Apparentemente, a Cannes, il nuovo film di Nicolas Winding Refn non è stato accolto benissimo in occasione della proiezione riservata ai giornalisti. Anzi, per essere precisi, è stato preso a “frisca e pirita” (fischi e pernacchie), come si dice in siciliano. Quindi sono corso al cinema per vedere che razza di porcheria avesse combinato per giustificare tanta ferocia da parte dei critici, soprattutto dopo un film tanto apprezzato come Drive. Francamente non ho visto niente di così brutto da urlare vendetta al cielo. Certo, il film:
a. Conferma i difetti principali del regista, che poi sono i difetti di quasi tutti i registi che fanno dell’estetica la loro maggiore preoccupazione, ossia belle scene di atmosfera, ottimo uso del suono, fotografia sofisticatissima, ATROCE direzione degli attori (tranne chiaramente Ryan Gosling, che meno lo si fa recitare e meglio è, cosa che il regista, bontà sua, ha capito benissimo);
b. Ha una trama che sarebbe insulsa e ridicola perfino per un serie manga di quarta categoria, ma chiaramente questa non è la principale preoccupazione del regista; un po’ come per Mario Bava o il miglior Dario Argento alla fine la sceneggiatura era poco più che una scusa per poter agitare la camera con brio.
Ma, a mio avviso, il problema principale non è che questo film sia brutto, ma che il suo autore sia stato finora assai sopravvalutato. È un bravo regista di film commerciali postmoderni in cui si fa gran sfoggio di “citazioni” (in altre parole, derivativo): Lynch, Scorsese, Bava e Argento, il cinema orientale tutto, e chi più ne ha più ne metta. Però, a differenza di altri colleghi che sanno andare oltre grazie a una scrittura potente (Tarantino) o una buona dose di autoironia cialtrona (Rodriguez), lui resta inviluppato tra pretese d’autore che cozzano violentemente con l’incapacità, almeno in questo caso, di mettere un po’ di carne al fuoco, con momenti di ridicolo involontario esilaranti.
Insomma, niente di grave, mica tutti possono essere Bergman, alla fine i suoi film piaceranno a chi va al cinema per fare “oooh” a ogni inquadratura suggestiva, ma il suo cinema resta perfettamente conforme al suo eroe inespressivo e taciturno: bello da vedere, e poco più. •
Maurizio Mongiovi
ONLY GOD FORGIVES (Solo Dio perdona)
Regia, sceneggiatura: Nicolas Winding Refn • Musiche: Cliff Martinez • Fotografia: Larry Smith • Montaggio: Matthew Newman • Scenografie: Beth Mickle • Direzione artistica: Russell Barnes, Witoon ‘Boom’ Suanyai • Costumi: Wasitchaya ‘Nampeung’ Mochanakul • Interpreti principali: Ryan Gosling (Julian), Kristin Scott Thomas (Crystal), Yayaying Rhatha Phongam, Tom Burke (Billy), Vithaya Pansringarm (Chang), Byron Gibson (Byron), Gordon Brown (Gordon) • Paese: Danimarca-Francia • Anno: 2013 • Durata: 90′