VIC+FLO ONT VU UN OURS (Vic+Flo Saw a Bear)
di Denis Côté (Canada/2013)
Berlinale 63 – Concorso internazionale
recensione a cura di Alessio Galbiati
pubblicata all’interno dello speciale BERLINALE 63 in Rapporto Confidenziale 38
Il québécois Denis Côté (Elle veut le chaos, Nos vies privées, Curling, Bestiaire, Carcasses) è un vero geniaccio del cinema contemporaneo, dotato di una spiccato acume visivo, capace in ogni suo film (di finzione o documentario che sia) di spiazzare lo spettatore con uno stile scanzonato, fatto di atmosfere rarefatte, storie bizzarre, personaggi buffi. Critico cinematografico, artista visivo e regista, Côté è in possesso di un’intelligenza sottile e tagliente, ma pure di una forte irriverenza verso lo spettatore. Prima di ogni altra cosa ogni film di Denis Côté è uno sberleffo nei confronti dello spettatore e delle sue aspettative, già a partire dal titolo: in questo caso, le due protagoniste (Vic e Flo), un orso lo vedranno davvero, ma non sarà propriamente come ce lo saremmo aspettati.
La storia è quella di Victoria Champagne (Pierrette Robitaille), sessantenne appena uscita dal carcere, intenzionata a ricominciare una nuova vita insieme alla giovane compagna Florence Richemont (Romane Bohringer), con la quale condivise l’esperienza di detenzione, in un area rurale e isolata del Quebec presso la casa dell’anziano e barbuto zio paralizzato – “più di là che di qua”. Vic vorrebbe ricominciare una vita “normale”, lasciandosi alle spalle un passato “sbagliato” per il quale ormai non nutre alcun interesse; vorrebbe semplicemente vivere da donna libera con la donna che ama. A controllare che tutti proceda per il meglio c’è l’agente Gullaume (Marc-André Grondin), giovane funzionario di polizia addetto a monitorare il reinserimento della donna nella società. Ma, come nella vita e come in ogni film, nulla accade come si vorrebbe: l’amore è un sentimento che non può essere dato per scontato e il passato torna sempre a chiedere il conto (con un sapore simile a un film di un altro regista canadese: A History of Violence di David Cronenberg).
Quello che la critica non riesce ad afferrare, in un cinema come quello di Denis Côté, è che le distonie della sceneggiatura, le sue inconcludenze, le sue porte aperte ma non attraversate, sono intenzionali, e si chiamano stile.
Due note: le sonorità del francese del Quebec sono uno spasso che da solo vale il prezzo del biglietto e Marie Brassard, nei panni di una ferocissima e vendicativa cacciatrice di orse, è uno spasso.
Orso d’argento (Alfred Bauer Priz) per l’opera più innovativa. •
Alessio Galbiati
• Vedi la valutazione del film in BERLINALE’S POLL da RC38
Vic+Flo ont vu un ours (Vic+Flo Saw a Bear)
Regia: Denis Côté
Interpreti: Pierrette Robitaille, Romane Bohringer, Marc-André Grondin
Produzione: La maison de prod (Montreal)
Lingua: francese
Paese: Canada
Anno: 2013
Durata: 90′
DENIS CÔTÉ (1973, Canada) – FILMOGRAFIA | 2005 LES ETATS NORDIQUES (DRIFTING STATES) • 2007 NOS VIES PRIVÉES (OUR PRIVATE LIVES) • 2008 ELLE VEUT LE CHAOS (ALL THAT SHE WANTS) • 2009 CARCASSES (documentario) • 2010 LES LIGNES ENNEMIES (THE ENEMY LINES) (corto) • CURLING • 2012 BESTIAIRE (documentario) • 2013 VIC+FLO ONT VU UN OURS
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