62. Festival internazionale del film di Locarno (sezione Concorso internazionale – film fuori concorso)
Invitato dal Forum des images di Parigi, nell’ambito del Festival Pocket Films, a “fare quello che voleva” con un telefonino dotato di videocamera, Pippo Delbono prende alla lettera l’invito e realizza con il suo terzo lungometraggio (che segue Guerra, 2003, e Grido, 2006) una sorta di diario (o di Blob) sull’attuale situazione italiana. Partendo da un dialogo tra la sua pancia e le immagini televisive in cui si vede un medico obeso parlare di obesità infantile come di una piaga contemporanea, si passa alla visita a un campo Rom, alle immagini del funerale di Abdoul Guiebre – il ragazzo italiano ucciso da due baristi a Milano il 14 settembre 2008 per avere rubato un dolciume – in cui il regista si indigna per l’assenza di autorità alla funzione (strappando un applauso in sala quando definisce il suo come un Paese fascista e xenofobo), alla rappresentazione delle scritte xenofobe sui muri.
Parlando in modo personale di libertà (rappresentata dal suo compagno di lavoro sordomuto Bobo) e dittatura, utilizzando il poco invasivo mezzo di ripresa per parlare della paura contemporanea più forte, quella di cui soffrono i “diversi” in generale, Delbono realizza un’opera personale forte, ingenua e sincera.
Roberto Rippa
Ho continuamente voglia di fare dei film. Qualsiasi cosa accada, sto sempre lavorando a un film. Nel gennaio del 2008, a Parigi, il Forum des images mi ha fatto una proposta singolare: un telefonino con videocamera e una raccomandazione: “Fai quello che vuoi”. Non avrei mai immaginato che si potesse fare un film con un oggetto così minuscolo. Mi sono insinuato nei miei sogni più oscuri e in quelli del mio Paese. La paura è divenuto un viaggio attraverso un presente deformato da questo sentimento. Il telefono filmante abbatte i muri tra me e quanti si invitano nel film, aprendo così a momenti emotivi particolari che, senza questo strumento, andrebbero persi.
(Pippo Delbono)
La paura (Italia-Francia, 2009)
Regia e fotografia: Pippo Delbono
Montaggio: Benoit Labourdette
66′
Pippo Delbono – sito ufficiale
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