Sébastien Lifshitz (Parigi, 21 gennaio 1968) rivolge inizialmente la sua attenzione all’arte contemporanea, con studi all’Ecole du Louvre e alla Sorbonne in Storia dell’arte e una collaborazione con il conservatore del Centre Pompidou Bernard Blistène, prima di realizzare, nel 1993, il suo primo cortometraggio Il faut que je l’aime, che ottiene il premio Kodack come migliore corto a Cannes. Due anni dopo, realizza un documentario su Claire Denis per la serie Cinéastes de notre temps. Collaborerà quindi con lei, in qualità di assistente, per Nénette et Boni. IL suo mediometraggio Les Corps ouverts del 1996 ottiene il premio Jean Vigo.
Segue il film televisivo prodotto per Arte Terres froides, che precede il debutto nel lungometraggio con Presque rien (2000). L’anno successivo, realizza il documentario La Traversée (2001) in cui testimonia il viaggio del suo cosceneggiatore di fiducia Stéphane Bouquet verso gli Stati Uniti, dove si reca alla ricerca del padre. Torna alla finzione bel 2003 con Wild Side (premio Teddy alla Berlinale 2004) cui segue nel 2009 Plein Sud (Andando a Sud). Gira quindi due documentari – Les invisibles (premio César) e Bambi (premio Teddy alla Berlinale 2013).
2000 Presque rien (Quasi niente)
2004 Wild Side
2009 Plein Sud (Andando a sud)
2012 Les invisibles
2013 Bambi