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62. Festival internazionale del film Locarno (sezione Concorso cineasti del presente)

Un intreccio elaborato che vede al centro un libro di Domingo Faustino Sarmiento Albarracín (Presidente dell’Argentina dal 12 ottobre 1868 al 12 ottobre 1874 e scrittore su temi di ispirazione sociale), la bozza di un libro, quadri riprodotti e la leggenda su una famiglia, quasi una maledizione da spezzare.
In una casa di Buenos Aires circondata da un giardino e apparentemente isolata, Helena, pronipote di Sarmiento, è impegnata nella distruzione dell’eredità di Juan Manuel de Rosas, dittatore populista del XIX secolo, atraverso le opere riprodotte dal pittore Joaquin Martin de Rosas. Intorno a lei, un gruppo di amici si muove con intenzioni non sempre chiare: Monica, che sembra interessata solo a suonare la chitarra, spia Helena e scopre che ha intenzione di abbandonarli nella casa, Isabel dichiara che i quadri di de Rosas sono in realtà stati dipinti da lei, mentre tutti i personaggi si muovono freneticamente in un clima di scoperta post-adolescenziale.
I riferimenti storico-letterari di cui il film si nutre sfuggiranno a chiunque non fosse esperto conoscitore della storia argentina ma questo non è fondamentale per godere di un film tra i più originali, divertenti e vivaci di questa edizione del festival. In un movimento costante e attentamente coreografato, con giovani e bravi attori teatrali amici del regista e i paralleli con la politica argentina attuale, il ventisettenne Piñeiro – considerato sin dalla sua prima opera El hombre robado (2007) uno tra i più talentuosi tra i nuovi registi argentini – firma un film originale, di grande ritmo, colto, sempre molto divertente e godibile, che talvolta mischia le carte in tavola per fuorviare lo spettatore.
Secondo me, in assoluto uno tra i migliori film di questo festival.

Roberto Rippa

Il regista

Matías Piñeiro è nato nel 1982 a Buenos Aires, dove in seguito studierà presso la Universidad del cine, dove attualmente insegna ed è responsabile del programma del cineclub. Nel 2006, fa parte degli undici registi del film corale A propósito de Buenos Aires. L’anno seguente dirige il suo primo lungometraggio, El hombre robado, premiato al Jeonju International Film Festival e al Festival internazionale di Las Palmas. Attualmente è impegnato nella preparazione del suo terzo lungometraggio.

Todos mienten è il risultato di un incontro giocoso tra una serie di individualità e alcune mie ossessioni personali. Tali individualità appartengono a presone che ho incontrato da studente prima e da professore poi, nonché ai rappresentanti di una nuova generazione di attori, esponenti del circuito teatrale indipendente di Buenos Aires.
Quanto alle mie ossessioni personali, sono quelle che, accostate alle suddette individualità, possono a mio avviso generare la fiction: le panoramiche e la storia dell’Argentina del XIX secolo, nelle sue contraddizioni con personaggi come il presidente e scrittore Domingo Faustino Sarmiento e il suo nemico di sempre, il tiranno Don Juan Manuel de Rosas.
Todos mienten assomiglia a un gioco paranoico in cui le menzogne non vanno intese in senso negativo, ma considerate per la loro forza inventiva, il loro potenziale ritmico e di divertimento.
(Matías Piñeiro)

Todos Mienten (Argentina, 2009)
Regia, sceneggiatura: Matías Piñeiro
Fotografia: Fernando Lockett
Montaggio: Delfina Castagnino
Interpreti principali: Romina Paula, Julian Tello, Maria Villar, Julia Martinez Rubio, Pilar Gamboa, Julian Larquier Tellarini, Esteban Bigliardi, Esteban Lamothe
76′

Intervista a Matías Piñeiro su RC NUMERO17 | settembre ’09 (pagg. 40-43)
free download
8,4mb | 3,7mb | ANTEPRIMA




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