La scrittura dello sguardo Il cinema di Brian De Palma
a cura di Massimiliano Spanu e Fabio Zanello
Historica edizioni, 2010 pagine: 417 Prezzo di copertina: 18 € Isbn: 9788896656129 |
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Brian De Palma è tra i pochi autori cinematografici che hanno saputo, nel complesso della loro produzione, essere da “ponte” tra la modernità targata “New Hollywood” e la postmodernità dei linguaggi audiovisivi contemporanei. Assieme a Scorsese, Coppola, Lucas e Spielberg, ha fatto parte dei “Movie Brats”: tra i cineasti americani degli ultimi quarant’anni è stato senza dubbio il più abile manipolatore e decostruttore di codici, stili, generi cinematografici. Da “Greetings” a “Redacted”, la sua costante stilistica è stata la sperimentazione e l’innovazione delle forme e delle modalità del racconto attraverso il continuo ricorso alle grandi
lezioni del passato (tra le quali sopratutto quelle di Hitchcock, Ėjzenštejn, Hawks e Corman). Il suo cinema etico, la sua estetica pop,che si offrono metalinguisticamente declinate alla fruizione dello spettatore nel monito continuo della propria condizione puramente finzionale,si oppongono alla ferocia della guerra, a quella della televisione,del consenso costruito attraverso lo sguardo. Allo sguardo, all’ossessione del guardare, dello spiare, del vedere di più e meglio (per non vedere affatto, spesso sotto il segno del voyeurismo) De Palma ha consacrato la sua opera firmando alcuni fra i più grandi capolavori degli anni Ottanta e Novanta, da “Carrie, lo sguardo di Satana” a “Omicidio a luci rosse”, da “Vestito per uccidere” a “Scarface”.