Tag 'Gabriele Baldaccini'

Come muovere i fili. Robert Wiene e l’orrore espressionista

Come muovere i fili. Robert Wiene e l’orrore espressionista

Come muovere i fili. Robert Wiene e l’orrore espressionista Che tutto abbia avuto inizio nel febbraio del 1920, mese nel quale venne proiettato per la prima volta a Berlino Das Cabinet des Dr. Caligari, è cosa ormai nota ai più. In realtà il discorso attorno al periodo d’oro del cinema espressionista tedesco non è una matassa tanto facile da districare:

Spettri virtuali. Il diradarsi dell’esistenza in “Kairo” di Kiyoshi Kurosawa

Spettri virtuali. Il diradarsi dell’esistenza in “Kairo” di Kiyoshi Kurosawa

« I program my home computer / Beam myself into the future. » Kraftwerk – Home Computer   «L’immergersi nei media elettronici significherà la fine dell’interazione faccia-a-faccia? E le tecnologie virtuali creeranno una generazione di introversi atomizzati e porteranno alla disintegrazione delle culture civili e collettive?» [Elaine L. Graham, Representations of the post/human. Monsters, aliens and others in popular culture,

Spazi assenti e spazi di assenze nel cinema italiano (1965-1972). Una piccola mappa in dieci film.

Spazi assenti e spazi di assenze nel cinema italiano (1965-1972). Una piccola mappa in dieci film.

Su spazi di assenze o su spazi assenti, nel cinema italiano dalla seconda metà degli anni Sessanta all’inizio dei Settanta, ci sarebbe da scrivere (e pensare) molto. Ma già una breve lista di alcuni (dieci, per la precisione) dei film più interessanti, per un’indagine adeguata su questo tipo di particolare rapporto, può essere sufficiente. Naturalmente, come nume tutelare sta lì

L’arte della ripetizione. Il sovrabbondante e il comico in ‘Die Austernprinzessin’ di Ernst Lubitsch

L’arte della ripetizione. Il sovrabbondante e il comico in ‘Die Austernprinzessin’ di Ernst Lubitsch

La risata si produce con l’accumulo, questa è la verità. L’eccesso del grottesco umoristico spesso viene raggiunto nel momento in cui si ripete e si moltiplica qualcosa, quando si straborda insomma, quando si esagera. Il cinema dell’Ernst Lubitsch “americano” non è mai stato eccessivo quanto quello del suo periodo tedesco. Lo slapstick all’americana – che in un certo modo insidiava

È possibile una nuova umanità? Biopoteri e biotecnologie del futuro in “Kyashan – La rinascita”

È possibile una nuova umanità? Biopoteri e biotecnologie del futuro in “Kyashan – La rinascita”

«Apparteniamo a un’epoca la cui civiltà rischia di andare in rovina ad opera dei mezzi della civiltà». Friedrich W. Nietzsche [1] «[Con Kyashan] Ho trovato parecchie difficoltà a non cadere in qualche categoria o genere prestabilito. È fantascienza, ma allo stesso tempo non lo è. È la storia di un supereroe, ma non è nemmeno quello. Fondamentalmente, per me, è

A mosca cieca > Romano Scavolini

A mosca cieca > Romano Scavolini

Appunti sparsi su un film disperso A mosca cieca • Romano Scavolini • Italia /1966 a cura di Gabriele Baldaccini da Rapporto Confidenziale 37 | anteprima | compra   Romano Scavolini, ovvero: il cinema contestatore. Contestare il cinema per contestare, di rimando, la società che lo produce. Destrutturare è per Scavolini la parola d’ordine. Fare in modo che il supporto

Cronache e impressioni dal X Lucca Film Festival

Cronache e impressioni dal X Lucca Film Festival

Oltrepassando Lynch – X Lucca Film Festival   Si è conclusa con la vittoria di Esther Urlus con il suo Red Mill nel concorso dei cortometraggi sperimentali, la decima edizione del Lucca Film Festival. Edizione a dire il vero in parte scalfita dalle tante proteste e polemiche dovute alla scarsa (secondo alcuni) organizzazione soprattutto in riferimento agli eventi relativi a

Inside Llewyn Davis > Ethan Coen, Joel Coen

Un gatto rosso, il folk e l’eterno ritorno dell’uguale   “Il caso è il solo sovrano legittimo dell’universo”, scriveva Honoré de Balzac nel 1838; che i Coen abbiano fatto di questa “legge” ciò su cui basare la linea guida del loro cinema è cosa oramai sotto gli occhi di tutti. Inside Llewyn Davis è forse – insieme a A Serious

Hannah Arendt e la banalità del piccolo schermo

Fuori i ninnoli dalle nostre case! Hannah Arendt e la banalità del piccolo schermo.   Hannah Arendt, l’ultimo film di Margarethe von Trotta, è un film estremamente importante. Non lo è tanto per le sue qualità artistiche (non molte, a dire la verità, ma dipende dai punti di vista), bensì per la capacità di dare nuova forza alla sala cinematografica