro prima di sparire per sempre, e in questo caso, uno dei più brillanti, la lunga serie di sparizioni scandisce un tempo calmo e allo stesso tempo pulp, con colpi di scena, pugni secchi sul naso, e sangue a volontà.
La scalata della morte è lunga e sempre più imprevedibile, ogni volta il morto è su un gradino più in alto nella scala del male, qualche volta è solo uno che ci è finito in mezzo, altre volte invece sparisce e basta senza che alcuno lo finisca.
I corpi spariscono, si dileguano nel bianco, nell’acqua, i migliori vengono avvolti nelle reti da pollaio che diligentemente garantiscono ai cadaveri una buona conservazione e danno la possibilità ai grossi pesci baltici di rosicchiare carne dalle fessure.
Alcuni vengono crocifissi, altri decapitati, ma in cima alla lista degli eliminabili c’è un cattivo come non se ne vedevano da un po’, il Conte (Pål Sverre Valheim Hagen), vegano e crudele mandante di alcuni degli omicidi, un personaggio affettato e irritante, quasi fumettistico, circondato da scagnozzi idioti in cerca di affetto. L’effetto humor e la dark comedy (come in Fargo dei Fratelli Coen) è dietro l’angolo, come il grottesco, la malinconia e l’azione di Kitano, ma a volte il gioco stenta a prendere forma. I dialoghi lunghi e sentenziosi nelle auto blindate degli uomini della malavita raccontano una Norvegia che sa bene di essere un posto dimenticato da Dio, ma loro se ne infischiano. Hanno il welfare.
I Beoti salgono al potere, un boss serbo di nome Papa (uno splendido Bruno Ganz) osserva impressionato i colori delle tute degli sciatori ricchi, i gay si nascondono dietro ai completi gessati, i mafiosi sognano di volare con il deltaplano sulle montagne innevate, e gli eroi silenziosi come Nils si spianano la strada lanciando la neve a 35 metri di distanza, perché è importante che non ti caschi addosso, per evitarne il ritorno, come un pasto che ti torna su, come un cadavere che rischia di tornare a galla. •
Giuliana Liberatore
Kraftidioten (In ordine di sparizione)
regia: Hans Petter Moland
sceneggiatura: Kim Fupz Aakeson
fotografia: Philip Øgaard
montaggio: Jens Christian Fodstad
production design: Jørgen Stangebye Larsen
musiche: Brian Batz, Kaspar Kaae, Kåre Vestrheim
produttori: Finn Gjerdrum, Stein B. Kvae
coproduttori: Jessica Ask, Madeleine Ekman, Peter Aalbæk Jensen, Sisse Graum Jørgensen, Charlotte Pedersen
interpreti principali: Stellan Skarsgård, Kristofer Hivju, Bruno Ganz, Tobias Santelmann, Pål Sverre Hagen, Peter Andersson, Birgitte Hjort Sørensen, Jakob Oftebro, Sergej Trifunovic, Anders Baasmo Christiansen, Jon Øigarden, Stig Henrik Hoff, David Sakurai, Goran Navojec, Atle Antonsen
produzione: Paradox
coproduzione: Paradox Film 2, Film i Väst
camera: Arri Alexa
lingua: norvegese
Paese: Norvegia, Svezia
Anno: 2014
Durata: 116′