Fine
by Virgilio Villoresi (Italia/2012)
recensione a cura di Alessio Galbiati
Inizia dalla fine l’ultimo cortometraggio di Virgilio Villoresi, opera breve su commissione, richiesta da Bruno Di Marino per la rassegna Norme per la rivoluzione. Su alcune tematiche del “Fatzer” di Brecht, in scena il 21 gennaio al Volksbühne di Berlino ed l’11 febbraio 2012 al cinema Massimo di Torino. Si apre da una scritta su di una mano che contiene il titolo e, sulle mani, con le mani, di Villoresi stesso, si svolge interamente, titoli di testa, e di coda, compresi. Mani dipinte che interagiscono con piccoli oggetti, braccia che diventano strade, bandiere che diventano croci. La tecnica della pittura sulle mani è stata una folgorazione per Virgilio dopo la scoperta dei libri fotografici di Mario Mariotti, straordinario artista fiorentino, scomparso nel 1997, che per oltre trent’anni a partire dai ’60 ha prodotto una sterminata galleria di fantasmagorie antropomorfe capaci di incantare ogni tipo di pubblico.
Come recita il sottotitolo abbiamo a che fare con la nascita, la vita e la morte di un soldato, che si svolge su di un fondo indaco e si struttura in 23 sequenze alternate fra loro da una geniale transizione appositamente pensata, si potrebbe dire inventata, dallo stesso regista. Quando si ha a che fare con persone dotate di talento e creatività fuori dall’ordinario si scopre quanto queste personalità creino ogni istante soluzioni differenti per ogni esigenza, in questo caso c’era la necessità di dare movimento e velocità alle transizioni fra le differenti sequenze, per trovare un’alternativa al classico taglio di montaggio, all’accostamento di sequenze differenti, ed il risultato è davvero sorprendente, tutto analogico e basato sul fenomeno della persistenza retinica. Villoresi in quest’opera fa tutto, dal prestare le proprie mani e le proprie braccia all’obiettivo della telecamera, alla sceneggiatura, il montaggio, le musiche ed ovviamente la regia. La fotografia è invece opera di Alan Grillo Spina.
Sarebbe superfluo dire che si tratta di un cortometraggio contro la guerra, antimilitarista, con più semplicità ci viene raccontata una storia, evocata una questione, l’occhio di Virgilio è sempre quello di un bambino che non giudica ma osserva. Due occhi spalancati sul mondo che cercano il linguaggio per poterlo raccontare. Fine.
AG
Fine
Regia, sceneggiatura, montaggio, suono, mani dipinte: Virgilio Villoresi
Fotografia: Alan Grillo Spina
Ringraziamenti: Neue Big, Carlo Cossignani, Vivì Ponti, Corrado Zacchi, Dyval, Paola Fiorido, Umberto Saba, Giosuè Russo, Ghedo
Produzione: Virgilio Villoresi
Paese: Italia
Anno: 2012
Durata: 2′
![]() foto di Guido Gazzilli |
Virgilio Villoresi (Fiesole, 1979) è un genio dell’animazione. Su questo non ci piove. Basta guardare i suoi lavori, anche solo per pochi secondi, per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un’opera fuori dall’ordinario, ma pure dal tempo e da noi. Quello che si fatica ad afferrare, che sfugge e ci oltrepassa, è come caspita sia stata fatta quella o quell’altra cosa. Nei suoi lavori, dunque nel suo cinema, si sentono gli echi della sinestesia alchemica di Harry Smith, l’ontologia strutturale di Jonas Mekas, ma pure Jack Smith e Kenneth Anger. Vive e lavora a Milano. virgiliovilloresi.com Filmografia • Frigidaire (con Vivì Ponti, 6′,2006) |
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