La banalità del banale. “HyperNormalisation” di Adam Curtis

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La banalità del banale

Ci sono casi in cui i trailer non sono all’altezza delle aspettative che sono stati in grado di creare. HyperNormalisation di Adam Curtis rientra, senza dubbio alcuno, in questa casistica e il pressoché unanime coro di approvazione e ammirazione sollevatosi dal suo discorso retorico, ammantato da autoproclamate saggezza e imparzialità, segnala una volta di più le difficoltà che attraversa il nostro tempo, sempre pronto a cadere nel sacco di verità rivelate capaci di resistere al fact checking della realtà e della storia per un arco di tempo assai più breve della durata stessa del proprio discorso. HyperNormalisation pare un corsivo mainstream che, da Manhattan, ci dispensava circa il funzionamento degli states in procinto di essere governati da Hillary Clinton. Il problema non è tanto che questo tipo di sguardi non ci prendano, ma che questi stessi siano chiamati, oggi, a spiegarci il perché le cose siano andate così. Siamo sommersi da speculazioni intellettuali resistenti alla prova dei fatti per un arco di tempo talmente breve da costituire nulla più che un fastidioso rumore di fondo.

 

 

L’ultimo lavoro del prolifico documentarista BBC si pone l’arduo obiettivo di raccontare il nostro tempo sbrogliando l’intricato intreccio di menzogne che cela intangibili verità. Il risultato è nulla più che una parziale ed enfatica visione apocalittica del presente concentrata soprattutto sull’ascesa di un personaggio quale Donald Trump e sulla narrazione della storia della Siria dalla presa del potere di Hafez al-Assad ai giorni nostri. Nel mezzo di tutto un po’(p): considerazioni sul fallimento di qualsivoglia movimento di contestazione, la guerra in Iraq, Mu’ammar Gheddafi, la jihad, internet, il cyberspazio e un’insolita quanto curiosa attenzione/attrazione per l’allucinatorietà del fitness.

Penso che superficialmente il discorso di Curtis possa apparire coerente e sensato ma, la sua così spiccata arbitrarietà, getta luci sinistre sulla concreta plausibilità complessiva del discorso, tanto da risultare menzognero. È come se quello che non c’è abbia un peso specifico più forte di quel che nel documentario è invece presente. Certo se la tua testa è vuota, sgombra di conoscenza della storia del novecento, di almeno una qualche lettura che vada oltre i best seller, il tutto ti potrà apparire come il disvelamento di un mondo mostruoso, del quale avevi avuto sentore, ma che ti era stato tenacemente nascosto. Ma la tua propria ignoranza non depone a favore della tesi per cui il mondo sia tenuto sotto lo stretto giogo di un manipolo di potenti super-cattivi. Denunciare menzogne producendo discorsi parziali e dunque faziosi, produce disastri – e ogni tornata elettorale è lì a dimostrarcelo (evidentemente la Brexit non ha ancora insegnato nulla). Meglio sarebbe evitare di raccontare la Verità, con la maiuscola, e concentrare i propri sforzi sull’informare più che lo svelare; perché in quest’ambito le forze reazionarie vinceranno sempre e comunque e con estrema facilità la partita. HyperNormalisation è la Storia degli ultimi quarant’anni for dummies – dispensata dall’alto magistero progressista della BBC. E certo in mezzo a tutto questo delle cose buone e giuste vengono dette; ma d’avanzo capita sempre. Se HyperNormalisation intende dirci che viviamo in un mondo all’interno del quale la menzogna regna sovrana allo scopo di mantenere la stabilità del “sistema”, verrebbe quasi da pensare che esso stesso, il film, cooperi a tale fine, strutturandosi come somma di una serie di letture forzate e arbitrarie, fatte di omissioni e scelte deliberate (fortemente soggettive e per nulla oggettive). Una somma di piccole forzature che creano un discorso retorico in apparenza inoppugnabile. Ma pure… Perché mai quest’epoca storica, più di altre, è basata sulla finzione? Perché mai proprio quest’epoca storica è fondata sulla distorsione della realtà a fini propagandistici e ideologici? Riavvolgendo mentalmente il nastro della Storia non possiamo facilmente giungere alla conclusione che, sempre, il Potere ha lavorato all’edificazione di una realtà distorta pro domo sua. O ancor di più… Che il Potere stesso sia l’esercizio della menzogna. E davvero sarebbe questa la profonda scoperta spacciata come tale da HyperNormalisation? L’anno zero dell’iperbole continua prosegue ostinatamente il suo corso…

Ora. È fuor di dubbio che HyperNormalisation sia un prodotto televisivo intrigante – piacevolissima la colonna sonora curata da Gavin Miller, ottimo il lavoro sulle immagini d’archivio capace di riportare alla luce frame mai visti o completamente dimenticati –, ma mi pare più che altro un documentario che cavalca lo spirito dietrologico del (nostro) tempo. Il radicalismo del Curtis pensiero è una bolla radical che a ben guardare è una balla semplificata. La finzione di una finzione. La banalità del banale.

HyperNormalisation è stato reso disponibile a partire dal 16 ottobre 2016 sulla piattaforma digitale BBC iPlayer.

Alessio Galbiati

 

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HyperNormalisation
Regia, sceneggiatura, montaggio, commento sonoro: Adam Curtis • Musiche (supervisione): Gavin Miller • Color correction: Nuala Sheridan • Produttori: Adam Curtis, Sandra Gorel • Produttori esecutivi: Victoria Jaye, Tomiko Newson • Produzione: BBC • Anno: 2016 • Paese: UK • Durata: 166′



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Ci sono 3 commenti...

  1. disqus_z4zV837NkU

    Salve signor Galbiati.
    Ho letto il suo articolo subito dopo la visione del documentario in questione, volendomi formare un’opinione riguardo al suddetto. Devo dire che la sua visione mi ha lasciato di stucco, in quanto mi identifico appieno nelle parole “la tua testa è vuota, sgombra di conoscenza della storia del novecento, di almeno una qualche lettura che vada oltre i best seller, il tutto ti potrà apparire come il disvelamento di un mondo mostruoso[…]”.
    Infatti nonostante la mia curiosità e voglia di conoscere il mondo intorno a me, al momento manco della cultura e dell’informazione necessaria, sicuramente a causa della mia passata trascuratezza e indolenza, che ora sono determinato a convertire.
    Perciò vengo a lei con la domanda di fonti di informazioni che possono essermi utili nello studio, essendo io al principio di questo.
    La ringrazio in anticipo,
    Tommaso Fabozzi

  2. Pesismi

    Ma come li guardate questi documentari? Curtis, non ha mai preteso di raccontare la “Verità”. Quello che si vede nel documentario è un pezzo. Come ogni opera che si fa. Ma è possibile che bisogna sempre pretendere che ci sia uno che arrivi dal Cielo e ci sveli la verità vera? Ma come cazzo guardate le cose? Almeno leggetevi o ascoltate le sue interviste. E se lo avete fatto, magari allora migliorate l’inglese. Pessimi.

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