Juno: la favola moderna di Jason Reitman

da Rapporto Confidenziale – numeroquattro, aprile 2008

Il nuovo lavoro di Jason Reitman (che abbiamo già apprezzato per l’ottimo Thank you for smoking) film vincitore dell’ultima Festa del Cinema di Roma, è un geniale affresco dell’universo degli adolescenti, visto attraverso gli occhi di una ragazza molto particolare, che è originale sin da quel suo nome, Juno, che il padre (la mela non cade mai lontana dall’albero) le aveva dato ispirandosi all’unica donna che era riuscita ad impalmare quel donnaiolo incallito di Zeus.
Juno (Ellen Page) suona in un gruppo punk, ha un rapporto invidiabile con i genitori, una affilata parlantina e sarcasmo esplosivo. Ma soprattutto è incinta di un ragazzo (Michael Cera) che fatica a considerare più che un ottimo amico. In virtù del suo eccezionale carattere e di un ambiente che la supporta in quei momenti difficili, Juno affronta la situazione con grande coraggio ed un po’ di incoscienza. Dopo aver raccontato tutto al padre (J.K. Simmons) e alla matrigna (Allison Janney), decide di lasciare in affidamento il nascituro a una coppia perfetta (?) di sposi (Jennifer Garner e Jason Bateman), convinta che in quella famiglia il futuro di suo figlio potrà essere migliore.
Finirà con l’insegnare una lezione di vita a tutti gli adulti che la circondano.
Reitman costruisce, sull’ottimo script di Diablo Cody (ex agente pubblicitario, ex spogliarellista, donna dalla vita incredibilmente movimentata), un film perfetto: ironico, intelligente, persino romantico ma mai melenso o pieno di tutti i cliché che quasi sempre il genere impone.
Lo stesso cinismo che il regista aveva ostentato nella sua precedente opera, viene applicato con grande dolcezza ad una storia raccontata come una moderna favola, con le meravigliose ambientazioni che al cambiare delle stagioni ora esplodono in colori caldi e abbaglianti, ora si spengono nel freddo bianco della neve (plauso alla fotografia di Eric Steelberg e alle scenografie di Steve Saklad, Michael Diner e Catherine Schroer).
Le interpretazioni di tutto il cast sono eccellenti; spicca in particolare quella di Ellen Page: contassero qualcosa, meriterebbe davvero l’Oscar per la sua naturalezza, espressività e gran talento – nel bel piano sequenza finale le si concede persino di cantare, accompagnata da Michael Cera, anche lui all’altezza.
C’è un che di delizioso nel modo in cui sono tratteggiati i personaggi, nel modo in cui è costruita (e raccontata) la storia: semplicemente sembra che non si sarebbe potuto farlo meglio.
Reitman dribbla tutti gli ostacoli che il genere, le tematiche e le situazioni gli preparano sul cammino, riuscendo ad evitare i luoghi comuni e le insopportabili sdolcinatezze, e conferisce al suo film uno stile assolutamente unico, che inizia con la scelta degli interni e delle location sino ad arrivare alla ricercata e puntuale soundtrack ed a piccoli virtuosismi stilistici – vedi la sequenza dei titoli di testa, le immagini volutamente fuori fuoco o il curatissimo montaggio (di Dana E. Glauberman) con cui sono costruite alcune scene.
Rubando qualche atmosfera dai film di Wes Anderson e soprattutto avvalendosi di regia e realizzazione tecnica davvero ispirate, Juno segue, migliorandoli, i buoni propositi delle “nuove” commedie made in USA (Little Miss Sunshine).
Un film in cui finalmente le sedicenni sono interpretate da sedicenni – e non da bagasce di trent’anni; una piccola (ma lucente) perla nell’oceano ancora troppo profondo degli insopportabili teen movie che, nel nostro piccolo (leggi Moccia, Muccino, Brizzi, Veronesi e compagnia cantando) contribuiamo a rendere un po’ più buio.
Santo subito.

 

Juno
Jason Reitman (USA/2007, 92′)



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