I fratelli Ivanchev condividono un cognome, e qui le similitudini sembrano finire. Lo hanno ereditato dalla madre, ormai scomparsa, e hanno tutti padri diversi, tutti latitanti nelle loro vite da tempo. Il maggiore dei tre, Alexander, è un parrucchiere che vive per le competizioni di categoria. Il fratello di mezzo, Bozhidar, ha scelto di diventare monaco ma stenta a rispettare il voto di obbedienza. Il più piccolo, James, ha come aspirazione quella di apparire in televisione e parla con scarsa convinzione dell’eventualità di sposarsi. L’unica loro antenata rimasta è la nonna materna, critica nei confronti dei metodi educativi della figlia e prodiga di racconti sulle loro infanzie.
Sono trascorsi 12 anni da Life Is Wonderful, Isnt’it?, il documentario in cui Svetoslav Draganov – allora ancora studente – seguiva il quotidiano di Alexander, giovane parrucchiere dal passato drammatico e dal presente caratterizzato dall’ambizione di essere premiato a una manifestazione di categoria. Se allora i due fratelli minori di Alexander, Bozhidar e James, comparivano solo fugacemente, in Life Almost Wonderful, lo spazio per i loro racconti è pari a quello dedicato al fratello maggiore. I tre fratelli, stessa madre, tre padri diversi e tutti latitanti da lungo tempo, altri quattro fratelli maggiori, condividono il cognome materno e un retroterra sociale che definire complicato sarebbe poco. Chi ha visto il precedente documentario, conosce le vicissitudini di Alexander, costretto ad occuparsi dei due fratelli minori a causa dell’assenza di sua madre, a scapito della frequentazione della scuola, tanto che, quando vi giunge dopo la segnalazione di alcuni vicini della situazione ai servizi sociali, non conosce né i numeri né l’alfabeto. Mosso da un testardo ottimismo e alla costante ricerca di un riscatto, Alexander partecipa alle competizioni tra parrucchieri, dove il più acconciato e truccato è comunque sempre lui e dove non riesce mai a conoscere la gloria del podio. Apparentemente congelato nel tempo, sembra che per lui nulla sia cambiato, costantemente impegnato com’è nel suo perseguire il suo obiettivo. Eppure, è proprio l’immutabilità delle sue aspirazioni a definirlo al meglio: anni e anni di rifiuti e sconfitte non lo hanno scalfito nella sua aspirazione e, mentre il tempo passa, è impossibile non notare in lui una sorta di ostinata fiducia nei suoi mezzi. Senza, sarebbe difficile immaginare la sua esistenza.
Alex
In un percorso meno coerente e più tortuoso, Bozhidar ha scelto di diventare monaco e vive una vita isolata in un monastero ma l’estrema fragilità della sua vocazione gli rende difficilissimo scendere a patti con il voto di obbedienza, e non solo. Evidentemente tormentato, appare costantemente sull’orlo di una svolta che non giunge mai. James, da par suo, è alla ricerca di un suo posto al sole, che identifica nella possibilità di partecipare a programmi televisivi. Calciatore fallito e barista disoccupato, è indeciso se sposarsi o dedicarsi alle numerose donne cui rivolge le sue attenzioni. Intanto medita di raggiungere uno degli altri fratelli in Belgio.
Nonostante le loro profonde differenze, i tre fratelli non si sono mai allontanati gli uni dagli altri, contrariamente a ciò che pare essere successo con i maggiori. Unica loro antenata ancora in vita, la nonna materna, che porta lucide testimonianze sul loro passato e esprime giudizi impietosi quanto ormai rassegnati sulla condotta della figlia.
A legarli ulteriormente – e probabilmente inconsapevolmente – la visione della vita come foriera di felicità, una felicità che appare distante ma nella quale continuano a riporre una caparbia speranza.
Bozhidar
Quando Svetoslav Draganov inizia il suo racconto con i tre fratelli sulla tomba della madre morta cinque anni prima – con l’ulteriore tristezza di una croce rubata – la nonna poco distante, il tono è già stabilito: il cineasta mantiene con gli oggetti della sua attenzione la stessa distanza che aveva posto tra lui e Alexander in Life Is Wonderful Isnt’it?. Mentre osserva i tre fratelli e testimonia le loro vite, interagisce con loro occasionalmente, con l’atteggiamento di chi è mosso da sincera curiosità. Mentre amplia e approfondisce la storia seguendo le loro vite quotidiane, utilizza la nonna materna come ultimo testimone del loro passato. Ed è un passato drammatico che non è mai oggetto di sensazionalismo, finendo magari con il diventare unico termine di definizione.
Perché Svetoslav Draganov è mosso da da evidente amore – e conseguente rispetto – per ciò che fa. Perché non giudica gli oggetti della sua attenzione né tenta di indirizzare lo spettatore, cui serve semplicemente una storia straordinaria di persone comuni – e quindi straordinarie proprio per la verità che portano in se – che non vengono mai usate per un manifesto sociale o politico. Perché ha un talento davvero grande e una capacità rara di provocare domande senza pretendere di dare risposte. Una posizione che nei 12 anni intercorsi tra questo e il suo primo film si è cristallizzata trasformandosi in stile.
Mentre segue le vite dei tre fratelli, compone un ritratto della cultura bulgara, un Paese segnato da un passato complesso e mosso – forse – dalla stessa aspirazione alla speranza.
Roberto Rippa
Life Almost Wonderful ha partecipato all’IDFA 2013, al Golden Rhyton, Bulgarian Non-fiction Fest 2013, dove ha ottenuto il premio della critica, al ZagrebDox 2014, dove ha ottenuto la menzione speciale, al 18th Sofia International Film Festival, 2014, menzione speciale nella sezione documentari.
GUARDA Life Is Wonderful, Isn’t It?
LEGGI la RECENSIONE di Life Is Wonderful, Isn’t It?
LEGGI l’INTERVISTA a Svetoslav Draganov
Svetoslav Draganov con Bozhidar in una pausa di lavorazione
Life Almost Wonderful
(Bulgaria-Belgio/2013)
Regia, produzione: Svetoslav Draganov
Musiche: Boris Changarov
Fotografia: Vesselin Hristov
Montaggio: Zornitsa Blyangova
Suono: Ivan Andreev
Produttore esecutivo: Paul Pauwels
Produzione: Cineaste Maudit Production, Congoo bvba
Con il supporto di: Executive Agency National Film Centre, Bulgaria; MEDIA Programme of the European Union; Vlaams Audiovisueel Fonds, Belgium; In association with Bulgarian National Television e YLE, Finland
85′
James
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