62. Festival internazionale del film di Locarno (sezione Concorso internazionale)
Il cadavere del diciannovenne Vincent viene ripescato dalle acque del Rodano. La sua ragazza, Rebecca, è irreperibile. Il film ripercorre la loro storia dal primo incontro in un internet café: Vincent si prostituiva con gli uomini che lo contattavano attraverso un sito di incontri, Rebecca aveva condiviso questa attività in un paio di occasioni. L’ispettore Cagan e la sua collega Mangin indagano sul delitto.
In una Lione anonima e fredda, benissimo fotografata da Thomas Hardmeier, assistiamo all’incontro tra Vincent e Rebecca. Lei è una studentessa la cui madre, che lavora come assistente di volo, è spesso assente. Lui vive da tempo in una roulotte senza che la sua famiglia sappia molto di come vive e, lo scopriamo presto, si prostituisce – senza disperazione e senza senso di colpa – con uomini che incontra attraverso internet in un’attività mediata dall’amico Thomas.
L’amore che nasce subito tra loro, anziché portare a una svolta, convincerà lei a farsi coinvolgere nell’attività di Vincent. I due arriveranno a offrirsi come coppia.
La morte di lui e la scomparsa di lei vengono indagate dall’ispettore Cagan e dalla sua collega Mangin, che non tarderanno a scoprire la loro attività e a indagare nel mondo in cui operavano.
Che peccato, una storia credibile e ben narrata rovinata dai due personaggi dei poliziotti – uomo e donna, entrambi single – che ne appiattiscono la forza narrativa. Se il ritratto del mondo della prostituzione giovanile funziona benissimo, grazie anche a due interpreti sorprendenti, quella dell’indagine soffre di una scrittura da telefilm che la rende pochissimo credibile, a dispetto di un finale politicamente scorretto che ne risolleva un poco le sorti, e crea due piani narrativi distinti che spesso stridono.
Se l’intenzione del regista di sospendere il giudizio sulle vicende dei suoi personaggi può dirsi riuscita, altrettanto non si può dire su quella di evitare di rendere unidimensionali i caratteri, con due dei quattro principali appiattiti in uno stereotipo.
Ciò non toglie che il ritratto dei due ragazzi rimanga vivido e crudo, grazie a Nina Meurisse (che il regista ritrova dopo averla avuta nel suo premiato cortometraggio L’escalier) e Cyril Descours, giovanissimi ma già attivi nel cinema da tempo.
Curiosamente, sia questo film che l’altro svizzero – Giulias Verschwinden, visto in piazza Grande – contengono la stessa battuta riguardante l’impossibilità per uno dei personaggi di digerire il formaggio fuso.
Roberto Rippa
Con Complices volevo tornare ad esplorare il tema dell’amore tra i giovani e mi sono detto avrebbe potuto essere interessante iscrivere il tema in un genere codificato come il giallo. I film di genere spesso permettono una vera libertà stilistica nel trattamento di narrazione e personaggi.
(Frédéric Mermoud)
Complices (Svizzera-Francia, 2009)
Regia: Frédéric Mermoud
Sceneggiatura: Frédéric Mermoud, Pascal Arnold
Musiche: Grégoire Hetzel
Fotografia: Thomas Hardmeier
Montaggio: Sarah Anderson
Interpreti principali: Cyril Descours, Nina Meurisse, Gilbert Melki, Emmanuelle Devos
93′