Paziraie sadeh (Modest Reception) > Mani Haghighi

Di Paziraie sadehModest Reception dell’iraniano Mani Haghighi è bene dimenticare subito l’assunto (una coppia vaga per i monti innevati e fangosi dell’Iran distribuendo ingenti quantità di denaro a coloro che incontrano): non si saprà infatti mai chi siano loro, quale rapporto li accomuni, da dove arrivino i soldi e perché vengano elargiti in questo modo. Al regista interessa solo farne uno spunto per un’esame dei caratteri e, soprattutto, uno studio sul rapporto tra noi e il potere, in questo caso rappresentato dal denaro stesso. Una montagna di denaro, diviso in sacchetti numerati. Il compito dei due è esattamente quello di donare i sacchi alle persone che incontrano e testimoniare la consegna attraverso fotografie scattate con un telefonino. Un compito facile, apparentemente, ma decisamente arduo nella realtà. Dall’anziano uomo che vive sotto un telo di plastica e che del denaro non sa che farsene, dichiarando di avere già tutto ciò che nella vita gli occorre, all’uomo che cede faticosamente di fronte alla montagna di soldi concedendo in cambio il corpo della figlioletta morta dopo un solo giorno di vita per darlo in pasto ai lupi, la seduzione esercitata dalle banconote non è uguale per tutti. Ma il potere di elargire a piacimento milioni di Ryial, la valuta iraniana (1 milione corrisponde a una sessantina di Euro, una cifra comunque importante in una regione tanto povera) crea problemi anche alla coppia, la cui natura del legame rimarrà sconosciuta nel corso dell’intero viaggio. E così la tensione cresce per raggiungere livelli in cui la stabilità mentale viene meno. Se il film parte con toni da commedia irridente e  il registro presto muta fino a giungere al dramma puro. Un dramma asciutto che non esclude mai lo spettatore e che nemmeno lo riduce al ruolo di semplice testimone di una vicenda altrui, bensì lo costringe sin dal primo momento all’immedesimazione, lasciando che il dubbio sul proprio rapporto con il potere prenda sempre più spazio man mano che la storia procede.

Mani Haghighi (già co-sceneggiatore del bellissimo Chaharshanbe-sooriFireworks Wednesday di Asghar Farhadi, premio Oscar lo scorso anno grazie al suo Jodaeiye Nader az Simin – Una separazione, nonché regista di Kargaran mashghoole karandMen at Work, 2006, da un soggetto di Abbas Kiarostami), che interpreta anche il ruolo del protagonista, gira il film in quello che appare un fazzoletto di terra, spostando e modificando i poverissimi set in un raggio di spazio molto limitato. E scrive con puntualità sorprendente – non c’è mai nulla di superfluo nei dialoghi – riuscendo a spogliare i personaggi di ogni tratto didascalico rendendoli infine vivi nella loro essenza.

Modest Reception é un prezioso esempio di intelligenza cinematografica. Ottime le interpretazioni del regista e della sua coprotagonista, la bravissima Taraneh Alidoosti, già attrice principale nel 2009 in About Elly di Farhadi.

Roberto Rippa

Modest Reception uscirà in DVD il 23 marzo 2013 grazie alle svizzera Trigon.

Paziraie sadeh
(titolo internazionale: Modest Reception. Iran, 2012)
Regia: Mani Haghighi
Sceneggiatura: Mani Haghighi, Amir Reza Koohestani
Fotografia: Houman Behmanesh
Suono: Vahid Moghaddasi
Scenografie: Amir-Hossein Ghodsi
Montaggio: Hayedeh Safiyari
Musiche: Feuermusik (Jeremy Strachan and David Weinkauf)
Interpreti principali: Taraneh Alidoosti (Leyla), Mani Haghighi (Kaveh), Saeed Changizian (soldato), Esmaeel Khalaj (uomo anziano), Saber Abbar, Naqi Seif-Jamali, Nader Fallah, Mohammadreza Najafi
100′

Mani Haghighi (Teheran, 1969) è regista, sceneggiatore e autore. È nipote del regista Ebrahim Golestan e sua madre Lili Golestan è direttrice artistica della Galleria Golestan di Teheran.
Ha studiato presso l’Appleby College, in Ontario, e ottenuto la laurea in filosofia presso la McGill University di Montréal. Nel 2003, dopo avere realizzato alcuni cortometraggi, gira il suo primo lungometraggio Abadan, cui fa seguito, tre anni dopo, Kargaran mashghoole karand (Men at Work), che viene premiato a numerosi festival internazionali.
Con il suo terzo lungometraggio Paziraie sadeh si conferma come uno tra i nomi più interessanti del cinema iraniano e non solo.



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