Monster Mash: l’allegra brigata di Halloween di Guido Manuli

MV-MM01(Monster Mash © 1962 – Bobby “Boris” Pickett)

 

Monster Mash:
l’allegra brigata di Halloween di Guido Manuli

di Mario Verger

 

MV-MM02(Monster Mash © Rai Cinema Fiction – Dic Entertainment)

 

Monster Mash (1999), nacque da un’idea che Guido Manuli voleva fare in Italia ma non aveva trovato nessun produttore, quando, nel 1999, incontrò Gianpaolo Sodano, presidente del festival internazionale del cinema d’animazione della Rai Cartoons on the Bay, grazie al quale il film venne finanziato da Rai Cinema Fiction in coproduzione con la Dic Entertainment, famosa casa di produzione californiana, affidando l’animazione alla Phoenix Korea Animation.

 

MV-MM03(Guido Manuli & Judy Rothman Rofé)

 

La versione definitiva del lungometraggio, in conseguenza a ciò, subì diverse modifiche; infatti, Monster Mash risulta dai credits come soggetto firmato da Guido Manuli e dalla sceneggiatrice californiana Judy Rothman Rofé, dirigente di Disney Channel e autrice specializzata degli adattamenti letterari per bambini. Mi raccontò in merito Manuli che, rispetto all’idea originale, la trama fu lievemente modificata, visto che «poi sono arrivati gli americani in coproduzione, perché durante il periodo di Halloween, per i bambini mandano sempre in onda film divertenti di questo genere…». L’allestimento scenico e i backgrounds vennero curati da Victor Togliani; le musiche originali furono composte dal musicista australiano Matt McGuire, con le canzoni scritte da Stefano Pulga (l’autore della colonna sonora del Garibaldi) e Pino Santapaga, tradotte nelle varie lingue con testi dell’amico Oscar Avogadro, che fece anche da adattatore dialoghi, il cui brano principale nella versione italiana era cantato da Gigi Proietti.

 

MV-MM04(Monster Mash © Guido Manuli)

 

Il lungometraggio d’animazione inizia coi titoli di testa su scena, a cui segue il nome del regista Guido Manuli, scena nella quale si vede uno strano avvoltoio che sorvola un sinistro cimitero, quando dall’aria il volatile lancia un teschio di un muso di cane, Yorick (doppiato da Gigi Proietti che fa da narratore introducendo il film), che piomba in uno scheletro canino (col collarino), ossa nelle quali spesso la mascotte del film si ricongiunge, vivendo nel castello del villaggio Lagokomemagma con tre spaventosi mostri di tutti i tempi: un Frankenstein (doppiato da Mario Bombardieri), «Frank, un orribile patchwork di resti umani, racimolati a casaccio tra un cimitero e l’altro» (chiaramente rielaborato un ventennio avanti dal Frank della sigla di Domenica in del ’79); un Conte Dracula (con la voce di Mino Caprio), «Drake, nobile rumeno sanguinario, incattivito dall’uso precoce dell’apparecchio odontoiatrico»; e Wolf (doppiato da Renato Cortesi), «un tempo impiegato modello, poi stregato dalla luna, licantropo ingordo di polpacci e malleoli».

 

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6(Monster Mash © Guido Manuli)

 

Sin dall’inizio non mancano le canzoni, come quando, all’interno del castello, un coro di manuliane zitelle ischeletrite ballano col muscoloso Frank un rock, con Yarick che si scompone e ricompone (in una sorta di Pluto dell’Horror), facendo da contorno alla festa, assieme a Drake, Wolf e gli altri invitati attorniati da affascinanti vampire, brindando tutti in coro tra alambicchi, pipistrelli, specchi stregati… fiancheggiati da curiose rotaie elettriche ovunque che fanno da pista per l’ottovolante, trasformando l’ambiente in un grottesco Luna Park dell’Horror, mentre intonano allegramente la canzone omonima al titolo del film, “Chi ha paura?”.

 

MV-MM08(Monster Mash © Guido Manuli)

 

MV-MM09(Monster Mash © Guido Manuli)

I tre vecchi mostri si rivedono anche in TV, esibendosi grottescamente quali giocolieri, lanciando zucche stregate in uno show televisivo americano: (i “Foolish Monster Tricks”), mostri d’altri tempi, come vengono definiti… ormai superati dalle nuove generazioni che li guardano dall’altra parte dello schermo come spettatori del programma; show visto da un terzetto antagonista di nuovi mostri moderni creati dal marketing: mascotte del gruppo è Chucky, la bambola della devastazione, bionda ma dalla pelle verdastra, vestito rosa e una chiave girevole uscente dalla capa a mo’ di fiocco, la quale non pensa altro che a fare zapping (vedi le idee degli anni ’80 di Manuli in Incubus, modernizzate nel successivo Loading); Freddy Spaghetti, re dei carboidrati, il mostro con la faccia coperta da uno scolapasta lanciaspaghetti a forma di vermi, col vestito imbrattato di ragù; e Alienateor, la mascella di un’altra dimensione, un mostriciattolo che ha per testa un’enorme dentiera coi denti da vampiro.

 

MV-MM10(Monster Mash © Guido Manuli)

I nuovi mostri, denunciandoli ai sindacati americani, citano Frank, Drake e Wolf all’Alta Corte Suprema dell’Orrore, dove si terrà un’udienza macabra poco prima di Halloween, fra grottesche creature manuliane, le quali fanno da giuria popolare; corte presieduta da Vostro Orrore (doppiato da Massimo Corvo), un grottesco giudice uscito da una bocca di fuoco che in realtà è uno scheletro con tanto di parrucca, in tenuta sportiva, il quale gioca a basket con la propria testa a forma di teschio; il pubblico ministero, l’Accusa (Stefano De Sando), una Morte con falce e papillon; l’avvocato della difesa Troll (Roberto Stocchi), una mummia antropomorfa occhialuta e miope; e il perito dell’accusa dottor Cariati (Roberto Stocchi), un grottesco dentista manuliano con tanto di tenaglia, che mostra all’accusa la lastra della dentiera del vecchio re dei vampiri Drake; il dottor Frank Lozione (Francesco Vairano), che testimonia, invece, sul pelo a chiazze, cioè sulla calvizie di Wolf… Quando, all’improvviso, arriva un bimbo (un tipico moccioso manuliano), il quale, invano impaurito dai tre imputati, suscitano in lui persino tenerezza, tanto che Vostro Orrore da loro un’ultima possibilità: di riuscire a spaventare una famiglia, dandogli tempo fino allo scadere della notte di Halloween, altrimenti i tre saranno condannati in eterno come animatori (ma non di cartoni animati!) bensì di compleanni dei bambini.

 

MV-MM11(Monster Mash © Guido Manuli)

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14(Monster Mash © Guido Manuli)

La nuova sequenza si apre con la descrizione degli altri protagonisti umani del film d’animazione di Guido Manuli: i Tinklemeister, una famiglia un po’ all’italiana, che vive però nelle tipiche villette americane; in soggiorno, una simpatica zanzara manuliana sulla finestra fa piombare gli occhi infuori con relative urla isteriche (le rielaborazioni del cartoonist milanese del linguaggio di Tex Avery), alla corpulenta signora Mamy (doppiata da Silvia Pepitoni), la versione americanizzata e ‘anni 2000’ della donnona di Opera; a cui si affianca il marito Papy (Ambrogio Colombo), un uomo grassoccio con gillet, capelli blu impomatati e baffetti neri alla… Mago di Burbank!; coniugi a cui si aggiungono i bambini: la grottesca Stella (Alida Milana), dagli occhialoni gialli e capelli blu, e il fratellino Spike (Flavio Aquilone), capelli blu e dentino infuori, il quale, introdotto dalla canzone cantata dalla famiglia, si evince, tramite simpatici flashback animati, che quand’era un piccolo moccioso (alla Babyno…), shockato da un fulmine durante un temporale mentre giocava ai dadi, rimase quasi incenerito e, come dice la canzone cantata dai Tinklemeister, “Aspettando Spike”: «Ma un lampo poi, piombò tra noi, dalla finestra fece bingo su di lui, da quel giorno in poi, non ha parlato più, fischia come un merlo, scappato dal cucù…»;… diventando, però, da allora, uno strambo piccolo genio, che per hobby fa lo scienziato, giocando con alambicchi e pozioni…
Il marito, Mr. Tinklemeister, invece, titolare di un negozio di toelettatura per cani, tutti i giorni rincasa su uno strano pulmino, bianco a macchie, a forma di un enorme cagnone tosato, con occhi e orecchie da barboncino (una modernizzazione di Isotta).

 

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Le scenografie dalle prospettive aberrate, i cui backgrounds originali vennero eseguiti da Victor Togliani, realistiche e realizzate su fondali, con uso continuo di effetti speciali e dei cross-screen in sovrimpressione per le stelline animate, rendono le scene molto suggestive, soprattutto quando la villetta, in una delle gag, viene catapultata sulla scritta Hollywood; scene nelle quali, evidentemente, gli scenografi e animatori coreani seguirono le direttive registiche di Guido Manuli, soprattutto nella descrizione dei grandi cieli notturni e spazi stellari neri (come le vecchie scene di Fantabiblical), passando gradualmente nelle successive a blu intensi, coi pianeti luminosi in lontananza sfumati ad aerografo, seguendo la lezione degli anime giapponesi, amalgamata negli anni a seguire dal cartoonist italiano…
Si rivedono i tre, Frank, Drake e Wolf, arrampicandosi dal tetto e calandosi da una fune, i quali elaborano un piano per intrappolare la famiglia Tinklemeister, mentre i bambini ignari vedono la TV (con le registrazioni ‘rifatte’ in animazione), degli show dei Foolish Monster Tricks, quando, Zio Ed McMonster estrae dal bussolotto un viaggio premio in uno splendido castello in Romania (pochi sanno che Dracula è un personaggio rumeno), vinto proprio dai Tinklemeister!

 

MV-MM21(Monster Mash © Guido Manuli)

E i tre mostri gli suonano subito dopo alla porta di casa per consegnargli il biglietto vincente! Tanto che in una limousine dorata riescono a rapire in un attimo la famiglia…
Imbarcati in un sinistro aereo della ‘Trans Transylvania Air’ (la parte occidentale della Romania), dai sedili con le fodere con sopra i pipistrelli, alla famiglia Tinklemeister è servito il menu da Drake vestito da ambigua hostess, in una tratta aerea accompagnata dal fragore dei lampi, con Frank e Wolf alla guida del velivolo… Atterrati in una grigia nottata all’aeroporto della Transylvania, ad attendere i Tinklemeister, al posto della navetta, vi è un sinistro calesse (lontano anni luce da West and Soda), che li sbarca al castello stregato (rievocando l’atmosfera della sigla dell’‘89 di Don Tonino) dove viene fatta strada alla famiglia per alloggiare alla suite… I tre mostri sono d’accordo nel doverli spaventare; Drake, il quale dorme in una tomba egizia si risveglia; mentre nella stanza, i quadri coi dipinti antichi si trasformano assumendo le fattezze del viso di Wolf; Stella e Spike, nel frattempo con delle torce si avventurano fra i sotterranei del castello, giungendo nella stanza dove riposa Frankie, scambiandola per una sinistra sala giochi e, fra alambicchi e macchinari, lo risvegliano, pilotato dal telecomando dai due ragazzini… Oltre a riesumare teste e corpi sospesi a mezz’aria giacenti nel castello!
Non mancano le canzoni, corroborate da urla e grida isteriche…alla Manuli…, quando Mamy, maniaca dell’ordine, pulisce il castello, alle prese con Wolf, che cade nella trappola da lui stesso orchestrata, finendo intrappolato nel lazo tirato da Stella e Spike in una botte piena di schiuma da bagno per levargli la rogna, pulito e infiocchettato, come un bel peluche…
Si vede, cambiando sequenza, l’angusto Palazzo di Giustizia (un castello che ricompare rielaborato in una scena del recente divertissement animato, I’ Mirror), con l’Accusa e una spia (uno di quei mostri semi-mitologici molto simili alle figure di Victor Togliani), che riferisce al pubblico ministero riguardo i tre mostri.
Victor Togliani, che nei credits del film risulta come ideatore dei backgrounds, nella sua autobiografia, così accenna alla produzione di Monster Mash:
«Nel 2000 usciva in America il film d’animazione Monster Mash, che era prodotto là, ma era nostro. O meglio, di Guido, del quale era ovviamente anche la regia. Aveva affidato ancora una volta a me l’aspetto scenografico. In questo caso però avevo un ruolo che assomigliava di più a quello del concept-designer, perché poi non avevo seguito la produzione in territorio yankie. I miei disegni, in pratica, servivano da pre-visualizzazione. Uscì anche in Italia col titolo Chi ha paura?
Manuli adora le storie paradossali e anche questa volta il soggetto era demenziale, nel senso “positivo” del termine. Parlava della frustrazione dei mostri classici, come Frankenstein, la Mummia o l’Uomo lupo, che non riescono più a spaventare nessuno perché soppiantati dalle nuove e molto più terrificanti creature che affollano ormai l’immaginario dei bambini. Comunque mi divertii come un pazzo a disegnare vecchi castelli e cimiteri gotici alternati ad ambientazioni moderne»(1).

 

MV-MM22(Mostri – Fotografia giovanile scattata con amici © Victor Togliani)

 

In Italia gli storyboard, sotto la direzione artistica di Guido Manuli, vennero curati principalmente da Maurizio Forestieri; mentre in America da Ed Nebres, Art Mawhinney, Keith Tucker, Mike Christian e soprattutto da Rick Hoberg, premiato autore americano di fumetti e animatore, storyboard artist, model designer, e layout man per Hanna-Barbera, Ruby Spears, Filmation, Dic, Universal, Disney, Cartoon Network, Film Roman, Warner Bros, e, per Marvel Productions, per la quale diresse la prima serie di X-Men.
Rick Hoberg, chiamò, come assistente per Monster Mash, Stefano Gaudiano, classe 1966, milanese ma vissuto a Roma, trasferitosi negli USA nell’ormai lontano 1981, dove attualmente vive con la famiglia a Seattle, il quale è diventato negli anni uno degli inchiostratori premier di fumetti per le maggiori ‘major comic companies’ americane, soprattutto realizzando egregiamente le serie, Batman per la DC Comics e Amazing Spiderman per la Marvel.
Ultimamente ha avuto molto successo The Walking Dead, di Robert Kirkman, Charlie Adlard e Stefano Gaudiano.
Conosciuto casualmente Gaudiano sul social network Facebook, riguardo alla produzione di Monster Mash, l’artista di comics ebbe a dichiararmi, «Sono italiano ma vivo negli U.S.A. dai primi anni ottanta. Ho lavorato su Monster Mash come assistente di Rick Hoberg per le storyboards, e Hoberg gentilmente mi ha concesso un ‘credit’ ufficiale (cosa molto utile nel libero professionismo!). […] Non sapevo dell’origine italiana di quell’opera – grazie per l’informazione! […] forse prima o poi guarderò per intero Monster Mash. Al tempo della produzione non avevo neanche un televisore (men che meno computer e internet), e poi fra una cosa e l’altra ripescare il lavoro non ha avuto importanza. Durante un soggiorno in Italia una decina di anni fa, se non erro, ho visto un pezzo di Monster Mash mentre le mie figlie guardavano la televisione. Mi e’ parso un buon cartone animato, e mi ha fatto piacere riconoscere qualche scena su cui ho collaborato (una mummia che giocava a pallacanestro — forse usando un teschio? Ovviamente tutto disegnato in maniera scherzosa non spaventosa per le bambine. Un piacere in confronto ad altri lavori che ho fatto, spesso cupi e non adatti al consumo in famiglia!)
[…].
So che noi gli storyboard li facevamo su carta e li spedivamo alla casa di produzione con un servizio di posta celere! roba veramente di un altro secolo. Non escludo che gli animatori coreani potessero già avere un sistema di computer per fare qualche parte della produzione, i quanto già a quel; tempo il computer si usava per colorare fumetti (il mio campo principale). Penso però che fossimo ancora almeno due passi indietro da una produzione di stampo moderno. Un anno o due dopo la mia partecipazione a Monster Mash, il mio “maestro” Rick Hoberg ha fatto notare l’uso dell’animazione computerizzata per un nuovo lavoro (una strana serie britannica intitolata “Butt-Ugly Martians”) in quanto richiedeva un leggero adattamento nel nostro sistema di produzione delle storyboards, che erano prodotte come al solito su carta ma dovevano riflettere e valorizzare l’innovazione di movimenti della “telecamera” precedentemente inammissibili. Ora che ci penso, quello riguardava il passaggio fra animazione “bi-dimensionale e l’uso di programmi computerizzati per l’animazione “tri-dimensionale”, ed era l’anno 2000. Ma anche negli anni ’90 immagino che i disegni fossero scansionati e colorati già al computer per evitare il bestiale lavoro della “cell animation” tradizionale. Chiederò a Rick se sa qualcosa al riguardo di
Monster Mash. Stefano».
Ma anche Manuli, simpaticamente “interrogato” sulla questione, non ricordava specificamente se Monster Mash fosse realizzato ancora in animazione tradizionale o computer 2D.
A titolo di curiosità, vale inoltre la pena di sottolineare che Monster Mash venne animato nel 1999 in Corea dalla Phoenix Korea Animation, negli anni in cui l’animazione tradizionale 2D era già quasi del tutto sostituita dal digitale, quando risulterebbe essere una delle ultime produzioni realizzate in cell animation e ripresa 35 mm… Le scenografie, come già richiamata l’attenzione per le sovrimpressioni, con le animazioni prive di ombre “sfumate”, lo testimoniano ampiamente; come anche i suindicati mostriciattoli animati, su creazioni originali di Togliani, sono mostri di pietra in animazione, le cui ombre, si può notare, vennero aerografate singolarmente su ogni acetato che compone la scena animata; difficoltà tecnica nell’amalgama in movimento definitivamente risolta con l’avvento del digitale.
E, infatti, sul sito internet internazionale Amazon, vi sono esposti dei cells originali venduti in dollari, con tanto di fondali scenografici dipinti ancora a mano, di Monster Mash.

 

MV-MM23(un cel originale di Monster Mash © Guido Manuli)

 

di Monster Mash © Guido Manuli)Ma torniamo al film. Drake cerca di ipnotizzare il piccolo Spike, il quale, mette degli occhialoni e gli fa, divertito, altrettanto (rievocando l’occhialuta Nervustrella): vecchie trovate di Manuli, fra le sigle Bozzetto ed esasperazioni alla Tex Avery; fin quando, giocando con Frankie, che vuole intrappolarlo, il bimbo corre lungo i sotterranei del castello per aiutare la famiglia imprigionata nell’armadio, tanto che, liberati e portati nel salotto davanti al caminetto, la grottesca confraternita dei Monster Mash e la famiglia Tinklemeister fanno quasi amicizia, in salotto davanti al camino… Drake mostra l’album e i ricordi di famiglia, da quand’era in culla (un classico bebé petulante alla Manuli), mentre gli aprono una schermata mostrandogli un film in bianco e nero (vedasi le idee di Manuli, già presenti sia nelle animazioni televisive in Ufino Ufetto, sia d’autore in Erection), quando si vede improvvisare un concerto rock…di quando i tre mostri erano giovani e famosi..
All’improvviso, i nuovi mostri Freddy Spaghetti, Chucky e Alienateor, vengono al castello a intrappolare Frank, Drake e Wolf, mentre i Tinklemeister fuggono in un montacarichi che li porta nei sotterranei (simile all’ascensore della sigla di Domenica in). Ma ovunque si rifugiano, a Chucky basta fare zapping cambiando canale per far sì che essi si ritrovano in mare aperto minacciati da uno squalo; o, sui canali sportivi, giocando a basket Stella e Frank con la palla che diventa un pitone, ma stando per esser presi essi riescono, fra uno zapping e l’altro, ad avere sempre la meglio…

 

MV-MM24(Monster Mash © Guido Manuli)

Ai Tinklemeister viene la trovata di rimettere a nuovo i tre mostri: Spike con le pozioni magiche e Papy con il balsamo (il ‘poochie paichy’), facendo la tinta al lupo incanutito Wolf; rimettono in sesto la dentiera persino lucidata a Drake; e, con gli alternatori di corrente, Spike ridà energia a Frankie; e in più, il piccolo protagonista manuliano, fra filtri e alambicchi, crea una pozione magica la quale, una volta ingurgitata, fa ritornare nei tre mostri l’antica mostruosità nel «colore dei loro vecchi film: il bianco e nero». Si ritrovano tutti a vivere nello scenario di un vecchio film (vedi le citazioni per i film americani in bianco e nero tanto care all’autore), fino ad avere la meglio le vecchie star del…cinematografo Frank, Drake e Wolf sulle nuove generazioni di improvvisati, vale a dire Freddy Spaghetti, Chucky e Alienateor, con gran soddisfazione e allegria della famiglia Tinklemeister…
Anche se, usciti dal film e tornati nel cartoon a colori, i tre mostri buoni contenti d’aver sconfitto definitivamente i cattivi, abbracciandosi fraternamente coi Tinklemeister si ricordano l’impegno preso con la Corte aspettandosi la condanna certa!…
Si rivede l’udienza finale direttamente dalla TV di casa Tinklemeister, quando Vostro Orrore, con la grottesca testa di teschio, contraddicendo l’Accusa convoca a sorpresa il piccolo Spike Tinklemeister, il quale, esperto di fumetti horror e mostri classici, a questi nuovissimi e improvvisati antagonisti, scagionando i tre poveri mostri ormai fuori moda Franke Drake e Wolf, i quali hanno, però, dimostrato coraggio e passione, tanto che, commossa persino la grottesca giuria di scheletri, il Giudice assolve gli imputati, riammettendoli nella confraternita dei mostri per tutta l’eternità…
E in ultimo Yorick, scodinzolando fra li sotterranei nel castello, con la voce di Gigi Proietti, annuncia il lieto fine, «Così Frank, Drake e Wolf, fecero parte dell’hit parade dei mostri immortali, oltre a rimanere per sempre nel cuore dei Tinklemeister»; creando, nel loro sinistro castello, un parco dei divertimenti, il ‘Moenster Mash Park’, con tutto il villaggio di Lagokomemagma a festa, che si trasforma in una grande discoteca all’aperto, fra fuochi artificiali e fari da discoteca (vedi gli effetti delle luci psichedeliche della famosa sigla Jay Duck per Pop Corn), all’interno di un immenso parco giochi, dove, fra i divertimenti, sono i visitatori a fare zapping, questa volta sui cattivi Freddy Spaghetti, Chucky e Alienateor.
E, in ultimo per festeggiare, una grande torta con le candeline, coi Tinklemeister e i tre, Frank, Drake e Wolf, simpatici mostri di Monster Mash.

 

MV-MM25(Monster Mash © Guido Manuli)

Inizialmente, Monster Mash, nonostante prodotto da Rai Fiction, non fu possibile vederlo in Italia, mentre qualche anno dopo, nel 2003, venne distribuito dalla Medusa, in home video per la Alfadedis Entertainment, col titolo di Chi ha paura…?, casa di produzione che radunava lungometraggi importanti di registi e animatori internazionali privati nella cover dei nomi degli autori originali, all’interno della collana intitolata, ‘I Classici d’Animazione’; cover dove c’è il marchio con Alfy, la figurina antropomorfa con la lente, per intenderci, che assicura: “prodotto visionato e approvato dall’osservatorio su diritti dei minori”.
Il film uscì anche in dvd in inglese, francese, russo, coreano e in altre parti del mondo con altri titoli. In America, intitolato, Who’s Afraid (Monster Mash); in Francia come Qui A Peur Des Monstres? (Monster Mash); e in russo, Кто боится монстров? (Monster Mash).

 

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25c(Monster Mash © Guido Manuli)

In internet, sul database dei film horror, www.devildead.com, troviamo una simpatica recensione in francese su Monster Mash, di cui riportiamo uno stralcio: «…Ne tournons pas autour du pot, nous sommes ici en présence d’un film pour enfants (jeunes de préférence). Il faut néanmoins savoir qu’il a été réalisé par Guido Manuli, un pilier de l’animation italienne. Il sévit en effet depuis la fin des années 50, ayant participé à toutes sortes de projets télévisuels et cinématographiques dont notamment le surprenant L’AMOUR AVEC DES GANTS. Cela ne suffit pas à sauver ce film (qui est tout de même très quelconque), mais son expérience explique sûrement les petits détails qui le sauvent de l’indigestion.
En effet, sur le fond, l’idée reste assez sympathique. Il est amusant de retrouver ces vieux monstres confrontés à une sorte d’oubli dans lequel ils tombent doucement, eux qui avaient créé des peurs bleues à leur époque. On reconnaît d’ailleurs très régulièrement des décors inspirés des films de la Hammer. Guido Manuli, manifestement assez connaisseur des films d’horreur, nous ressort des références moins évidentes, comme SHOKER, grâce à Chucky qui peut littéralement zapper ses victimes pour les envoyer au hasard dans l’océan au milieu de requins ou dans la jungle avec des dinosaurs.
On trouve même un certain plaisir à guetter tous ces clins d’oeil. On retiendra enfin une réelle sympathie pour ces vieux monstres, qui, comme le disent les héros, conservent pour eux quelque chose qui a disparu avec la nouvelle génération, un coeur. On peut relever encore d’autres petits détails comme celui-ci, mais autant les laisser aux jeunes parents qui nous lisent et qui trouveront de quoi s’occuper pendant la séance du (ou des) petit(s).
Pour ne pas tromper non plus ces jeunes parents (mais ils doivent s’y attendre), il reste beaucoup de défauts. L’animation est tout juste correcte, les chansons (car il y en a) n’ont strictement aucun intérêt, et les gags n’arrivent que rarement à faire sourire un public âgé de plus de 10 ans. Mais après tout, c’est la cible visée
»(2).

 

MV-MM27(Monster Mash © Guido Manuli)

Inspirato alla famosa pop song del 1962 del cantante statunitense Bobby “Boris” Pickett, pubblicato assieme all’album intitolato The Original Monster Mash, questo divertimento riempì la fantasia di generi di film ‘Frightfest Fantasy’ diventando un classico moderno di Halloween, con la parodie di Frankie, Wolfie e Drac.
Molte furono le interpretazioni dal vero, anche animate in 2D e 3D, che ne seguirono: la più conosciuta rimase Groovie Goolies, uno show animato televisivo americano trasmesso tra il 1970 e il 1972, prodotto dalla Filmation e diretto da Hal Sutherland.
Mentre, in live action, troviamo Monster Mash: The Movie, film del 1995 diretto da Joel Cohen e Alec Sokolow.
E, nel 2001, la Walt Disney Pictures, presenta Monsters & Co., un film in 3D della Pixar.
E il più recente, Hotel Transylvania, un film d’animazione del 2012 in 3D diretto da Genndy Tartakovsky.

 

MV-MM28(La cover dell’edizione italiana di Monster Mash © Guido Manuli)

MV-MM29(Qui A Peur Des Monstres? – Кто боится монстров? © Guido Manuli)

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29f(Fotogrammi dal Pilot italiano di Monster Mash © Guido Manuli)

Il film d’animazione è una parodia dei vecchi e nuovi Monster Mash, incredibilmente interpretata dal genio di Guido Manuli, in uno Special TV prodotto dalla Rai Radiotelevisione Italiana e Dic Entertainment con l’animazione della Phoenix Korea Animation.
E’ interessante notare che l’animazione è stata interamente realizzata in Corea: visionando i singoli fotogrammi alla moviola, sembra che gli animatori coreani, abituati a un tipo di animazione semi-realista, si siano ben adeguati alle esigenze registiche, studiando i model sheet originali, adattando alle deformazioni del cartoonist milanese, il realismo dei livelli di animazione seriali cui era giunta all’epoca la Corea.
E Monster Mash di Guido Manuli, è interessante proprio per questo: è una mescolanza di stili, partendo da quello italiano per eccellenza del cartoonist milanese, che riassembla Bozzetto e i primi Disney, di cui emblematico è il simpatico Yorick, in una grottesca e macabra deformazione di Pluto; trovate e spesso animazioni esagerate alla Tex Avery, sia nei Tinklemeister come nei tre Mostri, allietati da urla e esasperazioni isteriche tipicamente manuliane; e le varie autocitazioni, all’interno del lungometraggio italo-americano-koreano, le quali riepilogano la lunga filmografia dell’autore: soprattutto Chucky, la bambola della devastazione, che fa continuamente zapping (altro tema caro a Guido Manuli dell’alienazione dell’uomo davanti alla TV, presente spesso nei suoi film), e gli altri mostri, i quali rievocano, in forma grottesca e all’italiana il genere lovecraftiano, simpaticamente rielaborati dall’autore dai film horror e di fantascienza, fra cui, Freddy Kruger, Alien e La bambola assassina, sino alle più recenti saghe cinematografiche di Halloween.
La trama è talvolta “lenta” e l’atmosfera “cupa” (ma ciò è dato dalle ombre spesso “corpose” in un’evoluzione stilistica delle serie Hanna & Barbera anni ’70, dell’animazione contemporanea dell’epoca); come le trovate non sempre fanno ridere viste le assurdità, le quali vanno al contrario inquadrate nell’ambito del parossismo e non dell’humour fine a se stesso: la storia è dosata e si snoda spesso a rilento (ad esempio, la famiglia Tinklemeister viene presentata dopo il primo quarto del film); mentre all’interno del castello personaggi e gag si evolvono dando nell’insieme una sceneggiatura lenta ma articolata e coi i tempi del lungometraggio di animazione tradizionale di un tempo.
Come ha rimarcato giustamente Togliani, «Manuli adora le storie paradossali e anche questa volta il soggetto era demenziale, nel senso “positivo” del termine»; il film è una storia al limite del tragicomico e del demenziale ma sostanzialmente innocente, che va bene per grandi e piccini, soprattutto per Halloween, fornendo una personalissima interpretazione dei mostri di Monster Mash, tanto che il lungometraggio di Guido Manuli è stato, fra i tanti, uno dei più apprezzati. Lungo la strampalata trama, ma logica e assai ben strutturata, la quale segue però una storia e un’evoluzione, si evolve in una situazione garbatamente comica e soft dove l’autore non scorda di mettere del suo: i tre mostri, degli antipersonaggi sgradevoli per eccellenza, sono in fondo “mostri d’altri tempi”, rivedendovi in essi un fatto autobiografico, spiazzati dalle nuove generazioni create dal marketing: un po’ come Guido Manuli, che ha sempre parodiato il classicismo, predicendo il moderno ma che, comunque, nel tempo, egli si è consolidato come un “Maestro” tradizionale del cartooning internazionale.
Come anche nel finale, un po’ autobiografico per lo stesso Manuli, relativamente al quale, per anni, i brani delle sue sigle TV per la Bozzetto Film entrarono nella hit parade italiana!… Come ancora l’amore del regista milanese per il cinema in bianco e nero, nella citazione in cartoon di ritrovarsi a propria volta in un vecchio film e, se pur sgraziati, i protagonisti non riescono ad essere veramente cattivi: in fondo Manuli, col suo sarcasmo è un buono, anche se privato del sentimentalismo “zuccheroso” disneyano; egli è un regista “classico” che, nella sua modernità, aborrisce certe trovate troppo attuali cui è giunto il linguaggio del cinema d’animazione contemporaneo. La sceneggiatura abbisogna dei suoi tempi di maturazione, così come i suoi antipersonaggi rispecchiano dei canoni ben stabiliti; canzoni e musica fanno il resto: Guido Manuli è comunque un grande regista di calibro internazionale.
Monster Mash è, quindi, un’opera televisiva a lungometraggio di un vecchio regista di classe, con una mescolanza di tecniche e di stili iconografici assemblati fra Disney, trovate alla Tex Avery, partite dall’Italia, tradotte in America e animate in Corea, riunificate in un film il cui amalgama non è sempre discernibile per gli spettatori di mezzo mondo, ma è per questo un film d’animazione interessante, che prepara la strada al successivo, più completo Aida degli alberi.

 

MV-MM31(30 Monster Mash © Guido Manuli)

 

Note:

(1) Victor Togliani, FUNZIONI NON VERBALI. Vivere giocando con una matita in tasca, Gilgamesh Edizioni, pp. 148-149 © 2012 Gilgamesh Edizioni – Mantova

(2) QUI A PEUR DES MONSTRES? MONSTER MASH, in www.devildead.com

Monster Mash: l’allegra brigata di Halloween di Guido Manuli

© Mario Verger

 

si ringraziano:
Stefano Gaudiano
Guido Manuli
Victor Togliani

 

Monster Mash

Regia di
Guido Manuli

Una coproduzione Rai Radiotelevisione Italiana e Dic Entertainment Produzione animazione: Phoenix Korea Animation
L.P. distribuito da Rai Trade, 1999 con Rai Fiction

Produttori esecutivi: Andy Heyward, Robby London, Michael Maliani, Alfio Bastiancich
Responsabile del coordinamento: Kurt Weldon
Direttore di produzione: Stacey Gallishaw
Supervisione alla produzione: Emily Wensel
Produttore Rai: Lucia Bolzoni
Edizione italiana: Post-produzione Maresa Bellucci
Adattamento e dialoghi: Oscar Avogadro
Direttore del doppiaggio: Ornella Cappellini

Doppiatori italiani:

Yorick: Gigi Proietti
Drake: Mino Caprio
Wolf: Renato Cortesi
Frank: Mario Bombardieri
Mamy: Silvia Pepitoni
Papy: Ambrogio Colombo
Stella: Alida Milana
Spike: Flavio Aquilone
Giudice: Massimo Corvo
Accusa: Stefano De Sando
Stabilimento sonorizzazione: Divisione Radiofonia Direzione Produzione Rai
Mixage: Claudio Pais

Distribuzione internazionale Rai Trade
Assistente alla produzione: Emily Montaniel
Produttre associato: Pam Arseneau
Coordinamento della produzione: Cary Biren
Supervisore delle musiche: Karyn Ulman
Music: Matt Mc Guire
“Chi ha paura”, musica: Stefano Pulga, Pino Santapaga
Testo: Oscar Avogadro cantata da Gigi Proietti
“Aspettando Spike” musica: Matt Mc Guire Testo: Oscar Avogadro
“Che bello sballo” musica: Matt Mc Guire Testo: Oscar Avogadro
“Quando eravamo cattivi” musica: Matt Mc Guire Testo: Oscar Avogadro
Assistente musicale: Robert Anderson
Coordinamento musicale: Deborah Illner Clark
Ricerca musiche: Drew Jessel
Consulente musicale: Rita Kedineoglu
Ideazione scenografie: Victor Togliani
Realizzazione scenografie: Tec Manalac, Frank Brunner, Caesar De Castro, Gil Hung
Ideazione personaggi: Steven Choi
Disegni personaggi: Shane Donahue, Brent Gordon, Marcos Borregalos
Ideatori del colore: Noel Aragon, Jung Son, Robin Koblin
Ideatori colori sfondi: Richard Ziehler Martin, Hector Martinez, June Micu
Disegnatori storyboard: Ed Nebres, Art Mawhinney, Keith Tucker, Rick Hoberg, Mike Christian, Stefano Gaudiano, Maurizio Forestieri
Revisione storyboard: Scott Heming, David Pagani, Vincenzo Tripetti
Coordinamento storyboard: Fred Miller, Cullen Blaine, Bob Nesler

Produzione animazione: Phoenix Korea Animation
Una coproduzione Rai Radiotelevisione Italiana e Dic Entertainment L.P. distribuito da Rai Trade, 1999 con Rai Fiction MCA/Universal Pictures



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