Le passé (Il passato) > Asghar Farhadi

Un uomo iraniano abbandona la moglie francese con due bambini per ritornare al suo Paese. Nel frattempo, la donna intraprende una nuova relazione, una realtà che suo marito dovrà affrontare al momento della richiesta di divorzio.

Dopo lo splendido Una separazione, Asghar Farhadi viene in Francia a girarne il quasi seguito. E a primo acchito si direbbe che la sua visione del divorzio non cambia: la distruzione della società, l’annientamento della speranza, il rincoglionimento dei figli. Certo, per noi Europei moderni e tecnologici l’idea può risultare in tantino reazionaria, ma io sono dell’idea che si possa rispettare l’idea di un artista (e apprezzare il suo modo di esprimerla) senza necessariamente essere d’accordo con lui. In altre parole, se siamo davvero tanto moderni, forse dovremmo imparare a mettere da parte anche la critica ideologica.

Per quanto riguarda il film in sé, bisogna dire che è molto bello: non tanto quanto il film precedente, secondo me, ma nemmeno ne siamo lontanissimi. La regia è splendida, elegantissima, ricca di dettagli che permettono allo spettatore attento di intuire ciò che non viene detto o mostrato o ancora che scandiscono il racconto creando legami visivi e logici (un esempio su tutti, le “macchie”, di vernice o altro, presenti lungo tutto il film)

L’ho trovato piuttosto ben scritto, anche se gli ultimi 20 minuti sono forse troppo scollati rispetto al cuore del film, ma non è un peccato mortale. Qualcuno ha criticato il fatto che il film fosse troppo scritto: in effetti almeno nella prima parte l’impostazione è quasi teatrale e si parla parecchio, cosa interessante visto che è abbastanza chiaro che i personaggi preferirebbero evitare qualsiasi discussione. Ma in fondo è questa la vera chiave del film, chiara fin dal titolo, ovvero che per avanzare nella propria esistenza non si può solo girare pagina, bisogna l’affrontare il proprio passato. E in questo senso ho trovato che il finale, che resta aperto come tutte le altre storie che ci vengono raccontate, riesce a dare serenità: l’importante non è sapere cosa succederà poi, ma sapere come affrontarlo.

Ottime le interpretazioni, con in primo piano quelle di Bérénice Bejo (The Artist), Tahar Rahim (Un prophéte di Jacques Audiard) e del piccolo Elyes Aguis, un attore nato.

Maurizio Mongiovi

speciale ASGHAR FARHADI in RAPPORTO CONFIDENZIALE

Le passé
(Francia, 2013)
Regia, sceneggiatura: Asghar Farhadi
Adattamento: Massoumeh Lahidji
Musiche: Evgueni Galperine, Youli Galperine
Fotografia: Mahmoud Kalari
Montaggio: Juliette Welfling
Scenografie: Claude Lenoir
Costumi: Jean-Daniel Vuillermoz
Interpreti principali: Bérénice Bejo (Marie Brisson), Tahar Rahim (Samir), Ali Mosaffa (Ahmad), Pauline Burlet (Lucie), Elyes Aguis (Fouad), Jeanne Jestin (Léa)
130′



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