Çetin Inanç. Un Ed Wood sul Bosforo

Il presente articolo è stato pubblicato su Rapporto Confidenziale numero24 (aprile 2010), p.11

Çetin Inanç.
Un Ed Wood sul Bosforo

di Giampiero Raganelli

Se Ed Wood è stato considerato il peggior regista di tutti i tempi, cosa si dovrebbe dire di Çetin Inanç? I suoi film, che circolano in edizioni bootleg, sono degli autentici scult. Nato ad Ankara nel 1941, laureato in legge, inizia la sua carriera nella settima arte nel 1961 come aiuto del regista Atıf Yılmaz. Esordisce alla regia nel 1967 con Çelik bilek, tratto dal fumetto italiano Il grande Blek. Si inserisce così nel filone, imperante all’epoca in Turchia, degli adattamenti da comics o fotoromanzi italiani; Inanç è stato, del resto, lo sceneggiatore di Kilink Istanbul’da, sempre del 1967. Soprannominato “jet regisör” (regista jet) perché le riprese dei suoi film non durano mai più di dieci giorni, girerà 138 film fino al 1986, per poi passare a fiction televisive in cui è ancora attivo.
Il filone fumettistico dura ancora qualche anno, in cui realizza, tra i tanti altri, Kizil maske (1968), basato su The Phantom (L’uomo mascherato) di Lee Falk. Demir pençe (korsan adam) – Iron Claw the Pirate (1969) si inserisce nel genere spionistico: il protagonista si chiama Fantomas, ma, a parte il nome, condivide ben poco del personaggio letterario. Successivamente la fonte di ispirazione di Inanç diventano i thriller italiani e gli spaghetti western che lo portano a creare il genere dei western anatolici. Segue poi il periodo in cui si dedica ai film epici a carattere religioso (proprio come Picasso la sua carriera artistica ha attraversato diverse fasi). Dalla seconda metà degli anni ’70 la sua produzione consiste o di musicarelli o di film erotici.
L’anno cruciale è stato però il 1980. Un colpo di stato militare esautora il parlamento e vengono emanate leggi molto restrittive. In campo cinematografico viene vietata la pornografia e proibita l’importazione di film americani. Inanç, come molti registi turchi, si mette a fare remake dei grandi successi USA. A facilitare il loro lavoro, il fatto che la Turchia non aveva leggi sui diritti d’autore, per cui si poteva allegramente attingere a man bassa alle colonne sonore dei film originali, quando non a intere scene degli stessi. Solo nel 1989 sarebbe stata istituita una società del copyright, l’equivalente della nostra SIAE, ma le leggi in merito erano ancora molto blande, per cui la pratica diffusa del saccheggio cinematografico è proseguita.
È in questo contesto che Inanç realizza il suo “capolavoro” Dünyayi kurtaran adam (1982), (L’uomo che salvò il mondo) ovvero la versione turca di Star Wars. Come tutti i film di Inanç dal 1981 al 1984 è interpretato, e in questo caso anche sceneggiato, dalla grande star turca Cüneyt Arkin, attore che dagli anni ’50 a oggi ha partecipato a circa 270 film. Tutte le scene di astronavi e battaglie spaziali sono riprese paro paro dal film di George Lucas (e anche da qualche filmato di repertorio NASA), ma il formato originale widescreen viene schiacciato in un formato 4:3 (1.37:1) e le immagini sono ridicolmente deformate, tanto che la Morte Nera diventa ovale! Alternate alle scene di guerre stellari, ci sono scene di combattimento con piroette tra i nostri eroi e mostri di gommapiuma stile Gabibbo. Queste ultime avvengono sul pianeta corrispettivo di Tattoine dove il paesaggio è quello della Cappadocia e si vedono anche le piramidi e la Sfinge. Quando si dice una galassia lontana… Musiche di Indiana Jones, Flash Gordon, ovviamente Star Wars e anche qualche brano di Bach non guasta. Memorabile finale che vede il Darth Vader turco tagliato a metà per il lungo dalla scimitarra di Cüneyt Arkin. Le due mezze facce tranciate vengono mostrate con un effetto speciale molto sofisticato: semplicemente il volto viene ripreso illuminando solo una metà e lasciando l’altra oscurata!
Dopo aver fatto combattere Arkin contro una mummia, in Dört yanim cehennem (1982), Çetin Inanç concepisce poi anche un’imitazione di Lo squalo, significativamente intitolata Çöl che vuol dire “deserto”, dove Arkin si barcamena tra scazzottate, sparatorie e procaci fanciulle per finire appunto nelle fauci di un pescecane di cartapesta. Il solito Arkin combatterà contro il sosia di Chuck Norris in Ölüm savasçisi (1984), via di mezzo tra il film di arti marziali alla Bruce Lee e il ninja movie. Ancora piroette a non finire, ma anche mostri e parapsicologia.
Finito il sodalizio con Arkin, Inanç ingaggia il mascellone e nerboruto Serdar, affidandogli il ruolo prima di Rocky e poi di Rambo, rispettivamente in Kara simsek (1985) e in Korkusuz (1986). Il Rambo turco viene impiegato contro i curdi, ovviamente cattivissimi, che sgominerà a suon di bazooka giocattolo ad aria compressa: il campionario trash non delude neanche stavolta. Con Serdar realizza anche Intikamci (1986), rifacimento di Mad Max.
Lasciato il grande schermo, Çetin Inanç si dedica a produzioni televisive. Tra queste va segnalata la mini-serie Karaoglan, tratta da un fumetto turco degli anni ’60, in cui si narrano le epiche gesta di un eroe guerriero vissuto tra il XII e il XIII secolo.

 

Demir pençe (korsan adam) – Iron Claw the Pirate (1969)

Demir pençe (korsan adam) – Iron Claw the Pirate (1969)

Demir pençe (korsan adam) – Iron Claw the Pirate (1969)

Kizil maske – The Red Mask (1968)

Locandine: Rambo (turco) vs. Rambo (USA).

 

 

 



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