Christophe Honoré, a sinistra, con Louis Garrel sul set di “Les chansons d’amour”
Il mio primo approccio al cinema di Christophe Honoré risale allo scorso anno, alla proiezione di Homme au bain al Festival del film di Locarno, dove il film era presentato in concorso.
Fu, quella, una situazione surreale. In una sala gremita in gran parte da quelle che è legittimo supporre fossero pudibonde damine dell’800, pronte ad allontanarsi dalla sala vuotandola progressivamente ad ogni scena erotica (e la prima appare a poco più di 2 minuti dall’inizio), quell’esperimento, ibrido tra documentario e finzione, così libero e a tratti slegato, mi aveva affascinato. Non era un film perfetto, sia chiaro, ma pieno di elementi interessanti certamente si. Dietro alle immagini non era difficile cogliere la passione, il coraggio, uno sguardo diverso sul mondo. Qualche settimana dopo, la visione di Dans Paris del 2006 mi aveva confermato la sensazione di un autore diverso, coraggioso, moderno ma capace di riconoscere il valore del classico. È stato però solo nelle ultime settimane che mi sono dedicato a ripercorrere tutta la sua filmografia, con la felice coincidenza della disponibilità del suo primo film, 17 fois Cécile Cassard in streaming in Italia. Quindi, in uno spazio molto limitato di tempo, ho guardato i sei film della sua filmografia che non avevo ancora avuto occasione di vedere e riguardato i due già visti, vedendo confermata ancora una volta, e in modo ancora più compiuto, l’opinione di qualche mese fa.
Ho riletto poco fa le mie prime annotazioni che preludevano a questo articolo. I commenti ai film spaziavano da “Precipitatevi a recuperarlo” (per Dans Paris, 17 fois Cécile Cassard) o “Recuperatelo con passo spedito” (per La belle personne e Ma mère) a “Voglio sposarmi con il regista e diventare il padre dei suoi figli” (per Les chansons d’amour. Guardatelo e condividerete). Il mio commento era positivo anche per le prove meno riuscite.
Perché Christophe Honoré è, ai miei occhi, un regista meritevole di tanta attenzione? Perché è un autore interessante che non arretra di fronte alle prove più insidiose (quelle in cui la caduta nel grottesco o nell’eccesso è un pericolo reale), che sa raccontare la vita dei suoi personaggi con un senso della tragedia che, non rinunciando alla leggerezza, appare sempre credibile. Un autore il cui citazionismo non è mai fine a sé stesso bensì riconoscimento di ciò che del cinema francese d’autore (ma anche di quello italiano, a tratti) lo ha formato nel gusto e nella passione. Un citazionismo che non solo non ne nasconde o confonde la personalità ma, al contrario, la mette in piena luce.
Christophe Honoré deve essere un uomo irrequieto. Si muove tra cinema, scrittura e regia per il teatro, scrittura di libri per l’infanzia (in cui non manca di inserire temi come incesto, violenza, malattia, morte, dimostrando per l’intelligenza dei bambini un rispetto che è lo stesso di quelli di molti autori di fiabe classiche del passato) e per adulti (tra cui il vagamente autobiografico “Le livre pour enfants”). Le varie discipline cui si dedica non danno mai l’impressione di confondersi con il suo cinema: nessuno tra i suoi film soffre di una costruzione troppo teatrale, in nessuno tra i suoi film si sente un’eccessiva presenza di parola scritta (anche se nei due film tratti da opere letterarie altrui – Ma mère, da Bataille, e L”, da de La Fayette – il regista appare dilaniato tra il desiderio di rispettare le opere da cui sono tratti e quello di distanziarvisi).
Mai però si può negare il suo coraggio, la sua audacia, in ogni progetto cui si dedichi.
Honoré è un regista – e sceneggiatore – dai punti fermi: il tema dell’assenza, della paura dell’abbandono, della morte, sono onnipresenti nel suo cinema. Ciò non significa che vengano trattati sempre nello stesso modo. La morte del marito di Cécile Cassard in 17 fois Cécile Cassard è sì motivo di enorme dolore, ma anche di spinta verso una nuova
esistenza. Quella di Julie in Les chansons d’amour, serve invece a mostrare le diverse reazioni dei personaggi al suo irrompere nella storia. Quella di “Dans Paris” è invece un’assenza aleggiante nell’aria, sospesa sui personaggi nella figura di una sorella suicidatasi anni prima della storia raccontata nel film. Che questo derivi da quella che lui stesso
definisce una scarsa immaginazione, che lo porta a trovare l’ispirazione nella sua famiglia, negli amici, nei conoscenti, poco conta. Ed è anche legittimo dubitarne, visto il variegato mondo popolato dai suoi personaggi.
Non c’è un suo film che assomigli ad un altro, se non per la presenza degli appena descritti temi fissi: che si tratti di un’incursione nella commedia musicale (Les chansons d’amour), nella vita degli adolescenti di oggi (Une belle personne), nella discesa agli inferi dell’autodistruzione di una madre e di un figlio (Ma mère), Honoré non tratta mai la
vita dei suoi personaggi appiattendola nel luogo comune. Dove c’è dolore, il dolore è verosimile, espresso, palpabile, ma c’è anche spazio per il sorriso, quando non per la risata, perché la vita nei film di Honoré non dura lo spazio di una storia e dei suoi elementi, ma se ne intuisce uno spessore più profondo, che della leggerezza non può fare a meno.
Otto titoli, otto storie, innumerevoli personaggi, stili e omaggi in quella che appare una ricerca libera nel cinema che ama.
Un autore abituato non solo a lavorare con gli stessi compositore e montatrice, e dai volti ricorrenti, ma anche a abituato a lavorare con mezzi limitati (cosa che non gli ha impedito di girare una commedia musicale con musiche originali).
Così è come mi appare Honoré.
Nelle pagine di cui di seguito trovate il link non troverete critiche trancianti (quelle le troverete in rete, per alcuni titoli senza nemmeno troppe difficoltà) o scientifiche dissezioni della sua opera ma piuttosto un’analisi personale, da spettatore, dei suoi film per le emozioni che ho ricavato dalla loro visione.
E non sono state poche.
Roberto Rippa
Biografia di Christophe Honoré – LINK
TITOLO |
ANNO |
LINK |
Tout contre Léo |
2002 |
|
17 fois Cécile Cassard |
2002 |
|
Ma mère |
2004 |
|
Dans Paris |
2006 |
|
Les chansons d’amour |
2007 |
|
La belle personne |
2008 |
|
Non ma fille, tu n’iras pas danser |
2009 |
|
Homme au bain |
2010 |

L'articolo che hai appena letto gratuitamente a noi è costato tempo e denaro. SOSTIENI RAPPORTO CONFIDENZIALE e diventa parte del progetto!

