Basket Case > Frank Henenlotter

Basket Case01

articolo pubblicato su Rapporto Confidenziale – numero16, luglio-agosto 2009 (pagg. 44-45).

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Non aprite quella cesta!


The tenant in Room 7 is very small, very twisted, and very mad!

 

Un uomo esce di casa e sente dei rumori provenire dalla vegetazione circostante. Chiesto chi si nasconda nel buio senza ovviamente ottenere risposta, ripara in casa per telefonare alla polizia, ma una mano misteriosa è pronta a strappare i cavi della linea telefonica…
Quante volte si è assistito ad una scena come questa al cinema? Ma Basket Case (1) è un oggetto a sé anche nel novero del cinema di genere.
Tipico esempio di film da Grindhouse (le uniche sale che, all’epoca potessero accogliere un film di questo tipo. Vedi Rapporto confidenziale numero15, pagina 37), a budget praticamente inesistente (l’esiguo rotolo di banconote che il protagonista mostra in una scena del film è, secondo il regista, il budget per il film), con storia eccessiva e effetti speciali nulli, Basket Case vive di un soggetto curioso e dei suoi eccessi. Infatti, non arretra di fronte a nulla: non a un accenno di necrofilia ma nemmeno all’ironia con cui il regista sopperisce alle carenze produttive che, anzi, diventano punta di forza.
Il giovane Duane Bradley circola a piedi per le strade malfamate di New York (la stessa di Taxi Driver e di Hardcore di Paul Schrader, che il film di Scorsese l’aveva scritto) reggendo una voluminosa cesta di vimini. Nello squallido albergo in cui ha scelto di alloggiare iniziano a verificarsi eventi strani e sanguinosi.
Lo spettatore sa da quasi subito che la causa dei sanguinosi accadimenti è da ricercare nella cesta, ma il suo contenuto lascerà sopresi anche i più smaliziati. Non si rovina alcuna sorpresa nel rilevarne il contenuto qui, anche se il regista attende mezz’ora per renderlo esplicito, perché il film non trae alcun nocumento da questa rivelazione (tanto che Henenlotter ha disegnato l’essere contenuto nella cesta appositamente per la copertina del DVD americano).
Duane è nato con una sorta di fratello siamese attaccato a un fianco. L’essere – dall’aspetto simile a quello di un polipo passato sotto un pestacarne – dotato di mani e testa, gli è stato rimosso anni addietro per decisione del padre, che ha affdato il compito a tre madestri medici (uno tra i quali, addirittura, una veterinaria) che sono riusciti sì nel compito, ma procurando dolore a entrambi.
Ovvia la voglia di vendetta che fa sì che i tre vengano uccisi brutalmente. Purtroppo, il rapporto di simbiosi risolto solo fisicamente, fa sì che Belial (questo il nome dell’essere) si rivolti anche contro il fratello – con cui comunica a livello telepatico – quando questi si innamora e prende a lasciarlo solo sempre più spesso.
Il film di Henenlotter, che ne ha scritto soggetto e sceneggiatura, risulta disturbante più per le ambientazioni scelte (l’ora modaiola Tribeca) che per le scene gore, ormai superate e comunque sofferenti della mancanza di mezzi. Il regista, consapevole, inietta nella storia robuste dosi di ironia e sceglie un cast di attori alla prima esperienza, scelta che permette di aumentare con efficacia il realismo della situazione.
Opera prima di un regista che poi darà a Belial la possibilità di scatenarsi in due seguiti (Basket Case 2, 1990, e Basket Case 3: The Progeny, 1992, entrambi più ricchi a livello produttivo ma meno efficaci del primo capitolo), il film di Henenlotter è pura Black Comedy al suo meglio. Non vuole mai prendersi troppo sul serio dimostrando tutta la sua voglia di essere nel contempo disturbante e divertente. Non sorprende quindi né il suo essere assurto allo status di culto da quasi trent’anni né il suo essere solido e imprenscindibile punto di riferimento per chiunque voglia discutere di horror a basso budget.
Inedito in Italia. Imperdibile.

 

Roberto Rippa

 

Note

(1) Basket Case significa cesta in vimini ma anche, in senso dispregiativo, malato di mente. Sempre in senso dispregiativo viene usato per definire le persone prive di arti.

 

Curiosità

Il verosimile hotel in cui Duane e Belial alloggiano non esiste nella realtà. Ne è stata posta l’insegna all’esterno di un palazzo ma gli interni sono stati trovati nei posti più disparati, tra cui case di amici a Glenn Falls, NY.

Buona parte dei nomi indicati nei titoli di coda sono falsi. Essendo la troupe composta da pochissime persone (si parla di tre o quattro), si è scelto di aggiungere nomi fittizi per evitare la ripetizione continua degli stessi.

Nel secondo film di Henenlotter, Brain Damage (1988), appare fugacemente il personaggio di Duane con in mano la cesta contenente Belial.

Basket Case (USA, 1982)
Regia, soggetto, sceneggiatura, montaggio: Frank Henenlotter
Musiche: Gus Russo
Fotografia: Bruce Torbet
Interpreti principali: Kevin Van Hentenryck, Terri Susan Smith, Beverly Bonner, Robert Vogel, Diana Browne, Lloyd Pace, Bill Freeman
91’

 

DVD

 

Il DVD americano pubblicato dalla sempre ottima Something Weird Video – l’unico degno di essere aquistato – presenta una serie di extra di grande pregio, tra cui commento audio di Frank Henenlotter, del produttore Edgar Ievin e dell’attrice Beverly Bonner, alcune scene eliminate e un dietro le quinte, più interviste radiofoniche e i consueti trailer, gallerie fotografiche. Purtroppo nessun sottotitolo e unica opzione audio l’inglese.

ETICHETTA Something Weird
ORIGINE USA
REGIONE 0
FORMATO VIDEO 1.33:1 colore
FORMATO AUDIO Dolby Digital Mono
LINGUE inglese
SOTTOTITOLI –
CONTENUTI EXTRA
– Audio Commentary by Director Frank Henenlotter, Producer Edgar Ievins, and Actress Beverly Bonner.
– Two Theatrical Trailers, Plus TV Spot.
– One-of-a-Kind Outtakes and Behind-the-Scenes Footage from the – Director’s Personal Collection
– Special Video Short: In Search of the Hotel Broslin
– Gallery of Basket Case Exploitation Art and Never-Before-Seen Behind-The-Scenes Photos
– Two Rare Basket Case Radio-Spots
– Two Radio Interviews with Actress Terri Susan Smith
– Clips from Beverly Bonner’s Comedy Cable TV Show, “Beverly Bonner’s Laugh Track”



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