Arca Russa > Aleksandr Sokurov

arca russa

articolo pubblicato su Rapporto Confidenziale – numero1, gennaio 2008, p.6.


Arca Russa
di Alessio Galbiati

 

Un’inquadratura lunga 96 minuti. Un piano sequenza senza sosta ci accompagna fra le sale del museo pietroburghese dell’Hermitage al seguito di un diplomatico con il quale attraversiamo lo spazio e due secoli di storia russa.

Cinema estremo, sotto ogni punto di vista.

Il cinema d’autore con questa pellicola incontra il digitale elevando le sue peculiari caratteristiche tecnologiche a nuovo linguaggio per l’arte cinematografica. La possibilità d’una ripresa interminabile, senza la necessità di cambiare rulli, spalanca nuove opportunità ad ogni cineasta contemporaneo.
Film cinefilo per antonomasia, Arca Russa è essenzialmente un meraviglioso esperimento pedagogico che ogni filmmaker con pretese produttive dovrebbe studiarsi attentamente.
Torna alla mente il tentativo hitchcockiano del 1948 (Nodo alla gola – Rope) castrato nella sua completa realizzazione dai limiti tecnici imposti dal cambio di rullo (se non ricordo male furono tre gli stacchi necessari) che ancora oggi costituisce il punto di riferimento principale per la stessa definizione tassonomica di piano sequenza. Sokurov però complica la definizione classica rompendo la normale unità di spazio e tempo con la quale il piano sequenza è stato utilizzato perchè appunto il flusso continuo ed incessante di immagini gioca e danza con queste due categorie.
La cosa più interessante del film non la vediamo nemmeno, ma la possiamo solamente immaginare.
Le centinaia di comparse che attorno all’operatore (Tilman Buttner) si muovono incessanti entrando ed uscendo dall’inquadratura sono uno spettacolo che solo la nostra fantasia di spettatori può visualizzare.
Ma Arca Russa non è solo questo è pure un viaggio nella storia dell’arte ed un documentario storico.
Dal 1700 fino al 1913, attraversiamo spazio e tempo della russia zarista contemplando la memoria con sguardo elegiaco (tanto caro all’autore russo) e percorrendo uno dei musei più belli al mondo. Il tutto è come una danza, un enorme valzer corale, armonioso e complesso che è ciò che appare, aristocratico esercizio di stile.

 



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Arca Russa
(Russkiy kovcheg, Russia-Germania/2002)
di Aleksandr Sokurov (96’)

Regia: Aleksandr Sokurov; sceneggiaura: Aleksandr Sokurov e Anatoly Nikiforov; dialoghi: Boris Khaimsky, Aleksandr Sokurov e Svetlana Proskurina; direttore della fotografia: Tilman Buettner; art director: Yelena Zhukova e Natalia Kochergina; casting: Tatyana Komarova; costumi: Lidiya Kriukova, Tamara Seferyan e Maria Grishanova; trucco: Lyudmila Kozinets e Zhana Rodionova; suono: Vladimir Persov e Sergey Moshkov; musiche: The Mariinsky Theatre Orchestra diretta da Valery Gergiev; compositore: Sergey Yevtushenko; coreografo: Galy Abaidulov; produttori: Andrey Deryabin, Karsten Stoter e Jens Meuer; paese: Russia, Germania; anno: 2002; durata: 96’.

Interpreti: Sergei Dontsov, Mariya Kuznetsova, Leonid Mozgovoy, Mikhail Piotrovsky, David Giorgobiani, Aleksandr Chaban, Lev Yeliseyev, Oleg Khmelnitsky, Alla Osipenko, Artyom Strelnikov, Tamara Kurenkova, Maksim Sergeyev, Natalya Nikulenko, Yelena Rufanova, Yelena Spiridonova.

 



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