Ha-Sippur Shel Yossi (Yossi) > Eytan Fox

Sono trascorsi esattamente dieci anni da quando, nell’intenso Yossi & Jagger,  avevamo potuto assistere alla nascita e alla brutale fine della storia d’amore di Yossi e Lior, detto Jagger, durante il loro servizio in una base militare israeliana.
Nel 2012, con Lior morto alla fine del precedente film, Yossi è solo, vive con profonda malinconia la sua assenza e con profondo disagio la sua sessualità e sembra trovare sollievo solo nel dovere, rappresentato dal lavoro presso un ospedale di Tel Aviv, mentre il suo privato è fatto di fughe costanti, di distratta masturbazione davanti al computer e cibi preconfezionati. È anche invecchiato precocemente, come spesso le persone davvero infelici, tanto che neppure una conoscenza occasionale, un incontro nato attraverso internet, riesce a credere alla sua vera età, infliggendogli una sonora umiliazione. Se Lior è morto, anche Yossi sembra avere rinunciato alla vita. Isolato, sembra essere tornato agli anni della sua prima gioventù. Non parla di sé, la sua sessualità è tornata ad essere un segreto, tanto da costringerlo a fronteggiare le attenzioni di un’infermiera e a trovarsi in imbarazzo con un collega che organizza una serata per fargli conoscere ragazze. Ma anche le situazioni apparentemente irrisolvibili conoscono talvolta una svolta inattesa. E così, in seguito a un fortuito incontro in ospedale con la madre ignara di Lior, Yossi decide di presentarsi ai genitori del suo amato scomparso. Un modo per farlo rivivere e dare al loro rapporto una giustizia che l’omertà aveva negato. Non andrà bene, risvegliare sentimenti dolorosi non è sempre un percorso lineare. L’idea di allontanarsi dalla sua quotidianità, recandosi nella regione del Sinai, più che un congedo dal mondo cupo che ha creato per sé stesso, pare quasi un congedo tout-court dalla vita, che sta diventando troppo pesante.
Ma l’incontro casuale con un gruppo di militari in vacanza e diretti a Eilat cambierà il suo atteggiamento di chiusura e, chissà, gli regalerà forse una nuova occasione.

Dieci anni fa la storia di Yossi e Jagger aveva appassionato e rivelato il nome di Eytan Fox. Oggi dell’intensità di quella storia, in questo nuovo film del regista israeliano, si trovano solo gli echi, e non tanto per le caratteristiche del suo personaggio principale quanto, forse, per una mancanza di reale ispirazione.
Infatti, Yossi appare un film disomogeneo, a tratti, forse, non veramente necessario. A salvarlo, il personaggio principale, che si porta sulle spalle tutto il peso del film: imbolsito e dolente, sembra difficile riconoscere in lui la persona di dieci anni prima. È Ohnad Koller a sostenere il difficile compito di assumersi i panni di Yossi, lasciato senza il supporto di una solida sceneggiatura. E in questo è molto bravo, tanto da diventare uno dei più validi motivi per vedere il film, che però, a dispetto dei suoi difetti, conosce momenti molto riusciti, come il citato incontro con un ragazzo più giovane, contattato via internet, che lo umilia per il suo aspetto esteriore diverso da quello della foto pubblicata su un sito di incontri. Sono questi momenti di brutale realismo a scatenare l’empatia nei confronti di un personaggio ormai totalmente chiuso in se che ha abdicato alla sua stessa vita. Ma il film trova un punto di forza anche nella credibilità dei suoi personaggi, esattamente come accadeva in Yossi & Jagger, e in alcune scene di forte realismo, come quella in cui il protagonista prova profondo imbarazzo nello spogliarsi di fronte a un uomo più giovane e più attraente di lui e a iniziare quello che, forse, nella sua mente rappresenta un tradimento alla memoria di un amore distante nel tempo.
Alla fine, Yossi è una storia di riscatto che ricorda come, anche quando si decide deliberatamente di rinunciare alla vita, questa può venire a pretendere, con l’imponderabilità che le è propria, l’attenzione che le viene negata. Non un film perfetto ma comunque in grado di suscitare riflessione e, anche, commozione.

Roberto Rippa

Ha-Sippur Shel Yossi
(Titolo internazionale: Yossi. Israele, 2012)
Regia: Eytan Fox
Sceneggiatura: Itay Segal
Fotografia: Guy Raz
Montaggio: Yosef Grunfeld
Interpreti principali: Ohad Knoller (Yossi), Oz Zehavi (Tom), Lior Ashkenazi (Moti), Orly Silbersatz Banai (Varda), (as Orly Silbersatz), Ola Schur Selektar (Nina), Meir Golan (Nimrod), Shlomi Ben Attar (Fefer), Amir Jerassi (Benda)
84′



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