Lo zio John e i suoi nipotini è il titolo di un articolo scritto da Alex Dandi per il primo numero di DIGIMAG del febbraio 2005 e ripubblicato, nel 2008, sul terzo numero di Rapporto Confidenziale. Ad oggi non l’avevamo ancora reso disponibile sul nostro sito, abbiamo pensato fosse giunto il tempo di “scongelarlo”, intanto per ricordarvi che nel nostro archivio dei numeri passati (tutto gratuito fino alla 36esima pubblicazione) c’è tanta di quella “roba” che anche noi fatichiamo a ricordarla per intero, e poi perché le musiche di Carpenter non hanno smesso di influenzare cinema e musica, tanto da farci pensare che sia necessario un ulteriore approfondimento della questione, un aggiornamento attorno al cinema e alla musica di uno dei registi più incredibili e spassosi (di sempre!).
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Lo zio John e i suoi nipotini
a cura di Alex Dandi
John Carpenter è sopratutto conosciuto come regista indipendente, autore di film horror, di fantascienza e fantasy memorabili come Halloween, 1997: Fuga da New York, La Cosa, Grosso guaio a Chinatown e tanti altri.
Ma Carpenter oltre ad essersi guadagnato lo status di cineasta di culto, dagli anni ’70 a oggi, è anche pregevole autore di colonne sonore. La maggior parte dei suoni film vantano colonne sonore composte dallo stesso Carpenter, con qualche piccola ma prestigiosa eccezione (Ennio Morricone per La Cosa ad esempio). Le prime colonne sonore vennero composte da Carpenter sostanzialmente per mancanza di fondi nell’assumere un compositore professionista. Ed é così che con pochi sintetizzatori a basso costo e poche ore trascorse in studio, Carpenter scrisse le sue minimali musiche di commento a film come Distretto 13: le brigate della morte (Assault on Precint 13, 1976) ed Halloween (1978), ancora oggi considerate tra le maggiori influenze per molti musicisti elettronici, dance e hip hop.
Carpenter, figlio di un maestro di musica, non fa segreto di aver tratto ispirazione se non plagiato musiche già esistenti per i suoi primi lavori: proprio come i “musicisti fai da te” per eccellenza, ovvero i dj. Come non riconoscere una certa similitudine tra l’ipnotico e ossessivo tema di Halloween e l’altrettanto paranoico tema di Profondo Rosso del nostro Claudio Simonetti? Allo stesso tempo per Assault on Precint 13 John Carpenter dichiara di essersi ispirato alle musiche del maestro Lalo Schiffrin per il film Ispettore Callaghan – Il caso scorpio è tuo (Dirty Harry, 1972) ed a The Immigrant Song dei Led Zeppelin. Eppure il suono di Carpenter è personale, non solo per la timbrica dei sintetizzatori utilizzati, ma anche per il “modus operandi” basato su brevi loop ripetuti potenzialmente all’infinito e semplici tappeti atmosferici. Non è un caso che le “soundtrack” più recenti di Carpenter, vagamente rock e orchestrali, siano meno efficaci rispetto alle prime. In pratica viene a mancare quel metodo minimale che è nel dna di molti artisti dance elettronico contemporanei.
Già nel 1983 esce la prima rivisitazione disco (per ZYX e probabilmente non autorizzata) del tema di Assault con il titolo The End e riscuote molto successo tra i dj dell’epoca ed ancora oggi gode di un certo culto tra gente come Carl Craig, Laurent Garnier, Mark Moore (S’xpress) e Optimo. Da allora è un susseguirsi di sfruttamenti più o meno dichiarati dei suoni di Carpenter, a partire da brani hip hop come The Tower di Ice T (in OG – Original Gangsta del ’91) e raggamuffin come Posse Rock & Move di Asher D & Daddy Freddy (in Raggamuffin Hip Hop del ’88), dove, in entrambe i casi, vengono utilizzati campionamenti del main theme di Halloween. Lo stesso accade nella prima proto house europea con titoli minori (ma popolari sui dancefloor) come Good Times (Halloween Rmx) di The Beat Pirate, ma anche con successi radiofonici come Megablast (in Enter The Dragon dell’88) di Bomb The Bass (Tim Simenon), dove vengono utilizzati campioni di Assault on Precint 13.
Carpenter diventa inconsapevolmente autore di colonne sonore per videogiochi con l’inclusione di Megablast di Bomb The Bass nel videogioco sparatutto Xenon 2 (’89), disegnato dai leggendari Bitmap Brothers. Quasi un decennio più tardi, Carpenter compone ufficialmente la musica per il videogioco Sentinel Returns (’98), confermando che le atmosfere elettroniche del geniale regista/compositore ben si addicono al mondo dei pixel digitali.
L’influenza di Carpenter torna ciclicamente in nuove schiere di dj e musicisti. Nel ’90 la traccia rave Hardcore Uproar di Together raggiunge la dodicesima posizione delle classifiche inglesi suscitando un piccolo caso e portando a galla un intero movimento. Hardcore Uproar riprende linea di basso e melodia di Assault e, coincidenza, uno dei due responsabili del progetto Together (Suddi Raval) é oggi sound designer di molte musiche per videogiochi. Laurent Garnier é uno dei più accaniti sostenitori del Carpenter musicista e ha dichiarato al sottoscritto che Communication from the Lab (da Unreasonable Behaviour del 2000) é “totalmente Carpenter”. In effetti ascoltando la traccia si sentono i suoni e le scansioni melodiche tipiche dei lavori di Carpenter più popolari. Influenza massiccia che torna anche nel recentissimo album cinematico The Cloud Making Machine.
A conferma che Carpenter è ancora un’influenza a diversi livelli esce in questi giorni anche un 12″ (Manifesto Ep) per Elettrica/Irma del giovane Diego Montinaro (meglio conosciuto come Sandiego) contenente la traccia Escape From MLN, versione italo disco milanese del suono sintetico del Carpenter di Fuga da New York. Per fuggire con la mente e con il corpo.
Alex Dandi
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