Fin dalla sua prima apparizione sugli schermi italiani con I misteri del giardino di Compton House (1982) Peter Greeneway non passò inosservato. Alcuni gridarono al genio, altri presero a detestarlo. Pochi gli indifferenti. Da allora il pittore- scrittore-regista gallese è stato definito in molti modi: manierista, neobarocco, visionario. Di certo Greenaway è autore poco conciliante, che, spesso a partire da dati realistici o addirittura biografici, reinventa la realtà attraverso una ricerca estetica in cui cinema, musica, pittura e letteratura si incontrano per dar vita a film sempre originali e che certo non temono di turbare le coscenze degli spettatori, sollecitandone però a un tempo curiosità e intelligenza.
La rassegna in programma prevede undici titoli e la decisione di proporla nasce dalla opportunità di proiettare allo Spazio Oberdan, in anteprima italiana, quel Nightwatching che, presentato in concorso alla 64. Mostra del Cinema di Venezia (2007), non ha poi trovato distribuzione nel nostro paese. Il film, dedicato alla figura del grande pittore fiammingo Rembrandt (1606 – 1669) e in particolare al suo capolavoro La ronda di notte, è un ulteriore capitolo della ricerca di Greenaway volta a coniugare storia dell’arte e cinema, in una composizione che fa della organizzazione dello spazio scenico e della luce il suo punto di forza. A proposito di questa sua opera Greenaway ha dichiarato: «Ci sono quattro concetti che ruotano intorno a Rembrandt, formulati quasi sotto forma di domanda e che scaturiscono da Nightwatching: denaro, sesso, cospirazione e pittura. Come è stato possibile che un pittore così straordinariamente ricco e rispettato per metà della sua vita, abbia potuto morire nell’indigenza? Che significato hanno avuto le tre diverse donne della sua vita e quanto è stata condizionata la pittura dalla sua vita familiare? Che speranza c’è di comprendere La ronda di notte attraverso i suoi molteplici curiosi aneddoti, le sue azioni inspiegabili, la sua rottura con la tradizione e una netta e persistente sensazione che il dipinto ci stia effettivamente comunicando qualcosa, ma non sappiamo esattamente cosa? E, ultima domanda, che cosa fa in realtà la pittura? Potremmo porci la stessa domanda per quanto riguarda il cinema. Che cosa fa in realtà il cinema?».
Ve. 18 giu. (h 21.15)/Do. 20 giu. (h 18.45)
Ve. 25 giu. (h 21.15)/ Me. 30 giu. (h 21.15)
Sa. 3 lug. (h 17)
Nightwatching (Anteprima)
R. e sc.: Peter Greenaway. Fot.: Reinier van Brummelen. Mus.: Wlodek Pawlik. Mont.: Karen Porter. Int.: Martin Freeman, Eva Birthistle, Jodhi May, Emily Holmes, Toby Jones, Nathalie Press. Ol./GB/Pol./Can., 2007, col., 134’, v.o. sott. ital.
Nel 1642 il celebre e ricco pittore olandese Rembrandt accetta seppur con riluttanza di dipingere la Milizia civica di Amsterdam in un ritratto di gruppo, conosciuto in seguito come La ronda di notte. Mentre lavora al dipinto l’artista scopre che gli ufficiali della Milizia, per lo più comuni cittadini e mercanti che giocano a fare i soldati dopo la fine della guerra con la Spagna, stanno cospirando, per fini di lucro, nella città più ricca d’Europa. Il pittore scopre perfino un assassinio, e la sua fortuna cambia. La moglie Saskia muore. Rembrandt sfida la milizia con il quadro J’accuse, vero e proprio atto d’accusa su tela contro il tradimento dei cospiratori, che negano pubblicamente le accuse e in segreto mettono in atto un piano per vendicarsi di lui, screditandolo. Convincono la serva Gertjie, dietro ricompensa, a diventare la sua amante per poterne distruggere la reputazione davanti agli occhi di quella borghesia, pia e devata, che commissionava i suoi quadri, in un mondo rigidamente moralistico e tutore della rispettabilità. Non paghi, tentano persino di renderlo cieco. Messo al bando dalla società, Rembrandt trova sostegno e consolazione in un’altra serva, Hendrickie. La ronda di notte, eccezionale opera d’arte soprattutto per i giochi di luce, è il quadro di Rembrandt più celebrato, nonostante la campagna denigratoria attuata con successo dai nemici del pittore. Solo ora, però, si è scoperta la reale importanza del dipinto, che se da una parte ha contribuito a rendere Rembrandt il pittore forse più celebrato di ogni tempo in Europa, dall’altra ha creato le circostanze che determinarono la sua rovina sociale e finanziaria.
Do. 27 giu. (h 21.15)
The Baby of Macon
R. e sc.: P. Greenaway. Int.: Julia Ormond, Ralph Fiennes, Philip Stone, Jonathan Lacey, Celia Gregory. Ol./Fr./GB/Ger., 1993, col., 122’.
Il film mostra la rappresentazione teatrale di una vicenda accaduta in Francia nel ‘600. Una ragazza illibata finge di aver partorito un figlio per sfruttare a suo vantaggio l’evento spaccaito per un miracolo. Ma sarà smascherata e la punizione che dovrà subire sarà terribile.
Sa. 19 giu. (h 21.30)
Me. 30 giu. (h 19)
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante
R. e sc.: P. Greenaway. Mus.: Michael Nyman. Int.: Richard Bohringer, Helen Mirren, Arnie Breevelt, Alan Howard, Ron Cook, Ian Dury, Tim Roth. GB/Fr./Ol., 1989, col., 120’, v.o. sott. ital.
Albert Spica è un criminale volgare e violento, che maltratta chiunque, compresi i suoi uomini e sua moglie Giorgina. La donna, esasperata, finisce per tradirlo con un cliente del ristorante che lei e Albert frequentano regolarmente e ben presto la relazione si trasforma in amore vero. Ma Albert scopre tutto e fa uccidere in modo orrendo l’amante della moglie. La donna quasi impazzisce dal dolore, poi organizza la sua terribile vendetta.
Sa. 26 giu. (h 16.45)
The Falls
R. e sc.: P. Greenaway. Mus.: Michael Nyman. Int.: Peter Westley, Aad Wirtz, Michael Murray, Lorna Poulter, Patricia Carr. GB, 1980, col., 186’, v. o. sott. ital.
Indagine sui sintomi e sugli effetti devastanti prodotti dal VUE (evento violento non identificato) su 92 persone il cui cognome inizia per “Fall”. I sintomi hanno tutti a che fare con gli uccelli, il volo e l’acqua, inoltre le vittime parlano strane lingue sconosciute.
Me. 23 giu. (h 17)
Do. 27 giu. (h 19)
Giochi nell’acqua
R. e sc.: P. Greenaway. Mus.: Michael Nyman. Int.: Joan Plowright, Bernard Hill, Juliet Stevenson, Joely Richardson. GB, 1988, col., 118’.
Sotto il cielo stellato, una strana bambina, mentre salta alla corda, recita i nomi di cento stelle. Nel medesimo paese, tre donne con lo stesso nome, Cissie Colpitts, che sono rispettivamente nonna, madre e nipote, uccidono uno dopo l’altro i loro mariti, tutti nello stesso modo:annegandoli. Poi, grazie al favore di un ufficiale di Polizia, irescono a far passare gli omicidi per incidenti.
Sa. 19 giu. (h 17)
Gio. 1 lug. (h 21.30)
I misteri del giardino di Compton House
R. e sc.: P. Greenaway. Mus.: Michael Nyman. Int.: Anthony Higgins, Janet Suzman, Anen Louise Lambert, Hugh Fraser, Neil Cunningham. GB, 1982, col., 108’.
Ambientata nell’Inghilterra di fine ‘600, la storia di un disegantore invitato in una grande casa di campagna per immortalarne gli scorsi più suggestivi. L’uomo, circuito dalle donne della famiglia di cui è ospite, non tarda a rendersi conto che in quella dimora si nascondono molte cose oscure e pericolose.
Ve. 2 lug. (h 18.45)
Sa. 10 lug. (h 19)
I racconti del cuscino
R. e sc.: P. Greenaway. Int.: Vivian Wu, Yoshi Oida, Hen Ogata, Ewan McGregor. Ol./Fr./GB, 1995, col., 126’.
Fra Kyoto e Hong Kong, la storia di Nagiko, che continua il piacere paterno della scrittura sul corpo. Infelicemente sposata, si mette in cerca di amanti disposti a scrivere su di lei. Si innamora di un giovane inglese, che diventa l’amante dell’editore del padre e finisce per suicidarsi. Nagiko, incinta del ragazzo, innesca una spirale di crudele vendetta.
Me. 7 lug. (h 18.30)
La storia di Moab – Le valigie di Tulse Luper
R. e sc.: P. Greenaway. Int.: JJ Field, Drew Mulligan, Yorick van Wageningen, Kevin Tighe, Scot Williams, Tom Bower. Ol./GB/Ger./It./Sp./Ung./Russ./Lux., 2003, col., 127’.
Tulse Luper è un grande viaggiatore e un assiduo frequentatore di carceri. La storia viene raccontata attraverso il ritrovamento di 92 valigie appartenenti a Luper. Ognuna di queste è stata lasciata in ogni posto visitato dal misterioso e stravagante viaggiatore. Ogni valigia ha un carico differente: oggetti strani, lingotti appartenenti all’oro nazista, raccolte pornografiche provenienti dal Vaticano
Do. 4 lug. (h 15)
L’ultima tempesta – Prospero’s Book
R. e sc.: P. Greenaway, dall’omonimo testo teatrale di William Shakespeare. Int.: John Gielgud, Michael Clark, Michel Blanc, Erland Josephson, Isabelle Pasco, Ol./Fr./GB/It./Giap., 1991, col., 124’.
Spodestato dal malvagio fratello Antonio, il Duca di Milano, l’anziano Prospero, si rifugia su un’isola ove si dedica alle arti magiche. Sono con lui la figlia Miranda e Calibano, tenebrosa e laida creatura. Servendosi dei suoi poteri, Prospero suscita una tempesta che fa naufragare la nave con a bordo il Re di Napoli, Alonso, il figlio di lui Ferdinando e l’usurpatore Antonio. Smarritosi sull’isola, Ferdinando incontra Miranda e se ne innamora, ma Prospero lo rende schiavo obbligandolo. Intanto Ariel, spirito dell’aria liberato a suo tempo da Prospero da un incantesimo di Sicorax, sventa un attentato alla vita di Alonso, e getta Re e seguito in uno stato confusionale ed angoscioso. Frattanto due marinai incontrano Calibano che promette ad uno di loro, Trinculo, il regno di Prospero e Miranda, se lo aiuterà ad uccidere l’incantatore. Infine Prospero libera Ferdinando concedendogli la figlia.
A Walk Through
R., sc. e mont.: P. Greenaway. Fot.: John Rosenberg. Commento in voce fuori campo: Colin Cantlie. Int.: Jean Williams. GB, 1978, col., 41’, v.o. sott. ital.
Un vagabondaggio nello spazio e nel tempo attraverso la visione di dieci carte geografiche, esposte in un’immaginaria galleria d’arte, che alla fine risulteranno essere novantadue. Realtà come gioco combinatorio fra numeri e fantasia.
Do. 27 giu. (h 15)
Do. 4 lug. (h 21)
Il ventre dell’architetto
R. e sc.: P. Greenaway. Mus.: Wim Mertens, Glenn Branca. Int.: Brian Dennehy, Chloe Webb, Lambert Wilson, Francesco Carnelutti, Stefania Casini. GB/It., 1987, col., 118’.
Un architetto americano è invitato a Roma per allestire una mostra dedicata a Etienne Louis-Boullée, artista dell’epoca illuminista con una visione utopistica dell’architettura. Tormentato dal suo lavoro e da forti dolore al ventre caustai da un cancro, il protagonista vede complicarsi anche il rapporto con la moglie, in attesa di un figlio.
Gio. 1 lug. (h 19)
Do. 11 lug. (h 18.45)
Lo zoo di Venere
R. e sc.: P. Greenaway. Musica: Michael Nyman. Int.: Andréa Ferreol, Brian Deacon, Eric Deacon, Frances Barber. GB, 1985, col., 115’.
Oliver e Oswald, zoologi e fratelli gemelli, perdono le loro mogli in un incidente nel quale rimane coinvolta anche un’altra donna, Alba, che ci rimette una gamba. I due diventano amanti di Alba e hanno un figlio da lei, che accetterà di sottoporsi ai loro deliranti esperimenti. Il barbiere Sweeney Todd, ingiustamente accusato di crimini che non ha commesso, viene arrestato. Uscito di prigione, però, si trasforma in un uomo diverso. Sua moglie e sua figlia hanno sofferto molto della situazione e anche lui ha dovuto subire violenze ingiustificate. Per le strade di Londra, ora c’è un nuovo serial killer armato di rasoio.
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, angolo piazza Oberdan
Biglietteria: tel. 0277406316
MM1 e passante ferroviario: stazione Porta Venezia
Spazio Oberdan – Cineteca di Milano
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