YOUTH
di Tom Shoval (Israele-Germania/2013)
Berlinale 63 – Panorama Special
recensione a cura di Simone Buttazzi
pubblicata all’interno dello speciale BERLINALE 63 in Rapporto Confidenziale 38
È una gioventù bruciata nella testa quella descritta dall’israeliano Tom Shoval nella sua opera prima, oggetto di un ingiustificato hype nel corso del festival. I due gemelli Cooper (interpretati da David ed Etan Cunio, piuttosto convincenti), uno in pieno servizio militare e l’altro impiegato in un multisala, vanno matti per i film d’azione americani, tanto da usarli come filtro interpretativo del mondo. Un bel giorno, per far fronte alle ristrettezze economiche della famiglia, organizzano un sequestro fantozziano ai danni di una ragazza di buona famiglia che ovviamente sfocia in un nulla di fatto. Il soggetto non è malvagio, ma Shoval commette il peccato mortale di sbagliare stile narrativo, o meglio, di oscillare continuamente tra il grottesco tarantiniano e il dramma, con scene di violenza psicologica (e non) che lasciano il segno ma sembrano buttate lì. Forse l’idea più brillante e controversa è sfruttare lo Shabbat per mettere in difficoltà la coppia di rapitori da strapazzo, i quali provano in tutti i modi a contattare la famiglia ricca il venerdì sera… invano. Più velleitario che efficace, Youth può essere letto come una riflessione non banale sulla violenza quotidiana in Israele, su quanto le armi e una certa forma mentis permeino anche la cultura tardo adolescenziale. •
Simone Buttazzi